Domenica, 14 Aprile 2019 16:20

L'Aquila, bocciata la proposta d'istituzione di una Consulta per l'immigrazione

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"Il Consiglio comunale dell'Aquila ha perso una grande occasione per dare una prova di civiltà e democrazia". 

Parole di Edlira Banushaj, consigliera straniera al Comune dell'Aquila che, in occasione dell'assise riunita giovedì scorso, aveva proposto l'istituzione di una Consulta per l'immigrazione, un organismo che, nelle intenzioni, avrebbe potuto svolgere un ruolo fondamentale per governare nel modo migliore il processo di integrazione tra cittadini aquilani, italiani ed extracomunitari. "Sì cittadini aquilani, perché in città vivono oltre 5mila extracomunitari, famiglie, donne uomini e bambini che vivono, lavorano, studiano in città, sentendosi parte attiva della comunità, pienamente aquilani", sottolinea Banushaj.

Sta di fatto che la maggioranza di centrodestra ha bocciato la proposta; la stessa maggioranza che, nei mesi scorsi, aveva approvato altri provvedimenti, sull'importanza dei presepi e contro l'accattonaggio molesto, fino all'introduzione del Daspo urbano. Eppure, lo Statuto del Comune dell’Aquila recita testualmente: 'il Comune dell’Aquila favorisce la formazione di una opinione pubblica informata dei diritti e dei doveri dei cittadini e consapevole del proprio ruolo; a tale scopo, promuove e sostiene gli strumenti di partecipazione, e garantisce ai cittadini il diritto di accedere alle informazioni, agli atti ed alle strutture dell’amministrazione. In particolare il Comune cura gli interessi generali della comunità aquilana e ne promuove lo sviluppo politico, sociale, culturale ed economico; assicura la libera, attiva e responsabile partecipazione dei cittadini e delle formazioni sociali alle fondamentali scelte politiche ed amministrative; promuove l’integrazione dei cittadini più deboli e svantaggiati, concorrendo ad assicurare le condizioni per la piena esplicazione della loro personalità nello studio, nel lavoro, nel tempo libero, nella fruizione dell’ambiente e nella mobilità; riconosce nel principio delle pari opportunità un elenco di arricchimento delle possibilità di crescita civile della società, e conseguentemente promuove ogni utile azione volta a prevenire discriminazioni ed a rimuovere gli ostacoli che ne impediscano la realizzazione, anche attraverso l’istituzione di appositi organismi; favorisce l’integrazione nella propria comunità dei cittadini stranieri, sulla base del reciproco rispetto dei diritti e dei doveri".

Ebbene, "quale miglior strumento della Consulta per l'immigrazione - si chiede Edlira Banushaj - che proponeva la sua composizione con la presidenza del Consigliere straniere, l'Assessore comunale competente per materia o una persona da lui designata, tre Consiglieri comunali, di cui uno di minoranza, designati dal Consiglio, quattro rappresentanti delle Organizzazioni sindacali dei lavoratori più rappresentative a livello nazionale, designati dalle Organizzazioni stesse a livello locale, un rappresentante dell'INPS, designato dalla sede locale dell'Aquila, un appresentante della Asl, designato dal Direttore Generale, un esperto sui problemi degli studenti immigrati, un rappresentante della Prefettura dell’Aquila, cinque rappresentanti designati dalle associazioni di stranieri immigrati, un rappresentante dei Centro per i Servizi del volontariato dell'Aquila, un rappresentante di un centro accoglienza profughi. Alle sedute della Consulta era previsto partecipasse altresì, con diritto di voto, un rappresentante dell'Agenzia regionale per l'impiego".

La Consulta comunale dell'immigrazione avrebbe potuto esprime pareri in ordine alle iniziative e agli interventi comunali e territoriali in materia di immigrazione, nell'ambito dei piani e dei programmi in materia socio-sanitaria, orientamento e formazione professionale, diritto allo studio, educazione permanente, edilizia residenziale pubblica; ad ogni altro argomento, sottoposto dai competenti organi del Comune.

"La Consulta - aggiunge Banushaj - avrebbe dovuto formulare proposte riguardanti gli studi, le ricerche e le indagini sul fenomeno migratorio; gli incontri e le iniziative concernenti il fenomeno migratorio anche in collaborazione con analoghe consulte di altri Comuni, con il Governo, con gli Organismi dell'Unione Europea, con gli Enti di Ambito sociale determinati dalla Regione Abruzzo ai sensi della legge n. 328/2000 e le province, con le associazioni; la partecipazione a eventi nazionali o internazionali organizzati in materia di immigrazione da istituzioni pubbliche o private, nazionali, europee o internazionali; l'adeguamento di leggi e provvedimenti regionali in materia di immigrazione; le iniziative e i provvedimenti della Regione e degli Enti di Ambito sociale determinati dalla Regione Abruzzo ai sensi della legge n. 328/2000 e le province, volti a garantire i diritti degli stranieri immigrati in campo sociale, culturale, scolastico, sanitario, abitativo, economico e religioso".

E' evidente che l'organismo avrebbe rappresentato un importantissimo aiuto per il Comune dell'Aquila, "affinché il processo di integrazione potesse avvenire nel miglior modo possibile". Ecco perché "votare contro questa proposta ha reso il Comune molto più povero non solo perché si è privato di un organismo che avrebbe governato una materia di grandissima importanza ma perché si è persa un’occasione per dimostrare che sulle questioni importanti bisogna fare fatti e non solo slogan elettorali", si è rammaricata la consigliera straniera. Che ha voluto ringraziare gli otto consiglieri di minoranza che hanno votato a favore della proposta: sinceramente non capisco i tredici Consiglieri di maggioranza che hanno votato contro, senza indicarne le motivazioni, ma solo per logiche politiche".

Ultima modifica il Lunedì, 15 Aprile 2019 13:04

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