Che la commissione Bilancio riunita per discutere lo stato di salute dell’Ama - l’azienda partecipata del trasporto pubblico locale - potesse vivere momenti di tensione, era piuttosto prevedibile; d’altra parte, la società ha chiuso il bilancio 2017 con un passivo di 1 milione e 800 mila euro: dovesse segnare una perdita anche per l’anno in corso, col terzo esercizio di segno negativo, scatterebbe il divieto per l’amministrazione comunale di erogare finanziamenti o sostenerla con garanzie. Insomma, si aprirebbe la fase di crisi aziendale. Inoltre, giusto due settimane fa è stato silurato l’amministrazione unico Agostino Del Re, il cui incarico era stato rinnovato fino al 2020 dall’allora sindaco Massimo Cialente a fine mandato, sostituito con Giammarco Berardi, indicato dalla Lega.
Tuttavia, era difficile prevedere che la commissione avrebbe fatto da sfondo ad uno scontro, piuttosto violento, tra la parte politica e la parte tecnica, con l’assessore Carla Mannetti, da maggio delegata alle società partecipate, che si è scagliata avverso la dirigente incaricata al controllo delle aziende, Ilda Coluzzi, accusata, senza mezzi termini, di “fare politica” e di essersi messa di traverso al tentativo dell’amministrazione di salvare l’Ama.
Ora, raccontarvi la seduta della commissione non è esercizio semplice, essendosi mescolati, ed intrecciati, piani politici, tecnici ed amministrativi: le vicende attuali, con l’auspicata – da alcuni – fusione in Tua, e passate, col taglio del contributo regionale che, di fatto, ha azzoppato una azienda che, va ricordato, già scontava criticità mai risolte a seguito del terremoto. Proveremo, dunque, a muoverci per capitoli, scontando un poco la schematicità delle argomentazioni privilegiando, però, la chiarezza.
Primo capitolo: qual è la strategia dell’amministrazione? Come detto, Ama ha un passivo di 1 milione e 800 mila euro, a valere sugli esercizi 2016 e 2017, per il taglio della contribuzione regionale a valle della sforbiciata imposta dal Governo dell’epoca al fondo per i trasporti: parliamo di una decurtazione annua pari a 916.828,00 che, banale a dirsi, ha azzoppato l’azienda partecipata e, così, decine di altre società del trasporto pubblico in Italia.
Dunque, la Giunta comunale – con provvedimento 396 del 12 ottobre 2018 – ha deliberato di “attuare quanto necessario per il trasferimento all’Ama della somma di € 916.828,00, corrispondente all’importo in contenzioso tra l’Ama stessa e la Regione Abruzzo a titolo di intervento sostitutivo”; in sostanza, si è deciso di coprire con fondi del Comune il mancato trasferimento regionale sull’annualità 2016 che l’azienda aveva già messo a bilancio e che è venuto a mancare alla fine dell’esercizio finanziario, oggetto di contenzioso per la decisione dei vertici di Ama di avviare un procedimento avverso Regione Abruzzo.
Non solo. La Giunta ha deliberato, altresì, di dare mandato all’Avvocatura comunale “per l’avvio delle iniziative legali intese a conseguire, ove occorra giudizialmente, i dovuti trasferimenti da parte della Regione, anche con riferimento al 2017” e, ben più importante, di “impegnare il dirigente del Settore Valorizzazione e Controllo delle Società Partecipate” – Ilda Coluzzi, appunto – “in stretto raccordo con il dirigente per la Rigenerazione Urbana e Mobilità” – Domenico de Nardis – “per l’adeguamento del contratto di servizio”.
Ecco definita la strategia, dunque: per evitare che il terzo esercizio si chiuda in perdita, la Giunta intende garantire un trasferimento straordinario alla partecipata di oltre 900mila euro e, intanto, ha dato mandato alla dirigenza di adeguare il contratto di servizio, così che sarà il Comune dell’Aquila ad accollarsi, per garantire la tenuta dei conti dell’azienda, ciò che, fino alla fine del 2015, era garantito dalla Regione a valere sui trasferimenti statali. Chiaro?
In sostanza, Carla Mannetti ha voluto evitare di aprire la fase di crisi che avrebbe determinato, di fatto, il fallimento di Ama considerato pure che sarebbe saltata definitivamente la fusione in Tua.
