Continua il botta e risposta tra il sindaco dell'Aquila Pierluigi Biondi e il capogruppo del Pd Stefano Palumbo che qualche giorno fa ha accusato la maggioranza e la giunta di aver paralizzato la macchina comunale per fare campagna elettorale. Parole che non sono piaciute al sindaco Biondi che, in una nota diffusa ieri, ha affermato: "a chi parla di stallo della macchina comunale per motivi elettorali rispondo, innanzitutto, con i numeri".
"Se prima di parlare qualche esponente del centrosinistra si fosse informato -ha aggiunto Biondi- avrebbe evitato l'ennesima figuraccia, utile per conquistare il mediatico quarto d'ora di celebrità di warholiana memoria".
"Il sindaco, probabilmente, trascura il fatto che non bisogna essere consigliere comunale né tantomeno iscritto al Pd per sapere quanti e quali atti l'amministrazione comunale produce -la controreplica del consigliere Palumbo- Chiunque abbia voglia di consultare l'albo pretorio online, potrà così constatare personalmente che delle 111 delibere citate da Biondi, in risposta al mio comunicato, la gran parte attengono a provvedimenti che, per un ente pubblico, sono di ordinaria amministrazione, come gli atti riguardanti la gestione del personale, le autorizzazioni a resistere in giudizio nei tanti procedimenti in cui il comune è chiamato in causa o gli obbligatori adempimenti per il regolare svolgimento delle elezioni regionali. Avete mai sentito un impiegato vantarsi di controllare quotidianamente la posta elettronica? Siamo a questo livello".
Per Palumbo è "altrettanto scontato sottolineare come la quantità di delibere licenziate non è sinonimo di qualità dell'azione amministrativa; tra le delibere non ordinarie figura infatti quella riparatoria resasi necessaria per recuperare alla figuraccia fatta sul caso COGESA o quella sull'analisi dell'assetto delle società partecipate sulle cui gestioni nessuna novità è stata introdotta rispetto a quanto previsto dalla tanto vituperata amministrazione Cialente".
"All'insignificante paragone fatto da Biondi sull'attività della sua e della precedente amministrazione -fa notare Palumbo- è il caso di rispondere con argomenti ben più consistenti, ricordando che quando il comune dell'Aquila aveva all'urbanistica e alla ricostruzione un assessore a tempo pieno, il consiglio comunale era sottoposto con frequenza settimanale al vaglio di provvedimenti autorizzativi, regolamentari o di programmazione; le imprese edili che operano nella ricostruzione denunciano da tempo questa inerzia, senza neanche aver bisogno di consultare l'albo pretorio".
"Tuttavia, più delle delibere approvate dalla giunta -sottolinea ancora il consigliere Pd- a preoccupare sono quelle che mancano. Il presidente del CUS nei giorni scorsi ha dichiarato che l'unico ente ad aver rispettato gli impegni sull'organizzazione dei campionati studenteschi è stato il Comune, eppure del contributo comunale menzionato non vi è traccia in nessuna delibera: campagna elettorale? L'assessore allo sport, non più di una settimana fa, ha dichiarato che il complesso sportivo Verdeaqua sarà riaperto in primavera, eppure del nuovo bando per l'affidamento della gestione, che richiederà non pochi mesi per l'espletamento, non se ne sa nulla: campagna elettorale?"
"Ma soprattutto -prosegue Palumbo- quello che il sindaco si guarda bene dal dire è che, a causa del mancato stanziamento nella finanziaria, da poco approvata in parlamento, del fondo straordinario per le minori entrate e le maggiori spese (da sempre garantito al comune dell'Aquila) non ci sarà entro il 28 febbraio, termine stabilito dalla legge, la delibera più importante, quella del bilancio di previsione. Del resto in campagna elettorale è difficile dover dire ai cittadini che le inevitabili conseguenze sono il dissesto finanziario dell'ente o l'aumento delle tasse".
"Io capisco benissimo che svolgere il ruolo di tutor di Marsilio è un lavoro molto impegnativo per Biondi -l'affondo- ma le visite in città dei due vicepremier dovevano essere occasione per il primo cittadino per rivendicare, con forza, tutte le misure di cui la città ancora ha bisogno; né di Maio e Salvini hanno garantito impegni in tal senso, né Biondi lo ha chiesto loro pubblicamente, inchiodandoli a precise responsabilità".
"Ci sarebbe una città, una Regione ed un Paese da amministrare -conclude Palumbo- si preferisce invece continuare a giocare a Risiko quando nel tempo si sono persino perse le carte territorio".