"Il mio compito è portare avanti e salvaguardare un progetto e un patrimonio riformista che ha avuto nella precedente legislatura momenti importanti".
A dirlo è stato l'ex ministro degli Interni e candidato alle primarie della segreteria del Pd Marco Minniti, all'Aquila per presentare il libro Sicurezza è liberta. Terrorismo e immigrazione: contro la fabbrica della paura, appena pubblicato con Rizzoli.
Minniti ha ufficializzato la propria candidatura a segretario domenica scorsa - è uno dei tre big in campo, insieme a Zingaretti e Martina (anche se i candidati, in totale, sono sette) - e ha già ricevuto l'endorsement di 500 sindaci e amministratori locali (anche se non sono mancate le poleiche perché alcune adesioni non sarebbero certificate), oltre a quello di una buona fetta del partito, quella più vicina a Matteo Renzi.
L'essere identitifcato, però, come il candidato sostenuto dall'ex premier e segretario, che in questo momento non gode di molta popolarità tra gli iscritti al Pd e in generale tra gli elettori di centrosinistra, non sembra preoccupare Minniti: "Se parlamentari, ex ministri e altre forze che si sono impegnate nella passata stagione riformista sostengono la mia candidatura per me è un segnale importante. Non essendo stato tra coloro che hanno lodato Renzi non ho bisogno di prenderne le distranze".
Con tutti questi candidati in corsa, il rischio è che nessuno riesca a raggiungere il 51% delle preferenze, la soglia necessaria per l'elezione diretta a segretario: "Il mio auspicio è che ci si arrivi al 51%, io mi impegnerò per raggiungerlo ma è un dato sentito anche dagli altri candidati. In una fase così delicata, avere delle primarie dove nessuno raggiunge il 51% sarebbe un segno di debolezza".
"Il libro" ha poi spiegato Minnini "affronta il tema di come abbiamo messo in campo, negli ultimi anni, una politica che tenesse insieme sicurezza e libertà su grandi questioni come la lotta al terrorismo o quella alla criminalità organizzata e umanità e sicurezza per quanto riguarda il governo dei gandi flussi migratori".
Minniti uguale Salvini si leggeva su uno striscione con cui alcuni militanti di Potere al popolo hanno accolto l'ex ministro fuori il Gran Sasso Science Institute, dove si è tenuto l'incontro. "Salvini pensa che si debba scegliere necessariamente tra umanità e sicurezza. Ma avere una sicurezza senza umanità contiene un rischio di slittamento democratico e perdita di valori".
Sulla legge di Stabilità, invece, Minniti ha detto: "Mi pare che siamo in una posizione di isolamento internazionale molto pesante, stiamo pagando un prezzo durissimo. Basta guardare l'ultima asta dei buoni del tesoro, la situazione è drammatica, simile a quella del 202. Prendo atto delle affermazioni di Tria, che ha detto che lo spread alto alla fine si riverbererà anche sui mutui. Bene, ma non ci voleva un grande economista per dirlo. Siamo di fronte a un governo avventurista che sta scaricando sugli italiani il prezzo di scelte politiche sbagliate e di conti economici infondati".
All'incontro con Minniti erano presenti Stefania Pezzopane, Massimo Cialente, gli ex assessori comunali Maurizio Capri, Emanuele Di Giovambattista, il consigliere regionale Pierpaolo Pietrucci più quasi tutta la dirigenza del Pd aquilano, dal segretario comunale Stefano Albano a quello provinciale Pietro Di Stefano.