“E’ un risultato francamente al di sopra delle aspettative, abbiamo sfiorato la maggioranza assoluta”.
Marco Marsilio è ancora un poco frastornato dalla vittoria elettorale; giunto all’Aquila in mattinata per una conferenza stampa con le forze di coalizione, l’oramai ex senatore romano di Fratelli d’Italia, governatore di Regione Abruzzo, ha voluto ringraziare gli abruzzesi “che hanno recepito il nostro messaggio. Oggi, riprendiamo la guida della Regione in modo forte e autorevole – ha sottolineato – e sento forte la responsabilità del mandato che mi è stato affidato. In Abruzzo, si respirava una grande voglia di discontinuità, di cambiamento: siamo stati bravi ad intercettarla”.
Accanto a Marsilio, la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni che col suo movimento ha 'conquistato' la prima Regione in Italia. “Vivo con particolare orgoglio il fatto di essere il primo governatore nella storia di FdI. Grazie a Meloni per aver scelto l’Abruzzo come Regione in cui spendere il suo peso politico e per la fiducia che ha voluto accordarmi. Ora, dovremo dimostrare di essere all’altezza della pesante responsabilità che ci siamo assunti”.
Marsilio ha inteso mettere in luce “il risultato particolarmente negativo del Movimento 5 Stelle: hanno dimezzato i voti rispetto alle politiche del 4 marzo, sebbene avessero schierato in Abruzzo i pezzi da 90, il vice premier Luigi Di Maio e Alessandro Di Battista: è il sintomo dell’inconcludenza e dell’inconsistenza della loro offerta politica. Il voto di protesta è stato largamente intercettato dal centrodestra, e dalla Lega in particolare, che sta dimostrando, al contrario, di avere una importante esperienza di governo”.
Alla conferenza stampa hanno partecipato i leader delle forze che hanno sostenuto la candidatura di Marsilio: l’onorevole Luigi D’Eramo, vice coordinatore regionale della Lega, Stefano Morelli di Forza Italia in rappresentanza del segretario regionale Nazario Pagano, il leader di Idea Gaetano Quagliariello, il coordinatore regionale di FdI Etel Sigismondi e Gianluca Zelli che ha dato vita all’esperienza civica di Azione Politica.
“Mi sento partecipe di un piccolo capolavoro collettivo”, le parole del senatore Quagliariello. “Per noi, non è stato affatto facile: abbiamo detto sempre che Marsilio sarebbe stato un eccellente candidato, abbiamo evitato che tra noi e il presidente passasse anche solo un filo d’erba, abbiamo accettato di combattere con una mano legata dietro la schiena, abbiamo contribuito alla vittoria e siamo arrivati persino ad eleggere. Meglio di così era difficile fare”. Chiaro il riferimento agli attriti tra le forze di coalizione e la lista Udc-Idea, a valle della candidatura, notte tempo, di Mario Olivieri e Marianna Scoccia, sebbene vi fosse un veto esplicito degli alleati. Marsilio aveva immediatamente preso le distanze, sottolineando come l’Udc fosse fuori dalla coalizione; poi gli animi si sono rasserenati, stante l’impegno dello stesso Quagliariello a tenere fuori dalla porta i candidati contestati. Se non fosse che Marianna Scoccia è stata eletta, con oltre 5 mila voti. A domanda precisa, Marsilio stamane è stato categorico: Scoccia è comunque fuori dalla maggioranza che, così, si ritroverebbe con un consigliere in meno. Staremo a vedere.
Quagliariello ha insistito molto sulla rilevanza nazionale del voto abruzzese: “l’unico governo per il Paese è un governo di centrodestra che dovrà reggersi su due gambe: una c’è, la Lega, che ottiene un risultato storico, l’altra dobbiamo costruirla, ognuno apportando la propria forza e le proprie idee. Di certo, riuscirci è più semplice di ieri: la ‘seconda gamba’ è necessaria per un centrodestra equilibrato che voglia candidarsi alla guida del Paese”.
A ribadire il risultato clamoroso della Lega, oltre le aspettative della vigilia, l’onorevole Luigi D’Eramo: “Siamo andati oltre il 27%, un risultato che ci pone come il primo partito della coalizione e d’Abruzzo. Abbiamo eletto 10 consiglieri regionali e avvertiamo il peso della responsabilità: dovremo reggere l’urto di rimettere in piedi, nel più breve tempo possibile, una macchina regionale pesantemente azzoppata da 5 anni di governo del Partito Democratico. La nostra proposta politica, le donne e gli uomini che abbiamo candidato erano in perfetta sintonia con l’elettorato abruzzese; non è casuale, d’altra parte, la crescita esponenziale degli ultimi due anni: alle amministrative dell’Aquila avevamo ottenuto il 7.5%, alle politiche del 4 marzo siamo saliti al 14%, ora arriviamo al 27%. Siamo estremamente soddisfatti”.
E soddisfatta è, evidentemente, Giorgia Meloni. “E’ una giornata felice per noi”, le parole della leader di Fratelli d’Italia. “Grazie al popolo abruzzese per questo riconoscimento, per aver partecipato alle elezioni, sebbene vi sia stato il tentativo della sinistra uscente di allontanare gli elettori dalle urne fissando le elezioni in pieno inverno così da neutralizzare il voto diffuso, d’opinione, che si è contrapposto, invece, al voto clientelare della sinistra. Intendiamo prenderci le nostre responsabilità in Abruzzo: sono convinta che faremo un lavoro straordinario, su infrastrutture, lavoro, sviluppo, difesa delle famiglie, dei giovani e dei prodotti tipici locali. Il nostro è un programma articolato, su cui si è lavorato duramente, e d’altra parte Fratelli d’Italia ha già dimostrato di saper governare laddove, come a L’Aquila, è stato chiamato all’esperienza amministrativa”. Dunque, un elogio all’amico Marsilio: “ha condotto una campagna elettorale straordinaria, commovente, si è guadagnato il rispetto e la credibilità del suo territorio. In queste settimane, gli avversari politici hanno parlato soltanto di noi, non dei loro programmi; non è un caso, il Movimento 5 Stelle un programma politico non ce l’ha, il centrosinistra aveva già dimostrato la sua incompetenza e inconcludenza alla guida della Regione. Ora, tocca a noi: sono molto fiera che Marco Marsilio sia il primo presidente di Regione di Fratelli d’Italia. E siamo convinti di poter fare bene”. Un’ultima stoccata, Meloni l’ha riservata a Sara Marcozzi: “ho sempre molto rispetto dei vinti, di chi perde, avendo una lunga esperienza di sconfitte elettorali”, ha scherzato; “tuttavia, bisogna saper perdere. Marcozzi ha parlato di sconfitta della democrazia: la democrazia vince sempre quando è il popolo a scegliere”.