"Il decreto con i 10 milioni per il riequlibrio del bilancio del Comune dell'Aquila è stato annunciato a dicembre: siamo alla fine di marzo, e non è stato ancora varato; da una decina di giorni, la bozza passa da un tavolo all'altro per le bollinature: mi auguro che in settimana il provvedimento possa finalmente vedere la luce".
Parole della deputata dem Stefania Pezzopane che, stamane, ha tenuto una conferenza stampa a L'Aquila denunciando "le mancanze del governo, che non ha mantenuto le promesse" e sottolineando, altresì, le pesanti responsabilità dell'amministrazione comunale. "In questi mesi, sono stati approvati 5 diversi provvedimenti che hanno legiferato sulle emergenze eppure non sono stati assicurati i 10 milioni al Comune dell'Aquila: è chiaro come la vicenda non sia stata presa nella giusta considerazione, dall'esecutivo e così dalla giunta di centrodestra".
Pezzopane si riferisce, in particolare, al Dl 55/2018, il così detto Decreto sisma approvato in luglio, al Dl 91/2018, il Mille proroghe varato in settembre, al Dl 109/2018, il provvedimento per Genova di ottobre, alla Legge di Bilancio approvata a dicembre ed al Dl 12/19, il Decreto semplificazioni di febbraio.
"Già in luglio, presentai uno specifico emendamento al Decreto sisma - ricorda Pezzopane - ma il governo gialloverde lo bocciò in Commissione, con i provvedimenti per il cratere presentati dai parlamentari di maggioranza, e tra loro il deputato e allora assessore comunale Luigi D'Eramo, che vennero fatti ritirare; mi dissero: vareremo il provvedimento nel Mille proroghe. Dunque, in settembre presentai di nuovo l'emendamento e di nuovo venne bocciato; riuscii a far approvare, almeno, un ordine del giorno che impegnava il governo ad approntare il provvedimento nel successivo strumento utile. Tuttavia, in fase di discussione del Decreto Genova l'emendamento venne bocciato ancora. A dicembre, con la Legge di Bilancio sono stati approvati l'emendamento che ha garantito i 2 milioni di euro per i bilanci dei comuni del cratere e il provvedimento che ha stanziato 1 milione di euro per il Decennale: di nuovo, però, è stato bocciato in Senato - alla Camera la legge è passata con la fiducia - l'emendamento per il riequilibrio del bilancio del Comune dell'Aquila. Faccio approvare, dunque, un altro ordine del giorno chiedendo precise garanzie al Governo: la risposta del sottosegretario Vito Crimi è che i provvedimenti per la città sarebbero stati inseriti in un apposito Decreto organico sulle emergenze che sarebbe dovuto arrivare in Parlamento a gennaio. Invece, siamo arrivati a febbraio e col Decreto semplificazioni sono arrivate ulteriori misure per le zone terremotate del centro Italia, e tra le altre i 10 milioni per i familiari delle vittime di Rigopiano, ma non i fondi necessari a mettere in sicurezza il bilancio del Comune dell'Aquila".
Per ben 5 volte, insomma, il Governo ha bocciato gli emendamenti per la città "e il sindaco Pierluigi Biondi non ha mai minacciato dimissioni o sbattuto i pugni sul tavolo", l'affondo di Stefania Pezzopane. Intanto, "il Governo tagliava i fondi per le periferie, i 10 milioni per la sperimentazione del 5G e le risorse per sede distaccata del MAXXI a L'Aquila"; nel silenzio dell'amministrazione comunale che, anzi, "ribadisce in più occasioni la fiducia nell'operato del sottosegretario Vito Crimi. E come non bastasse, fino alle elezioni regionali del 10 febbraio scorso a L'Aquila si sono visti Matteo Salvini e Luigi Di Maio ma nessuno, evidentemente, ha pensato di sollevare il problema dei fondi per il bilancio del Comune".
I primi giorni di marzo, la deputata Stefania Pezzopane invia alle redazioni giornalistiche un comunicato stampa denunciando come L'Aquila fosse stata dimenticata dal Governo; a stretto giro, la replica del sindaco Pierluigi Biondi: "Il dialogo con il governo per ottenere i fondi necessari al riequilibrio di bilancio del Comune dell'Aquila è costante. Le accuse di immobilismo lanciate dall'onorevole del Partito democratico Stefania Pezzopane, sono quindi scomposte e propagandistiche, oltre che intempestive", le parole testuali del sindaco dell'Aquila. Era l'11 marzo: tre giorni dopo, il primo cittadino si è dimesso giustificando la sua decisione estrema col mancato trasferimento dei fondi per il bilancio. "Guarda caso, il sindaco ha rassegnato le dimissioni dopo che il capogruppo di Fratelli d'Italia Giorgio De Matteis e il deputato della Lega Luigi D'Eramo, assessore fino a qualche giorno fa ed esponente della maggioranza di governo che non è stato capace di portare il suo esecutivo ad appoggiare i provvedimenti per L'Aquila".
La sensazione forte è che "il sindaco Biondi abbia tenuto le relazioni con i 5 stelle, mediando sulla partita del bilancio e accontentandosi del milione per il decennale - l'accusa della deputata dem - che era uno stanziamento più che scontato". Tuttavia, a meno di due settimane dal 6 aprile non c'è ancora un programma: è stato sottoscritto un protocollo d'intesa col Mibac, si parla di 'grandi eventi' che dovrebbero aprirsi proprio il 6 per chiudersi il 31 dicembre 2019 ma la città non sa ancora nulla e persino per l'organizzazione della fiaccolata l'incarico agli uffici interni è arrivato soltanto in questi giorni". Come non bastasse, "nell'anno in cui la città avrebbe dovuto ritrovare coesione e compattezza politica, la maggioranza in Comune si è sfasciata".
Dunque, Pezzopane ha lanciato un monito al Governo: "la smettano di cincischiare, rinviare, promettere, annunciare; approvino il decreto con i 10 milioni. E se non dovessero riuscirci, il sottosegretario Crimi dovrebbe prendere atto e rimettere l'incarico. Domani interverrò in aula su questa assurda vicenda. L'Aquila è stata abbandonata. La città reagisca, le forze politiche, sociali, civiche si raccolgano in un grande progetto alternativo: d'altra parte, le dimissioni del sindaco, si sa, hanno motivi interni alla maggioranza. Scontro di poltrone coperto dalla battaglia del bilancio. Lo sanno anche i muri di Palazzo Fibbioni che le vere ragioni sono altre".