Giovedì, 09 Gennaio 2014 10:40

Trigilia, a L'Aquila 'sterile rivendicazionismo'. Cialente non si dimette

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"Più volte penso di mollare, la tentazione è enorme ma di fatto sarebbe una fuga dalle attuali difficoltà". Con queste parole, il sindaco Massimo Cialente ha smentito i rumors che lo volevano vicino alle dimissioni. Rumors alimentati dal primo cittadino che, ai microfoni dell'Agi, aveva sussurrato la volontà di mollare. "In mattinata - aveva spiegato - deciderò cosa fare. Tutto dipenderà dalle dichiarazioni del governo. Non vorrei che strumentalizzasse questa vicenda"

Risposta del primo cittadino alle dichiarazioni rilasciate alla stampa dal ministro per la Coesione territoriale Carlo Trigilia, delegato dal governo a gestire la ricostruzione dell'Aquila e dei comuni del cratere sismico. Il ministro - che ieri ha disertato la visita in città - ha parlato di sterile "rivendicazionismo" dell'amministrazione, in riferimento ai fondi stanziati per la ricostruzione. .

Parole pesanti come macigni: "Dal 2009 ad oggi - ha ricordato - sono stati spesi 12 miliardi di euro. Se siano stati spesi bene o no, non lo posso dire. Non c'ero. La magistratura è intervenuta più volte per verificare presunte irregolarità, questo lo so. Naturalmente auguriamoci di no, ma se le ipotesi investigative fossero confermate, questa vicenda sarebbe davvero deplorevole, metterebbe in discussione gli sforzi onesti di tante persone". 

Nessuna sorpresa. I rapporti tra Trigilia e Cialente sono logori da tempo. Ricorderete che, tra la fine di novembre e gli inizi di dicembre, c'era stato un duro botta e risposta tra il primo cittadino e il ministro. "Trigilia non sa più niente dell'Aquila, sarebbe meglio cambiare tutor", aveva attaccato Cialente. "Le critiche suscitano sconcerto e devono essere respinte con fermezza", la risposta di Trigilia. "Le dichiarazioni del sindaco non appaiono improntate al senso di responsabilità che dovrebbe guidare tutte le istituzioni, ma sembrano orientate piuttosto a ricercare un facile consenso a scapito di una corretta informazione". 

Insomma, gli ultimi arresti potrebbero segnare l'ennesimo strappo con Roma e, così, minacciare il processo di ricostruzione che, anzi, dovrebbe procedere a ritmi serrati. Non è un caso che la senatrice Pezzopane, già nel pomeriggio di ieri, abbia lanciato l'allarme: "la vicenda non può creare alibi al governo per bloccare il flusso di risorse necessarie a ricostruire L'Aquila e il cratere".

 

 

Ultima modifica il Giovedì, 09 Gennaio 2014 13:34

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