Equilibrio tra i partiti della coalizione e rispetto delle territorialità: sono i principi che guideranno Marco Marsilio nella composizione della Giunta regionale.
A fare la parte del leone sarà, evidentemente, la Lega di Matteo Salvini che, alle elezioni del 10 febbraio, ha superato il 27.5% delle preferenze: stando alle voci che circolano all'Emiciclo, il coordinatore regionale Giuseppe Bellachioma e il deputato Luigi D'Eramo potrebbero chiedere tre assessorati e la vice presidenza della Giunta o, in alternativa, la presidenza del Consiglio. Per chiudere il cerchio, un assessorato dovrebbe andare a Forza Italia e un altro a Fratelli d'Italia.
Ma andiamo con ordine.
La poltrona di vice presidente della Giunta potrebbe andare ad un esponente esterno al Consiglio, su indicazione della Lega e col sostegno di Azione Politica che potrebbe reclamare per Roberto Santangelo la presidenza di una Commissione: si fa insistentemente il nome di Gianfranco Giuliante, coordinatore dei dipartimenti territoriali della Lega, che porterebbe esperienza in una maggioranza piuttosto acerba.
Così fosse, il Carroccio avrebbe altri tre assessori: Pietro Quaresimale, eletto nel teramano, Nicola Campitelli, tra i più votati in provincia di Chieti, e Nicoletta Verì, eletta a Pescara. In Giunta siederebbero anche Lorenzo Sospiri di Forza Italia, anch'egli tra i più votati nel pescarese, e Guido Quintino Liris di Fratelli d'Italia, espressione dell'aquilano.
A Mauro Febbo di Forza Italia andrebbe l'incarico di sottosegretario alla Presidenza della Giunta regionale, con l'altro aquilano eletto, Emanuele Imprudente, che potrebbe avere la presidenza del Consiglio regionale.
In alternativa, la guida dell'assise potrebbe essere affidata a Quaresimale, con Imprudente assessore e le carte che, a quel punto, si rimescolerebbero con Liris che potrebbe avere la presidenza di una Commissione. Non si può escludere neanche l'ipotesi che la presidenza del Consiglio vada a Forza Italia, con Sospiri in pole position e Guerino Testa che potrebbe strappare una poltrona da assessore.
Sta di fatto che non si dovrebbe uscire da questa cerchia di nomi.
In base alle norme vigenti, cinque dei sei assessori dovranno essere scelti, infatti, tra i consiglieri regionali eletti che lasceranno lo scranno ai primi dei non eletti nelle rispettive liste, col ritorno in Consiglio comunque assicurato qualora perdessero la poltrona in Giunta. Almeno un assessore dovrà essere donna.