Mercoledì, 06 Marzo 2019 13:46

Zelli rompe con Marsilio: "E' l'ultima persona che può cambiare questa Regione"

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Rottura fragorosa nella coalizione di centrodestra.

Non ci sono ancora i nomi degli assessori ma la composizione della Giunta definita ieri, in un vertice convocato dal presidente Marco Marsilio a Palazzo Silone, ha fatto infuriare il leader di Azione Politica Gianluca Zelli, che aveva abbandonato in anticipo i lavori scuro in volto e che stamane, in conferenza stampa, ha rotto col centrodestra con parole di fuoco. "Come hanno imparato a conoscere Luciano D'Alfonso e lo hanno rimandato a casa, gli abruzzesi molto presto impareranno a conoscere Marco Marsilio come lo abbiamo conosciuto noi", l'affondo.

Accanto a Zelli erano seduti i coordinatori provinciali Pierluigi Panunzi, Berardino Fiorilli, Luca Maccione e Rudy Di Stefano. L'imprenditore pescarese ha informato la stampa di essersi dimesso dalla carica di coordinatore regionale di Azione Politica che, alle regionali, ha ottenuto il 3.47% delle preferenze eleggendo un consigliere, Roberto Santangelo. Le redini del movimento saranno tenute, in questa fase, da Angelo D'Ottavio.

"In qualità di leader di questo movimento - ha spiegato Zelli - ho definito la linea politica, fin dal percorso avviato con il raggruppamento di Civiche per l’Abruzzo, di cui non abbiamo condiviso l’impostazione personalistica. Da qui, la decisione di contribuire al mantenimento di un centrodestra unito. Ho incontrato Marco Marsilio e Pierluigi Biondi a Stiffe per discutere di programmi e rappresentanza: dell’istituzione di un nuovo assessorato regionale multidisciplinare allo Sviluppo economico, di riforma della sanità, di manutenzione e potenziamento delle infrastrutture stradali. In quell’occasione abbiamo chiesto una rappresentanza esterna nella Giunta che potesse bilanciare l’elezione di un singolo consigliere, così da equilibrare il rapporto tra costa e aree interne. Questo accordo è stato ribadito in campagna elettorale e dallo stesso presidente Marsilio martedì 12 febbraio, nella sede della mia azienda".

Da quel giorno, "non ho più sentito o visto Marsilio. A garantire l’accordo programmatico, su specifica richiesta di Marsilio, Pierluigi Biondi e Angelo D’Ottavio. Ho rivisto Marco il giorno del passaggio di testimone con Giovanni Lolli, quando ci siamo confermati quello che ci eravamo detti. Fino a ieri mattina - ha proseguito il fondatore di AzP - quando siamo stati vittime di un’imboscata: l’accordo era stato già raggiunto da Lega, Forza Italia, Fratelli d’Italia. Nel corso dell’incontro, nonostante il palese passo indietro della Lega che avrebbe rinunciato all’assessorato esterno - a due condizioni: avere quattro assessori e che l’esterno fossi io (e specifico che nessuno mai ha chiesto un esterno per me, ma per Azione Politica) - e nonostante Forza Italia si fosse resa disponibile a valutare l’assessore e la presidenza del Consiglio, Marsilio ha deciso di chiudere la conversazione assegnando quattro assessori alla Lega, uno a Forza Italia e uno a Fratelli d’Italia. Alla richiesta di spiegazione - e tengo a precisare che tutti i partiti seduti al tavolo sono venuti a conoscenza dell’accordo tra AzP e Marsilio solo negli ultimi dieci giorni di campagna - Marsilio ha risposto che, nelle altre Regioni, FdI era stata penalizzata e che in Abruzzo avrebbe potuto rivalersi, rilanciando persino con il sottosegretario a Forza Italia. A quel punto, visto che la discussione si sarebbe spostata sull’assegnazione delle deleghe, e non avendo AzP parola in Giunta, ho deciso di andare via, senza intenti polemici".

Ma è successo altro. "Ho preso atto della situazione, fino al momento in cui, ieri sera, addirittura, il 'corretto' presidente ha telefonato al consigliere regionale Roberto Santangelo per offrire direttamente a lui la vicepresidenza del Consiglio. Santangelo ha fatto presente che la linea l’avrei dettata io, in qualità di coordinatore del movimento. Così ho ricevuto, ormai a giochi fatti, una chiamata e una proposta dal presidente che ho rifiutato. Non abbiamo bisogno di poltrone. Non sono d’accordo sull’ipotesi di allargamento della Giunta, anche perché in questo momento è l’ultimo dei problemi. Il movimento nasce, e sopratutto io faccio politica, per cambiare questa regione e ritengo che Marsilio sia l’ultima persona che possa cambiarla. Non solo abbiamo dovuto accettare supinamente un candidato indicato da Roma, ma dobbiamo anche far pagare all’Abruzzo questioni accadute in Friuli o in Molise. La mia è una posizione personale e non sono più disposto a trattare con questi individui: da qui le mie dimissioni. Ero sereno ieri e sono sereno oggi".

