Giovedì, 04 Ottobre 2018 07:07

Biondi scioglie le riserve, rinuncia alla corsa all'Emiciclo: "Vado avanti". Le opposizioni sulle barricate

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"Ringrazio ma vado avanti".

Con un post affidato a Facebook alle prime ore dell'alba, il sindaco dell'Aquila Pierluigi Biondi ha annunciato l'intenzione di non dimetters per tentare la corsa all'Emiciclo. "La decisione l’ho presa durante la riunione per organizzare i primi passi del decennale del sisma", ha spiegato. "Troppi sentimenti, troppe passioni, troppe speranze. Prima ancora notti insonni, riflessioni profonde, discussioni in famiglia. Gli amici, le persone incontrate per strada, la gente normale che ha il mio numero di cellulare (lo stesso dal 1997 perché non ho avuto mai bisogno di cambiarlo). Quelli che ti invitano a farlo, perché non c’è mai stato un candidato presidente aquilano doc, quelli che ti dicono che è meglio di no, perché c’è tanto, tantissimo, ancora da fare. Gli uni e gli altri con le stesse ragioni. Qualcuno, meschinamente, ha tirato fuori questioni di poltrone e soldi. Io che la 'poltrona' più bella del mondo ce l’ho già e che non ho chiesto manco il telefono di servizio o un centesimo di rimborso spese. L’avrei fatto per l’unico motivo che mi spinge a fare politica: l’amore per la mia terra. Non lo farò per lo stesso, unico, motivo".

Insomma, Biondi resterà a Palazzo Fibbioni e la scelta è motivata da ragioni profonde, passa per una ulteriore, rinnovata assunzione di responsabilità. In realtà, il sindaco dell'Aquila era pronto al grande salto - e ha fatto di tutto per strappare la candidatura - ma ha trovato fortissime resistenze, in seno al suo partito, in particolare, con la leader Giorgia Meloni che non gli ha concesso il via libera. D'altra parte, sarebbe stata una scelta difficile da spiegare, ancor più da motivare.

"Se il partito chiama, obbedisco" aveva dichiarato Biondi qualche giorno fa, la chiamata non è arrivata.

Meloni che stamane Biondi ha voluto ringraziare "per l’opportunità", come se fosse stato lui, in realtà, a declinare, "per il suo affetto per L’Aquila e il cratere, per la sua costante attenzione. Ringrazio la comunità di Fratelli d’Italia per il lavoro che sta facendo, la sua classe dirigente, nazionale e locale. Ringrazio i tanti che, fuori e dentro la coalizione, si sono resi disponibili. Sono certo che sapremo trovare, tutti insieme, il candidato giusto per il centrodestra, quello che saprà rivolgersi all’Abruzzo unico, dalle cime del Gran Sasso alle coste dell’Adriatico. Quello che saprà parlare di sanità e trasporti, di sicurezza del territorio e prevenzione sismica, di sviluppo turistico e valorizzazione dei beni culturali, di innovazione e ricerca, di lavoro e formazione, di agricoltura e prodotti tipici, di benessere e di attenzione ai più deboli. Come per L’Aquila, anche per l’Abruzzo faremo sul serio. Io sono pronto. Noi siamo pronti".

PD: "Finisce il triste ed indecente spettacolo cui siamo stati costretti ad assistere"

"Finisce questa mattina all'alba, il triste ed indecente spettacolo cui noi aquilani siamo stati costretti ad assistere nei giorni scorsi. Biondi, con un post su Facebook, fa sapere che non sarà lui il candidato del centrodestra alla Presidenza della Regione. Ciò che desta incredulità e sconforto, però, è il tentativo di Biondi di cambiare la realtà a suo piacimento, provando, addirittura, ad uscire da eroe da una situazione che lo ha visto invece triste protagonista in queste settimane".

L'affondo è del segretario cittadino e consigliere comunale dem Stefano Albano e del capogruppo Stefano Palumbo. "Vorrebbe far credere alla città che è stato lui a rinunciare all'opportunità offertagli dalla Meloni, dopo aver fatto carte false e più di un pellegrinaggio fra i tavoli nazionali e regionali, fra Pescara e Roma, per mendicare la candidatura a Presidente di Regione, mettendo in imbarazzo il suo stesso partito e ricevendo veti di ogni tipo da tutto il centrodestra locale, regionale e nazionale. Vorrebbe far credere che lo avrebbe fatto per amore della città dimenticando però che era stato lui stesso a dichiarare di essere prontissimo a lasciare la carica di sindaco se solo il partito glielo avesse chiesto. Ci vuole una bella faccia tosta per continuare ad offendere l'intelligenza degli aquilani dopo che gli stessi hanno potuto constatare quanto false e propagandistiche fossero le promesse fatte in campagna elettorale, tutte, dopo 1 anno e mezzo di governo, completamente disattese".

