Martedì, 16 Ottobre 2018 13:07

FdP, appello di Palumbo alla città e alle istituzioni culturali: "Niente da dire sul rischio di perdere il Festival?". Cialente: "L'Aquila vuole avere ambizioni"

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"Prima le ripetute, false, rassicurazioni fornite agli organizzatori, poi lo sgarbo istituzionale consumato con la sua intenzionale assenza a tutti gli eventi organizzati, infine una nota piccata, pretestuosa e misera di contenuti per sancire definitivamente la sua contrarietà al Festival della Partecipazione".

Il capogruppo del Pd in Consiglio comunale, Stefano Palumbo, sottolinea "l'atteggiamento ostruzionistico del sindaco Pierluigi Biondi sull'organizzazione dell'evento" che, per quanto incomprensibile possa apparire, "è ormai noto da tempo".

"Ho evitato di far polemica prima - spiega il consigliere dem - consapevole di quanto sarebbe stato poco opportuno inquinare il clima di una manifestazione di respiro nazionale e non voglio farla oggi con il sindaco, che chiede, non avendo la capacità di capirlo da solo, quali siano i vantaggi che il Festival della Partecipazione reca al territorio, in risposta oltretutto ad un'associazione che non ha chiesto banalmente solo più soldi, ma un contributo intellettuale da parte dell'Amministrazione. Sarebbe inutile sottolineare come l'unico evento completamente definanziato della rimodulazione dei fondi Restart sia stato, per precisa scelta, proprio il Festival della Partecipazione e che solo grazie alla disponibilità dell'assessore Francesco Cristiano Bignotti, a cui va il mio personale ringraziamento, sia stato concesso, due giorni prima dall'inizio del Festival, un piccolo contributo da parte del Comune".

Non avendo quindi più nulla da dire a questo sindaco, il capogruppo del Pd si rivolge, invece, "alla città e alle istituzioni culturali, ai movimenti civici e non solo quelli di sinistra, anche quelli guidati lodevolmente da persone con una visione politica opposta, che erano presenti al Festival e che hanno animato i tavoli delle discussioni. Mi rivolgo anche ai tanti intellettuali, di destra e di sinistra e agli 800 candidati alla carica di consigliere comunale, per capire se il loro impegno per la città è ancora attuale o è finito a giugno del 2017. Rispetto al rischio di perdere forse il più importante Festival nazionale che si tiene all'Aquila in favore di altre città che farebbero carte false per averlo, la città non ha nulla da dire?".

Una domanda più che legittima.

"Non è questa forse l'ennesima conferma di come la nostra città stia tornando pericolosamente a chiudersi ogni giorno di più dentro le proprie mura, incapace di dialogare con l'esterno, sempre più isolata dal resto della Regione e del Paese? Cosa pensa al riguardo il nutrito mondo culturale e della conoscenza presente in città? Davvero accetta il principio secondo cui la qualità di un evento e la ricaduta sulla città si possa misurare esclusivamente dal numero di panini con la porchetta venduti?".

Il Festival della Partecipazione è un evento nato e concepito per aver luogo nella città dell'Aquila con spirito solidale e coerente con l'idea che un territorio che vuole tornare alla normalità, dopo un evento come quello del 6 aprile 2009, debba farlo aumentando il numero di persone che partecipano, con fare propositivo, alla vita cittadina. "La rivendicazione di alcuni diritti, la riappropriazione degli spazi fisici e di democrazia, la capacità di autoderminarsi con consapevolezza rispetto alle sfide del futuro, sono passaggi, per una città in ricostruzione come la nostra, niente affatto scontati. Ecco allora che il contributo che simili eventi offrono alla città, va misurato in termini di un guadagno intellettuale, incommensurabile, che la città ne trae, un guadagno del quale vedremo in futuro gli effetti sulle coscienze delle persone, soprattutto dei giovani, che avranno appreso il senso di queste giornate. Bastava esserci per comprendere la complessità e la profondità dei temi trattati, riguardanti le difficoltà vissute dalle aree interne, le disuguaglianze che frantumano la tenuta sociale del nostro paese, i diritti alla ricostruzione che lo Stato dovrebbe garantire in modo più omogeneo rispetto alle frequenti calamità naturali che colpiscono il Paese; temi affrontati alla ricerca di soluzioni di cui la nostra città dovrebbe essere orgogliosa pioniera, protagonista a livello nazionale di una rivoluzione culturale necessaria".

