"Se Tinari ha la facoltà politica di ignorare le posizioni del suo partito, Forza Italia, non può farlo nascondendosi dietro l'abusata retorica sul bene della città. Poteva farlo in questi due anni, esercitando con imparzialità le funzioni a lui attribuite di massima carica dell'assise civica, tutelando di quest'ultima gli interessi. Nel 2019, e siamo ormai ad aprile, il Consiglio Comunale non ha ancora approvato nessun atto deliberativo, arrivando addirittura all'interruzione delle attività durante la campagna elettorale regionale: un confronto democratico negato che invece sarebbe stato fondamentale, proprio in quella fase, per strappare al Governo un impegno su alcune vertenze fondamentali per la città, tra cui, ad esempio, i 10 milioni necessari alla redazione del bilancio".
L'affondo è del capogruppo del Pd, Stefano Palumbo, che sottolinea come questo fallimento si accompagni "a quello della gestione delle commissioni consiliari (la commissione statuto e regolamenti e quella sociale si sono riunite dall'inizio della consiliatura non più di 5 volte ognuna) i cui presidenti hanno svolto solo la funzione di corazzieri dell'amministrazione rispetto alle proposte pervenute dall'opposizione. Così facendo si è limitata ed umiliata la funzione dell'organo istituzionale rappresentativo della città".
Dunque, Palumbo ha rivolto un appello ai consiglieri di maggioranza "affinché rivendichino insieme a noi un maggiore protagonismo del Consiglio; cinque potrebbero essere gli obiettivi su cui concentrare gli sforzi di ognuno rispetto ai quali, anche dai banchi dell'opposizione siamo sempre stati disposti a misurarci:
- Nuovo PRG: lasciato a prendere polvere per due anni da D'Eramo negli uffici dell'Urbanistica va approvato entro la consiliatura vigente anche perché gode di un documento preliminare di indirizzo già approvato dal precedente consiglio. Senza affrontare il problema dell'esplosione urbanistica della città, conseguenza del post sisma, anche tutte le politiche ricadenti in ambiti diversi dall'urbanistica rischiano di essere inefficaci;
- Progetto CASE: un far-west gestionale, e non solo, vanta debiti milionari che ricadranno sulle spalle dell'intera collettività. Nessuno in questi due anni ha voluto realmente occuparsene, nonostante sia stato uno dei temi portati avanti in campagna elettorale da Biondi. La mia proposta è quella di sempre: smantellamento di alcuni insediamenti, alcuni già totalmente inagibili, valorizzazione e rifunzionalizzazione degli altri;
- Rivitalizzazione del centro storico: occorre una delega specifica da assegnare ad un assessore che si occupi di sovrintendere tutte le complessità, vale a dire cantieri, sottoservizi, parcheggi e commercio, secondo un piano e un cronoprogramma da costruire insieme al Consiglio Comunale;
- Ricostruzione pubblica: oggi è al palo. La qualità della vita e delle relazioni sociali nella nostra città passa in gran parte dalla qualità dello spazio pubblico che oggi è drammaticamente assente. Un impulso ai tanti lavori programmati e finanziati potrebbe passare anche attraverso un lavoro concertato tra i vari parlamentari abruzzesi sulla conversione in legge del decreto Sblocca cantieri;
- Riforma delle società partecipate: solo da una vera riorganizzazione può derivare una migliore, più efficiente ed economica erogazione dei servizi magari redigendo quei piani industriali di cui le stesse società avevano, hanno e avranno bisogno".