Venerdì, 05 Ottobre 2018 17:01

Biondi, le ore più difficili. Capigruppo di maggioranza fanno muro: "Da centrosinistra spettacolo spregevole"

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La maggioranza in Consiglio comunale prova a fare muro.

Nelle ore più difficli per il sindaco Pierluigi Biondi, uscito politicamente indebolito dalla bocciatura della sua possibile candidatura a governatore di Regione Abruzzo e finito nel mirino delle opposizioni di centrosinistra, i capigruppo delle forze di governo hanno inteso reagire, provando a puntellare la posizione del sindaco e, così, la tenuta della stessa maggioranza a Palazzo Fibbioni. 

"Quando la cattiveria, il livore, l'odio e l'invidia superano quelle che possono essere legittime considerazioni e valutazioni di parte nell'ambito di un dibattito squisitamente politico si scade nello squallore e nel pettegolezzo proprio come hanno fatto numerosi esponenti del centro sinistra e dell'opposizione in Consiglio comunale", l'affondo di Roberto Jr Silveri (Forza Italia), Daniele Ferella (Lega), Giorgio De Matteis (Fratelli d'Italia), Daniele D'Angelo (Benvenuto Presente), Roberto Santangelo (L'Aquila futura) e Raffaele Daniele (Udc). "Hanno offerto uno spettacolo spregevole agli aquilani, soprattutto perché alimentato proprio da chi ha accettato, in maniera supina e silenziosa, la sistematica e costante opera di spoliazione operata nel corso degli anni ai danni di questa città", le parole dei capigruppo; "gli stessi che non hanno alzato un dito quando sono stati spostati importanti uffici a Pescara, o le sedi principali di importanti testate giornalistiche (Rai e Ansa) sono state delocalizzate nella città adriatica e, persino, quando è stata ridimensionata la sede Anas, i cui vertici operativi sono stati trasferiti dal capoluogo abruzzese in quello pugliese. Nessuno di loro ha osato dire una parola nel momento in cui i vertici della direzione delle Opere pubbliche della Regione è stata dirottata a Pescara e, neanche, di fronte all'umiliazione che L'Aquila ha subìto nel riparto delle risorse del masterplan, che ha destinato centinaia di milioni sulla costa e lasciato poco più che qualche briciola su questo territorio".

La possibilità di candidatura del Sindaco dell'Aquila a Presidente della Regione "sarebbe stata funzionale a un progetto di riequilibrio dell'Abruzzo - hanno aggiunto - che, dopo 40 anni, avrebbe riportato questa città e questa terra al centro del dibattito, valorizzando peculiarità e particolarità che la regione offre tanto nelle zone costiere tanto in quelle interne".

Una presa di posizione tardiva, verrebbe da dire; se davvero i capigruppo di centrodestra avessero voluto sostenere la candidatura di Biondi a presidente della Regione, sarebbe stata necessaria, oltre che utile, una forte campagna di sostegno che, in realtà, non c'è stata; anzi, a dire il vero erano in molti già sul piede di guerra.

Tuttavia, è il momento di rimettere insieme i pezzi. "Questa città sta soffrendo e stenta a riprendersi anche perché non ci sono interventi strutturali adeguati a sostenere il percorso di crescita e ricostruzione che si sta faticosamente e tenacemente portando avanti. Lo sviluppo, oltre che alla sua posizione, è legato a infrastrutture che la collegano al resto d'Italia. Potremo riconsegnare alla collettività i palazzi più belli del mondo, potremo fare opere ed iniziative di altissimo livello come la Perdonanza di quest'anno ma senza un radicale intervento sulle infrastrutture, questa città sarà sempre in affanno rispetto alle aree costiere. Tutto questo non è stato compreso, è prevalsa la logica del rancore, dell'accanimento e in, alcuni casi, persino della calunnia".

Come se la bocciatura fosse stata dettata dalle prese di posizione di una opposizione che, in realtà, proprio come la maggioranza, in questi giorni si è trincerata in un poco comprensibile silenzio, rotto soltanto a seguito della notizia di una chiusura del centrodestra rispetto alla candidatura del sindaco della città.

"Ci chiediamo - hanno tuttavia aggiunto i capigruppo di maggioranza - se l'agognato salvatore della patria del centrosinistra, Giovanni Legnini, si preoccuperebbe di riequlibrare, ad esempio, il sistema sanitario con quello chietino-pescarese. O la classe dirigente, tutta, comprende la necessità di compiere uno scatto in avanti, affrontando quali siano i reali problemi con cui occorre fare i conti per il futuro degli aquilani o saremo destinati a rimanere la città di Sant'Agnese". Dovrebbe valere anche per il centrodestra, però, e per chiunque sarà il candidato a governatore espressione di quei partiti che esprimono i capigruppo in Consiglio comunale: a leggere la nota, verrebbe da pensare che sia già chiaro che pure il centrodestra regionale non si preoccuperà di riequilibrare il rapporto sbilanciato con la costa, come se soltanto la candidatura di Biondi avrebbe potuto segnare il passo, in questo senso. Tanto varrebbe, fosse così, sfilarsi dalle logiche partitiche per una candidatura unitaria, di un aquilano, sostenuto dalla "classe dirigente" richiamata nella nota. 

In realtà, a destra come a sinistra, dovrà essere propria la classe dirigente cittadina, al di là di chi saranno i candidati, a far valere le ragioni delle aree interne e della città capoluogo all'Emiciclo, superando le logiche di campanile che, in una Regione che supera di poco il milione di abitanti, sono davvero ridicole, delineando con i programmi che le coalizioni dovranno mettere in campo, una vocazione precisa per il nostro territorio, in un disegno più complessivo di sviluppo regionale.

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