Secondo capitolo: i motivi dello scontro con la dirigente Ilda Coluzzi Nel deliberato, è indicata una nota della dirigente Ilda Coluzzi che il capogruppo del Pd Stefano Palumbo ha richiamato nel suo intervento in commissione, sottolineando come sottendesse ad uno scontro tra la parte politica e la parte tecnica.
Carla Mannetti non l’ha presa affatto bene, convinta che il carteggio intercorso, e richiamato nel provvedimento, fosse stato ‘consegnato’ a Palumbo che, al contrario, aveva prodotto semplicemente un accesso agli atti. Sta di fatto che l'assessore non ha negato gli attriti con la dirigente; anzi, si è letteralmente scagliata avverso Ilda Coluzzi che, in sostanza, non ha condiviso l’indicazione politica venuta dall’assessore, considerandola non conforme alle norme. “Fa politica”, le parole durissime dell’ex dirigente regionale.
D’altra parte, Coluzzi – intervenuta in commissione – ha richiamato il decreto legislativo 175/2016, il Testo Unico in materia di società partecipate dalla pubblica amministrazione, così come modificato dal decreto legislativo 100/2017, che costituisce la disciplina in materia di società a partecipazione pubblica e che prevede, in effetti, che le amministrazioni possano provvedere a “soccorsi finanziari” alle aziende – così la dirigente ha definito il provvedimento della Giunta – a patto, però, che sia accompagnato da un puntuale piano di risanamento economico almeno triennale, “come è accaduto con il Ctgs per decisione del dirigente Domenico de Nardis, sebbene non abbia ottenuto i risultati sperati” la stoccata.
Non solo. Coluzzi ha ribadito che, a suo parere, il provvedimento approvato in Giunta, in realtà, sarebbe di competenza consiliare e, dunque, la richiamata delibera 396 dovrebbe passare in Consiglio comunale per la dovuta approvazione. Inoltre, la dirigente aveva proposto – e l’ha ribadito – la “razionalizzazione e non l’azzeramento, come l’ha definito l’assessore, dei contratti di secondo livello” che, a parere degli uffici, andrebbero rivisti, “considerate pure alcune evidenti anomalie”.
Una evenienza di cui l’assessore Mannetti non vuole neanche sentir parlare.
Terzo capitolo: i dissidi con Agostino Del Re Agostino Del Re viene di fatto silurato il 12 settembre scorso, con un comunicato stampa firmato da Pierluigi Biondi e Carla Mannetti; "siamo arrivati a questa determinazione – scrivono – a seguito di una serie di gravi circostanze. In primo luogo, per il secondo anno consecutivo, si approva un bilancio in perdita, senza che l'amministratore unico abbia dato seguito alle azioni di risanamento che il Comune gli chiedeva di porre in essere. I piani di razionalizzazione presentati, inoltre, sono stati respinti in quanto irricevibili, poiché andavano a colpire solo i lavoratori, senza alcuna visione strategica di risanamento dell'azienda".
Dunque, il 2 ottobre Del Re è stato sostituito con Berardi.
Di fatto, l’amministratore uscente aveva inteso procedere con la razionalizzazione dei contratti di secondo livello, così come suggerito, si è detto, dalla dirigente Coluzzi. Non solo. Del Re ha spiegato che avrebbe inteso intervenire su altre due macroaree, i costi di gestione e il rinnovo del parco autobus. Nel dettaglio, relativamente al personale, il piano prevedeva – oltre ad una riduzione parziale agendo sulla contrattazione di secondo livello - un taglio dei tickets del servizio mensa e una riduzione del 50% del personale interinale. L'abbattimento dei costi di gestione, invece, sarebbe passata attraverso un subaffidamento delle corse marginali a un CTA che, grazie a una minore percorrenza da parte di Ama Spa, avrebbe permesso a quest'ultima un risparmio di circa 150.000 euro. Quindi il capitolo relativo al rinnovo parco macchine: "Il 37,6% dei mezzi attualmente a disposizione – aveva sottolineato l'ex amministratore unico - hanno più di venti anni, il 63,6% più di quindici anni e soltanto sei sono stati comprati nel 2016. La mia proposta, andava nella direzione di una sostituzione degli attuali mezzi con veicoli efficienti, a basso impatto ambientale e a ridotto consumo, con un abbattimento dei costi di manutenzione e di consumo e una riduzione dei tempi di percorrenza, considerando anche che in seguito al sisma vengono percorsi circa 500.000 chilometri in più ogni anno, con un aggravio della spesa pari a circa un milione di euro".