La realtà è un'altra, ribadisce il Pd cittadino: "Biondi ha provato a cogliere la palla al balzo per salire di grado e prestigio e contestualmente cavarsi d'impiccio, di fronte alle difficoltà incontrate finora, ai limiti manifesti della sua Giunta e agli insanabili conflitti in seno alla maggioranza in Consiglio comunale. Prima il ruolo di coordinatore provinciale di Fratelli d'Italia, poi il tentativo di farsi nominare commissario per la ricostruzione, quindi lo spregiudicato tentativo di ottenere la candidatura alla Presidenza della Regione, sono dimostrazioni del tentativo di Biondi di trovare una via d'uscita da una situazione che, dopo l'elezione di D'Eramo in Parlamento e le candidature che metà della sua Giunta prepara per il Consiglio regionale, rischia di lasciarlo con il cerino in mano e come capro espiatorio di un fallimento annunciato".

"Come l'8 settembre del '43, Biondi e la sua squadra erano pronti alla fuga, ma al contrario di Vittorio Emanuele III verso lidi, anzi ruoli politici, più gratificanti. Sono state settimane in cui gli interessi della città sono stati subordinati a questo spregiudicato disegno, con un sindaco distratto, al punto di sollecitare il Governo sul decreto Genova, possibile veicolo di misure per la città, solo quando il provvedimento era già uscito dal consiglio dei ministri, eppure attentissimo a non pestare i piedi al Governo, e soprattutto alla Lega di Salvini, intento a saccheggiare la città dei 18 milioni di euro ad essa assegnati dal precedente governo attraverso il bando per la riqualificazione delle periferie. Dopo giorni di distrazioni e sogni di gloria, uno striscione allo stadio riporta Biondi con i piedi per terra. Alla guida della città siede oggi un sindaco azzoppato dalla sua stessa ambizione, insofferente a ricoprire un ruolo che non lo gratifica abbastanza, un sindaco che non gode più della fiducia della sua maggioranza e della stima degli aquilani. L'Aquila è una città che mai come adesso va amministrata con amore incondizionato e non come trampolino di lancio per le carriere politiche degli amministratori di turno. L'Aquila non merita di essere trattata così. L'Aquila merita molto di più".

Il Passo Possibile: "Biondi si è comportato come un capitan Schettino qualunque"

"Con un incipit da telequiz nazionalpopolare il Sindaco dell’Aquila annuncia che intende restare alla guida del capoluogo, una città non più sua nei fatti per guerre interne alla maggioranza, per ambizioni personali, ma soprattutto per incapacità di visione e risultati, uniche e sole ragioni per le quali avrebbe voluto abbandonarla, comportandosi né più e né meno di un capitan Schettino qualunque".

L'affondo è del gruppo consiliare del Passo Possibile. "Sgrana, il sindaco, un rosario di sentimenti contrastanti che sembrerebbero narrare che la decisione di restare fosse realmente legata alla sua determinazione e non già, come oramai tutti hanno capito, alle decisioni di un partito e di una futura coalizione che mal ha digerito e soprattutto mal ha mai compreso la sua fuga in avanti. I sentimentalismi di chi si è definito prima uomo di partito e poi Sindaco dell’Aquila oggi non incantano più nessuno; di certo non le maestre d’asilo, gli addetti alle pulizie del Piano Case, i dipendenti delle aziende partecipate, i commercianti del centro storico, gli studenti delle scuole, i residenti delle frazioni e quelli del Piano Case, i tifosi delle squadre della rugby e del calcio, tutti in cerca di una risposta a problemi reali incancreniti, disillusi oramai sulla rivoluzione annunciata ad inizio mandato".

Dunque, la stoccata: "Ricordiamo al sindaco Biondi che la forza di una candidatura a presidente non la fa la sua territorialità, ma la caratura e la qualità delle proposte. Non abbiamo mai assistito, in questi giorni di fine impero, ad alcuna idea di sviluppo delle aree interne, a tematiche innovative sulla sanità o sui trasporti, ma solo all’inseguimento tarantolato della candidatura a governatore. Quale viatico avrebbe potuto portare in Regione chi non è riuscito ad ottemperare per ora e con tempo alla fusione Ama Tua, chi non ha sposato per il bene della collettività neanche la Legge L’Aquila Capoluogo, unica cornice legislativa presente nel quadro regionale? L’unico risultato della sua ambizione è stato quello di indebolire ulteriormente la figura del sindaco del Capoluogo di regione e la sua credibilità nei riguardi di un auspicabile rilancio del comprensorio aquilano".