Azione Politica - ha tenuto a ribadire Zelli - continua a esistere, "ha ottenuto 20mila preferenze, e ieri sera ho chiesto il sacrificio ad Angelo D’Ottavio di diventarne commissario. Le liste civiche sono servite, ancora una volta, a prendere voti, ma il sistema dei partiti ritiene che non debbano avere voce o essere rappresentate. Faccio un grande in bocca al lupo a consiglieri e giunta. Resto in attesa di vedere le competenze degli assessori, soprattutto quelle dell’esterno. Questo pomeriggio, D’Ottavio si riunirà con i coordinatori provinciali e con il consigliere Santangelo per definire la posizione di Azione Politica nell’assise regionale. La mia linea non è quella del movimento, s’intende. La linea che gli avevo impresso, infatti, non ha portato a un risultato e per questo, da oggi, decideranno commissario e coordinamenti regionale e provinciale".

Parole che non lasciano presagire nulla di buono per il futuro. Ed ora, il consigliere regionale eletto Roberto Santangelo si ritrova in una posizione scomodissima, evidentemente: condividere la linea del fondatore del movimento, e rompere dunque col centrodestra, o assumere una posizione autonoma, magari accettando la vice presidenza del Consiglio? Staremo a vedere. 

Di certo, la rabbia di Zelli è giustificata dal mancato rispetto dell'accordo pre-elettorale che, di fatto, l'imprenditore stamane ha svelato ma che aveva, sia chiaro, un significato politico che andava oltre la futura composizione della Giunta: in un momento in cui il centrodestra stava prendendo un'altra strada rispetto alla candidatura di Marsilio, con le forze politiche che stavano pensando di convergere su Fabrizio Di Stefano, la mossa di Marsilio e Biondi di incontrare Zelli a Stiffe per promettergli un assessorato è servita a far venire meno un pezzo dell'alleanza civica che si era riunita intorno all'ex parlamentare. Defilatasi Azione Politica, in effetti, il progetto delle Civiche d'Abruzzo si è sgonfiato, fino all'incoronazione di Marsilio a candidato presidente.

Ecco perché Zelli è infuriato.

Paolucci: "Maggioranza a pezzi ancor prima di iniziare"

"Resto attonito dinanzi alle parole pronunciate da Gianluca Zelli nei confronti del neo Presidente della Giunta regionale Marco Marsilio".

E' quanto ha affermato il consigliere del Pd Silvio Paolucci che ha poi aggiunto: "La coalizione di centrodestra aveva iniziato la sua campagna elettorale tra litigi interni e veti sulla candidatura di Marianna Scoccia nelle file dell'Udc, mal digerendo l'elezione di quest'ultima in Consiglio regionale, mentre oggi assistiamo alle clamorose dichiarazioni di Zelli che parla addirittura di 'imboscata' perpetrata dal Presidente nei confronti di Azione Politica dichiarando, inoltre, che 'impareremo a conoscere Marsilio'. Per noi, purtroppo era tutto chiaro sin dall'inizio conoscendo la genesi del centrodestra a trazione salviniana e ci preoccupa non poco che, alla vigilia della prima seduta di insediamento del Consiglio regionale, e ancor prima di nominare gli assessori, la litigiosità della coalizione chiamata a governare l'Abruzzo sia già a questo punto".

Le parole forti usate da Zelli nei confronti del neo Governatore per Paolucci non lasciano dubbi: "Chissà cosa ci riserva il futuro e soprattutto cosa riserverà agli abruzzesi questa politica avvilente sin dalle prime battute. Certo non saremo teneri, né permetteremo che sulla pelle degli abruzzesi si consumino faide interne al centrodestra. Vigileremo sin dalla prima riunione dell'Assise regionale attenti e severi alle negligenti avvisaglie".

"E' evidente – sottolinea Paolucci - che è il vice Premier Salvini a dettare regole e numeri per il nascente nuovo esecutivo e a quanto pare non sembra accontentarsi. Sembra quasi che quando non sa cosa fare, Salvini prenda il telecomando al Viminale e accenda il reality Abruzzo. Certo, se il buongiorno si vede dal mattino – conclude l'ex assessore – sarà buio pesto per l'Abruzzo".

Ultima modifica il Mercoledì, 06 Marzo 2019 18:25

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