Dal 22 settembre scorso, il sindaco dell’Aquila Pierluigi Biondi e il vice Guido Quintino Liris hanno perso completamente la rotta; “se Giorgia Meloni dovesse dirmi che debbo candidarmi a presidente di Regione Abruzzo, non potrei far altro che rispettare l’indicazione” disse quel giorno Biondi, mettendo sul tavolo, di fatto, la sua disponibilità, sebbene fosse stato eletto sindaco dell’Aquila soltanto 15 mesi prima. Ebbene, non solo la segretaria nazionale di Fratelli d’Italia non ha mai chiesto a Biondi di candidarsi, ma la fuga in avanti del primo cittadino - ‘scortato’ a Roma da Liris, a garanzia che l'indicazione del candidato sindaco sarebbe toccata di nuovo ai meloniani si fosse tornati al voto - ha finito per isolarlo politicamente, esponendo la maggioranza di centrodestra in Consiglio comunale a venti di burrasca.
E’ finita, così, anche la luna di miele con la città; Biondi era stato abile, fino ad allora, a sfruttare i segreti della comunicazione politica: stavolta, però, non è riuscito il tentativo di far passare come una ‘scelta di cuore’ il passo indietro che, in realtà, è stato imposto da Giorgia Meloni e, d’altra parte, non aveva affatto convinto la ‘tesi’ che la candidatura a governatore sarebbe stata a servizio dell’Aquila e delle aree interne. Piuttosto, è parso evidente che il sindaco stesse cercando una via d’uscita, stante l’impasse della sua maggioranza, incapace di dare risposta alle aspettative degli elettori.
In quei giorni, è maturata pure la spaccatura in seno a Forza Italia, con la contrapposizione tra Liris e il deputato Antonio Martino - il candidato governatore, se la scelta fosse toccata agli azzurri – culminata con lo scontro degli ultimi giorni. Il vice sindaco ha capito presto che non avrebbe ottenuto una candidatura blindata alle elezioni regionali: le sue scelte hanno indispettito alcuni influenti esponenti di partito – quelli del ’94, per intenderci – che hanno offerto il loro appoggio al consigliere regionale uscente Emilio Iampieri; la discesa in campo del presidente del Consiglio comunale Roberto Tinari ha fatto il resto.
Per questo, Liris ha iniziato a preparare il terreno per un ‘salto’ in Fratelli d’Italia, col sindaco Biondi – coordinatore provinciale del partito – che avrebbe potuto garantirgli la candidatura da capolista. Così, Liris avrebbe trovato una corsia preferenziale verso l’Emiciclo e, d’altra parte, Biondi avrebbe rafforzato la sua posizione in seno al partito, indebolita dal tentativo di strappare la candidatura a governatore che pure era stata osteggiata pubblicamente dai coordinatori regionali, se Fratelli d’Italia avesse ottenuto il riscontro elettorale sperato in provincia dell’Aquila. D’altra parte, Liris avrebbe ritrovato i vecchi amici della militanza che fu, Biondi appunto, Alessandro Piccinini e Carla Mannetti, la corrente dei ‘gabbiani’ in seno ad Alleanza Nazionale, di cui era esponente di spicco anche Marco Marsilio, il candidato governatore in pectore.
L’operazione aveva una sua logica, e si stava definendo nei minimi dettagli: Liris avrebbe rotto con Forza Italia, costituendo in Consiglio comunale un gruppo 'misto', d’appoggio a Fratelli d’Italia, per preparare la sua candidatura in Regione da autonomo nelle liste dei meloniani; erano pronti al grande salto anche l’assessore Sabrina Di Cosimo e alcuni dei consiglieri comunali. Così si è detto, almeno.