Un piano giudicato irricevibile. Tuttavia, a precisa domanda del consigliere Palumbo, l’assessore Mannetti non ha saputo indicare che tipo di azioni di risanamento il Comune aveva chiesto all’amministratore uscente di porre in essere. E come mai ci sono voluti 15 mesi per giungere, infine, all’annunciato avvicendamento.
Quarto capitolo: le critiche delle opposizioni… e i mal di pancia della maggioranza E’ uno dei punti contestati dalle opposizioni. Sebbene Mannetti abbia avuto la delega alle partecipate nel maggio scorso, il sindaco Biondi l’aveva tenuta per sé nei primi mesi di mandato, era noto sin dall’insediamento che Ama era in sofferenza per i mancati trasferimenti da Regione Abruzzo. Eppure, “ci si è ridotti all’ultimo minuto per intervenire” l’affondo del capogruppo dem.
Impegnata a risolvere i problemi di spartizione delle poltrone, cercando il giusto incastro tra le forze di maggioranza, l'amministrazione ha tenuto sospesi alcuni amministratori – e tra gli altri, Del Re – senza che gli fossero forniti precisi indirizzi strategici, per poi silurarli, nel momento in cui si è trovata la quadra politica, con motivazioni piuttosto strumentali. Al punto che si è arrivati alla determinazione nel senso di un trasferimento straordinario ad Ama senza un piano di risanamento e senza passare dal Consiglio comunale, un provvedimento che – se ne sono detti certi, i consiglieri d’opposizione – si configura già, di fatto, come un debito fuori bilancio. A carico dei contribuenti, per essere chiari.
Inoltre, il contratto di servizio non è stato ancora analizzato per l’auspicato aggiornamento e il tempo stringe: bisognerà procedere entro la fine dell’anno.
Ma le critiche non sono arrivate soltanto dalle minoranze; il capogruppo di Forza Italia, Roberto Jr Silveri, ha attaccato duramente, e di nuovo, l’assessore Mannetti: “non è così che si risolvono le criticità: Ama ha problemi strutturali, non basta un trasferimento straordinario – l’affondo – e mi sarei aspettato un piano industriale per il rilancio dell’azienda. Ne riparleremo in V commissione”, la minaccia. Insomma, il clima in maggioranza continua ad essere piuttosto burrascoso.
Quinto capitolo: la fusione di Ama in Tua Carla Mannetti ha consegnato ai consiglieri un documento che, di provvedimento in provvedimento, ha ricostruito la cronistoria delle azioni messe in campo dall’amministrazione per addivenire all’auspicata fusione; “passaggi burocratici – ha aggiunto – dovuti, anche, alle richieste, a volte pretestuose, di Regione Abruzzo che ha provocato ritardi nel cronoprogramma che si era dati Comune, Regione ed Ama nell’agosto 2017. Abbiamo provveduto, comunque, all’estensione della convenzione per il servizio del trasporto pubblico locale con Ama fino al 2027 e proceduto con la perizia asseverata che è stata richiesta da Tua”.
La perizia è stata consegnata in Regione nel mese di agosto; tuttavia, l’Ente non è più nelle condizioni di approvare la legge regionale che dovrebbe fare da cornice alla fusione: “il 10 febbraio è vicino, comunque – ha aggiunto Mannetti – e il procedimento non verrà rallentato. Con la Giunta che verrà, discuteremo la legge da approvare e, così, procederemo con gli adempimenti necessari a concludere il processo”.
Insomma, l’amministrazione è fiduciosa. Non può dirsi con certezza, però, che l’esecutivo che s’insedierà a seguito delle elezioni sarà concorde al processo di fusione e, d’altra parte, al contrario di Ama, la società del trasporto pubblico regionale non ha ancora prodotto la sua perizia asseverata, che dovrà essere discussa in Consiglio comunale per capire se davvero il processo di fusione è l’unico modo possibile per salvare Ama. In realtà, alcuni consiglieri non sono affatto convinti si debba procedere nella direzione segnata, stante anche le difficoltà attuali di Tua: “quanto costerà al Comune la fusione, in termini di contributo che l’Ente dovrà riconoscere ogni anno?”, si è chiesto Giustino Masciocco; “e che tipo di servizio potrà garantire Tua?”. Domande ancora senza risposta.