Per capire i vantaggi che il Festival della Partecipazione reca al territorio bastava esserci, ribadisce Palumbo. "Sarebbe stato opportuno che il sindaco ci fosse, anzi che ci fosse il politico Biondi a ragionare della sua proposta per le aree interne; ma le elezioni regionali per lui sono sfumate, quindi ogni idea su cui discutere è rimandata a momenti elettorali a lui più utili".

Anche l'ex sindaco della città, Massimo Cialente, ha inteso prendere posizione. "La risposta del sindaco Pierluigi Biondi a Marco De Ponte - le parole di Cialente - mi preoccupano perché lasciano trasparire la volontà, gia temuta nel corso di questa edizione, che di fatto questa amministrazione non voglia più mantenere L'Aquila come sede del Festival. Sarebbe un errore gravissimo. La risposta del sindaco mi ha richiamato alla mente la triste vicenda del Festival dei Due Mondi; il suo Fondatore, il Maestro Gian Carlo Menotti, aveva inizialmente scelto L'Aquila: la proposta fu però rifiutata dal Comune dell'Aquila. Menotti 'ripiegò' su Spoleto che divenne così un luogo noto nel mondo intero. Questa storia me la raccontò piu volte mio nonno. Egli allora faceva parte del gruppo di artisti ed intellettuali raccolti nel Gruppo Artisti Aquilani, che vissero la vicenda come una sconfitta della Comunità intera.. Me lo raccontava come esempio dell'incapacità storica di pezzi della classe dirigente aquilana di aprirsi agli altri e di saper cogliere e riconoscere l'essenza delle cose, le loro potenzialità, il nuovo".

Il Festival della Partecipazione - aggiunge Cialente - è destinato a divenire quello che per Trento è il Festival dell'Economia, per Modena, Carpi e Sassuolo il Festival della Filosofia, per Giffoni il Film Festival e così via. "Sono quegli appuntamenti nazionali che divengono, negli anni, appuntamenti culturali e politici dai quali non si può prescindere. Divengono un 'brand', caratterizzati dal fatto che sono eventi che, svolgendosi sempre in un luogo, ad esso si legano nell'immaginario collettivo. Lo stesso che potrebbe divenire anche il Festival della Montagna. Sono eventi nazionali, che negli anni crescono di valore. Questo Festival della Partecipazione era in predicato per andare anche in altre città; in particolare, ce lo siamo conteso, letteralmente conteso, con Parma, dove il sindaco Federico Pizzarotti lo voleva assolutamente ospitare".

Il sindaco Biondi lamenta di non aver partecipato alla stesura del programma: "attenzione, la città ospita il Festival non lo organizza. Ma il Comune può e dovrebbe inserirsi con sue iniziative, se fosse capace di pensarle. La verità è che il centrodestra e la cultura neofascista del primo cittadino cozzano contro i valori alla base del Festival", l'affondo di Cialente. "Quindi non gli piace, come non gli piace partecipare alle iniziative di celebrazione del 25 Aprile o al ricordo dei 9 Martiri".

Un'ultima considerazione. "Il sindaco si chiede cosa porti il Festival alla città. Questa sua frase è il nocciolo della questione, che a mio avviso svela i limiti di orizzonte di Biondi e della sua Giunta, l'inadeguatezza a guidare L'Aquila. Provo a rispondere. Porta la città alla ribalta e alla attenzione di importanti settori del Paese, di stampa, radio e televisioni; vede un ruolo attivo di nostre istituzioni prestigiose come il Gran Sasso Science Institute, di nostre associazioni. Insomma, alza il livello, l'asticella. La verità è che, lo dico con rispetto, il sindaco Biondi pensa che gli eventi culturali siano come le sagre che allietano le nostre estati. Dalla porchetta alla pizza fritta. E poi smonti i tavoli. Se ne parla il prossimo anno. Vorrei spiegargli che quella è una concezione che va bene pressoché sempre, ma soprattutto per le piccole comunità, insomma va benissimo per quelle che hanno la dimensione di condomini. Ancora una volta devo ricordargli che L'Aquila è una grande città, di cultura e prestigio, che vuole avere ambizioni".

Ultima modifica il Martedì, 16 Ottobre 2018 16:55

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