Se non fosse che il passo indietro del coordinatore comunale Stefano Morelli, sostituito dal deputato Antonio Martino e non da un esponente aquilano del partito, ha di fatto portato alla luce la spaccatura, rimasta sotterranea fino a quel momento. A brutto muso, Martino ha chiarito in conferenza stampa che cambi di casacca prima delle Regionali non sarebbero stati ammessi, altrimenti sarebbe venuta meno la coalizione stessa di centrodestra. E non ha mancato alcune stoccate al sindaco Biondi. Accanto a sé, aveva Roberto Tinari e l’assessore Annalisa Di Stefano che, qualche ora dopo, è stata defenestrata dal primo cittadino. Chiaro il messaggio recapitato a Martino: se si fosse messo di traverso alla candidatura di Liris con Fratelli d’Italia, il vice sindaco, spalleggiato dal primo cittadino, avrebbe di fatto azzerato la presenza di Forza Italia in Consiglio; ed infatti, alla conferenza stampa del deputato non aveva partecipato nessuno dei consiglieri comunali eletti nelle liste degli azzurri. Più chiaro di così.
Biondi e Liris, però, non avevano considerato la reazione di Martino che, d’intesa col coordinatore regionale Nazario Pagano, ha risposto con estrema durezza: se non dovessero arrivare le scuse del sindaco dell’Aquila, col reintegro in Giunta dell’assessore Di Stefano, Forza Italia porrà un veto su Marco Marsilio, rompendo l’accordo nazionale. Non è un mistero che gli azzurri non vedano di buon occhio la candidatura del senatore romano e preferirebbero, se proprio la scelta dovesse spettare a Fratelli d’Italia, Michele Russo; il sindaco dell’Aquila non ha fatto altro che offrire agli azzurri, su un piatto d’argento, il motivo per mettersi di traverso.
Tra l’altro, sta facendo ‘rumore’ il silenzio dei consiglieri comunali azzurri che non hanno inteso mostrare solidarietà al sindaco Biondi per le parole di fuoco del coordinatore comunale Martino: non è così scontato che vogliano seguire Liris, insomma, e d’altra parte Giancarlo Della Pelle e Ferdinando Colantoni sono forzisti di vecchia data, ed è difficile immaginare che il capogruppo Roberto Jr Silveri possa aderire ad un gruppo misto di sostegno al partito dell’assessore Carla Mannetti, di cui ha duramente contestato, in questi mesi, l’azione amministrativa.
Biondi e Liris sono con le spalle al muro.
In queste ore, la tensione è altissima; a quanto si apprende, i vertici di Fratelli d’Italia sarebbero infuriati e Marsilio ha provato a prendere le distanze dal sindaco dell’Aquila, derubricando la vicenda a “questione locale” che non avrà ripercussioni “sulle scelte del tavolo nazionale”. Bocche cucite nella Lega, ha parlato soltanto il coordinatore regionale Giuseppe Bellachioma che ha lanciato un appello all’unità, appellandosi alla coerenza dei vertici di Forza Italia e del sindaco Biondi “affinché si chiariscano e venga ripristinata una situazione di fiducia e di collaborazione”. Il sindaco dell’Aquila reintegri in Giunta l’assessore Di Stefano, il messaggio tra le righe. Su questa ipotesi sta lavorando il senatore Gaetano Quagliariello, in cambio del via libera di Forza Italia alla candidatura di Marsilio.
Dunque, Biondi ha davanti a sé due strade: la prima, ‘restituire’ le deleghe ad Annalisa Di Stefano, piegandosi alla prova di forza degli azzurri e mostrando, di nuovo, la sua debolezza politica, per evitare di ‘bruciare’ la candidatura di Marsilio; la seconda, tirare dritto per la sua strada, mettendo però in fortissima difficoltà il suo partito e finendo per isolarsi ancora di più. Comunque vada, sarà una ‘Caporetto’. Di certo, è chiuso in un angolo il vice sindaco Guido Quintino Liris che, a questo punto, si è precluso la possibilità di una candidatura con Forza Italia, a meno di non tornare da Martino e Pagano col capo cosparso di cenere, e difficilmente troverà un posto in Fratelli d’Italia, stante la situazione e il veto ad una sua discesa in campo posto dagli azzurri che, di certo, verrà ribadito se si dovesse ritrovare l’accordo su Marsilio.
Di mezzo è finita la città che non ha più una maggioranza di governo, con un sindaco debole come mai prima d’ora – in queste ore, nessun consigliere o assessore ha espresso pubblicamente solidarietà al primo cittadino maltrattato dal vertice regionale di Forza Italia - e le forze partitiche in guerra tra loro verso le Regionali.