Sono oramai lontani i tempi nei quali il Sindaco "sfidava l’opposizione 'nella mischia', nei quali si permetteva di citare trogoli e mangiatoie senza sapere che proprio in quelli infine sarebbe caduto. Adesso non rimane che il pronunciamento sull’anatra zoppa per sgravare questa Amministrazione dal peso di voler fuggire per non dover dare risposte ai cittadini".

Sinistra Italiana: "Bocciatura guadagnata sul campo"

"È proprio vero, quando la volpe non arriva all'uva dice che è acerba".

Così il Circolo di Sinistra Italiana L'Aquila, con una nota firmata dal segretario Pierluigi Iannarelli e da Enrico Perilli, componente della segreteria regionale, dopo l'annuncio del sindaco Pierluigi Biondi di non dimettersi per tentare la corsa all'Emiciclo. "Non una questione di deontologia politica e di amore per la città - sottolinea Si - bensì una bocciatura guadagnata sul campo, anche e soprattutto da parte del fuoco amico. Caro Sindaco eri pronto ad abbandonare una barca, mai salpata per manifesta incapacità politica, per meri interessi personali, pronto a tradire la fiducia di chi, finora invano, si attendeva un'azione amministrativa coraggiosa, degna di questo nome. Invece, ancora prima dei tuoi cittadini, sei stato silurato dalla tua stessa coalizione, non ritenendoti, poveri noi aquilani, all'altezza del ruolo di Governatore".

Oltre alla figuraccia "della finta apposizione della prima pietra della scuola De Amicis, dove ad oggi non è dato sapere chi farà i lavori, quando inizieranno, ma soprattutto se tornerà ad essere una scuola o altro, è fermo anche tutto il resto, dal piano regolatore, fino alla ricostruzione delle scuole. La nostra città ha bisogno di ben altro, non di questi teatrini a dir poco imbarazzanti, pregni di retorica e ipocrisia". 

Articolo 1: "La città usata e presa in giro da Biondi e la sua maggioranza"

"Malgrado il disperato tentativo di strappare la candidatura a Presidente della Regione, il Sindaco Biondi ha ricevuto un secco no dal centrodestra abruzzese e dal suo partito di appartenenza, Fratelli d'Italia. Non commentiamo neanche le dichiarazioni di "circostanza" di Giorgia Meloni o quelle dello stesso Sindaco secondo le quali la scelta di restare alla guida dell'Amministrazione Comunale sarebbe dettata da un gesto di amore e di responsabilità verso la città. Non lo facciamo per rispetto dell'intelligenza degli aquilani, che conoscono benissimo la verità e che hanno assistito increduli a un vero e proprio tentativo di fuga dalle proprie responsabilità e dalle proprie incapacità che non avrebbe avuto precedenti nella storia del nostro Paese, se soltanto si pensa che Biondi è stato eletto appena un anno fa e se si considera la situazione in cui versa la nostra città".

Si legge una nota diffusa nel pomeriggio da Articolo 1.

"E' evidente come il Sindaco esca delegittimato ed ulteriormente indebolito nel suo ruolo di guida dell'amministrazione del Capoluogo di Regione, ed è purtroppo altrettanto evidente, ed è questo che ci sta a cuore, che ad uscirne indebolita è anche e soprattutto L'Aquila, paralizzata da un totale immobilismo amministrativo, totalmente dimenticata sui temi della ricostruzione dal governo gialloverde a livello nazionale ed utilizzata dai suoi attuali amministratori esclusivamente come trampolino di lancio per le proprie carriere politiche e personali", l'affondo.

Nei prossimi giorni il quadro sarà ancor più chiaro nella sua drammaticità, "quando la 'fuga' non riuscita al Sindaco sarà messa in atto dal vicesindaco, da assessori e consiglieri di maggioranza. A pochi mesi dal decennale del terremoto, L'Aquila avrebbe bisogno di un governo cittadino che davvero pensasse esclusivamente a questa comunità, ad una 'normalità' ancora da conquistare ed un futuro ancora tutto da programmare e da scrivere. Occorre prendere atto che non è così, e che l'unico vero gesto di amore non finto o ipocrita verso la città, da parte del sindaco e della sua maggioranza, sarebbe quello di dimettersi".

Chi oggi è all'opposizione ha il dovere di rilanciare un'alternativa credibile. "Come Art1 Mdp ci impegneremo con ancora più energia per questo, facendo in modo che gli aquilani possano al più presto tornare al voto per scegliere un'amministrazione degna di questo nome, all'altezza delle sfide che L'Aquila deve affrontare e che soprattutto non utilizzi e prenda in giro i cittadini".

Ultima modifica il Giovedì, 04 Ottobre 2018 16:03

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