A ormai quasi 10 anni dal terremoto la ricostruzione pubblica, all'Aquila, è completamente ferma.
Nelle casse del Comune giacciono 100 milioni di euro – che servirebbero a ricostruire le scuole, rifare sedi e uffici istituzionali, realizzare parchi urbani e nuovi teatri - che l’amministrazione non riesce a spendere per incapacità progettuale, carenze di organico, inerzia politica e amministrativa.
“Un fallimento della vecchia amministrazione che abbiamo denunciato negli anni, a cui il sindaco Biondi, che detiene la delega, ha dato totale continuità” denuncia la consigliera comunale di Coalizione sociale Carla Cimoroni.
“Ci si chiede quale priorità possa avere per l’amministrazione la ricostruzione pubblica, compresa quella delle scuole comunali” attacca la Cimoroni “se in un anno non si è ritenuto nemmeno di dotare il settore di un dirigente”.
“Il bando di maggio per la selezione dei nuovi dirigenti” prosegue la consigliera comunale “sembra essere un gran pasticcio con il rischio che molti concorrenti sarebbero pronti a mettere in discussione le modalità di selezione. Intanto dal 27 luglio scorso c’è un unico dirigente per quattro settori strategici già in condizioni “normali”, figuriamoci in un territorio da ricostruire: l’Ing. Nardis oltre alla CUC (la centrale che gestisce gli appalti) è responsabile ad interim per le Opere pubbliche, la Ricostruzione pubblica e la Ricostruzione privata. In queste condizioni la paralisi è praticamente inevitabile.”
Le situazioni di stallo più eclatanti, afferma la Cimoroni, sono quattro: “Il progetto da 22 milioni di euro per Piazza d’Armi, con un teatro-auditorium di 900 posti che consentirebbe di soddisfare la perdurante carenza di spazi destinati ad eventi sociali e culturali medio-grandi; il Parco della luna nell’ex O.P. di Collemaggio finanziato nell’ambito del Masterplan per l’Abruzzo con 10 milioni di euro che rischiamo di perdere; la cosiddetta “sede unica”, la cui localizzazione è sparita dal dibattito pubblico mentre 35 milioni di € aspettano di essere spesi e 1 milione all’anno va in spese di affitto; le scuole comunali, 37 milioni di € disponibili, pochissime le gare avviate dalla passata amministrazione con ritardi clamorosi, nessuna dall’attuale, mentre le uniche due scuole rientrate in centro storico sono private”.
“Sulle scuole” osserva la Cimoroni “Biondi in campagna elettorale e in Consiglio comunale aveva preso impegni importanti a cominciare dalla costituzione di una task force dedicata e dall’approvazione della nostra mozione di aggiornare e completare una programmazione ferma all’era Cialente e già allora disattesa. Tutte chiacchiere: ad oggi è dedicata espressamente alle scuole una persona con contratto part-time e in 15 mesi il cronoprogramma non è stato aggiornato, modificato, corretto, integrato e meno che mai attuato. Per questo torniamo a chiedere, dopo 6 mesi dall’unica commissione sull’edilizia scolastica comunale una nuova riunione”.
“Infine” conclude la consigliera “anche se la ricostruzione compete alla Provincia, i 13 milioni destinati alla ricostruzione del nuovo Cotugno riguardano anche il Comune nella misura in cui è l’Ente che pianifica la localizzazione. Anche qui nonostante le sollecitazione del consigliere provinciale competente, nessuna risposta dal Comune. Del resto con mezza Giunta impegnata nella corsa per le elezioni regionali, un assessore-onorevole già a mezzo servizio e addirittura il sindaco che scalpita per candidarsi alla presidenza della Regione dopo soli 15 mesi di mandato, è evidente che l’unico interesse di questi amministratori è il proprio! In questa situazione la ricostruzione pubblica non può essere che un disastro completo”.