Giovedì, 02 Maggio 2019 16:20

Gran Sasso, il centrosinistra: "Sì al commissario ma solo per i lavori"

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Sì al commissario straordinario ma con poteri definiti e non assoluti, “limitati” all’esecuzione dei lavori; stanziamento dei fondi necessari a coprire gli interventi (172 milioni di euro) con un provvedimento di legge; revoca immediata, da parte del ministero dei Trasporti, della decisione di chiusura del traforo del Gran Sasso; rinnovo, potenziamento ed estensione del protocollo d’intesa per il monitoraggio della qualità delle acque e la prevenzione del rischio stipulato dalla Regione Abruzzo nel settembre del 2017.

E’ il pacchetto di proposte per la messa in sicurezza dell’acquifero del Gran Sasso avanzato dai gruppi consiliari del consiglio regionale Legnini Presidente, Pd e Abruzzo in comune, che chiedono anche la convocazione di una seduta straordinaria dell’assemblea.

“Non è possibile che un’emergenza così importante” ha affermato Giovanni Legnini in conferenza stampa “venga affrontata senza investire il massimo organo rappresentativo regionale, nelle sue componenti di maggioranza e minoranza”.

“C’è un governo regionale sonnacchioso” ha dichiarato Legnini, affiancato, nella conferenza stampa, dai consiglieri Americo Di Benedetto, Dino Pepe e Silvio Paolucci, dalla deputata del Pd Stefania Pezzopane e dall’ex vice presidente della Regione Giovanni Lolli “La posizione espressa dalla giunta è riduttiva di fronte all’entità dei problemi e degli interessi pubblici in ballo. Non ci si può limitare a mettere tutto nelle mani di un commissario e poi dire ‘arrivederci’. Anche perché in passato abbiamo già avuto un commissario tuttofare ma i problemi sono ancora tutti lì. La nostra, invece, è una posizione ben più sostenibile, corposa, articolata e puntuale”.

Come prima cosa, sostengono i consiglieri di opposizione, lo Stato deve assicurare la copertura finanziaria degli interventi di messa in sicurezza, quantificati, dagli studi di fattibilità eseguiti dal gruppo di lavoro nominato dalla Regione, in 172 milioni di euro. “Sembra un’ovvietà dirlo ma non lo è” ha affermato Legnini “Né il bilancio regionale né quello degli altri enti locali sono in grado di assicurare quei fondi. E non si dica che nell’ambito del plafond statale da 70 miliardi destinato al finanziamento delle infrastrutture non si trovano 170 milioni per finanziare interventi che chiamano in causa interessi primari di un’intera regione, di 700mila abitanti e della comunità scientifica internazionale. Non possiamo permetterci di fare figuracce al cospetto del mondo”.

Oltre ai soldi, osservano gli esponenti della minoranza, è necessaria anche una governance ed è qui che la proposta del centrosinistra di discosta di più dalla delibera approvata dalla giunta Marsilio: va bene il commissario straordinario, ma i suoi poteri devono limitarsi all’esecuzione dei lavori, non possono né deresponsabilizzare né esautorare o marginalizzare tutti gli altri soggetti istituzionali coinvolti, dalla Regione ai comuni, dalle forze sociali alle associazioni di categoria, fino ai comitati ambientalisti.

Anche perché i lavori saranno complessi e non dureranno mesi ma anni e con ogni probabilità andranno a sovrapporsi agli interventi di messa in sicurezza antisismica dell’autostrada.

“Durante i lavori” ha spiegato Lolli “è inevitabile che l’acqua si intorbidirà. Per questo abbiamo previsto l’installazione di due potabilizzatori, uno dalla parte aquilana e uno dalla parte teramana. Ecco perché ci vogliono oltre 150 milioni di euro, che può sembrare una cifra enorme ma che è uguale a quella che lo Stato ha riconsociuto per la messa in sicurezza del lago di Bolsena. Le questioni che attengono le risorse idriche sono di interesse nazionale, il bacino idrico del Gran Sasso è il più importante, alto e complesso di tutto il Centro Sud e in quanto tale necessita di un intervento strategico dello Stato, anche perché in questa vicenda sono coinvolti un autostrada che è un vettore essenziale per la viabilità nazionale e il più importante laboratorio di ricerca che abbiamo in Italia”.

Il commissariamento” ha affermato Legnini “non deve essere finalizzato a allontanare le responsabilità che ciascuno dei poteri deve esercitare fino in fondo, a partire dalla Regione. Infatti pensiamo che il presidente della Regione debba continuare ad avere un ruolo di coordinamento di tutti gli enti e gli attori sociali coinvolti. Se ciascuno dei soggetti farà la sua parte insieme al commissario, se l’intera comunità regionale sarà protagonista, riusciremo a risolvere il problema. Se invece affideremo tutto a un soggetto tecnico terzo, allontanando da noi il problema, quest’ultimo non si risolverà”.

Contestualmente, propone il centrosinistra, andrà prolungato, rafforzato ed esteso anche ad altri soggetti il protocollo d’intesa siglato nel settembre del 2017 dalla Regione Abruzzo e dal gruppo di lavoro nominato dall’ex vice presidente Lolli per il monitoraggio della qualità e della salubrità delle acque e la prevenzione dei rischi. Grazie a quell’intesa, per esempio, sono stati posizionati tre spettrometri di massa per le analisi delle acque (uno dentro i laboratori del Gran Sasso e altri due nei punti di captazione delle acque sia dalla parte dell’Aquila che da quella di Teramo). E andranno parimenti implementate le attività di comunicazione e informazione di cittadini, associazioni e imprese.

Tutte queste misure, ha spiegato Stefania Pezzopane, saranno scritte nero su bianco in un disegno di legge che il Pd depositerà in parlamento: “Ci siamo già attivati, anche insieme al resto dell’opposizione” ha detto la deputata, che però, consapevole di come spesso i disegni di legge di iniziativa parlamentare finiscano su un binario morto, ha annunciato che si tenterà di intervenire già in sede di conversione del decreto Sblocca Cantieri con degli emendamenti.

Infine, l’opposizione ha chiesto che il ministero dei Trasporti revochi immediatamente la decisione di chiusura del traforo del Gran Sasso, annunciata per il 19 maggio: “E’ inimmaginabile” ha detto Legnini “che la nostra Regione, non solo le province di L’Aquila e Teramo, i laboratori dell’Infn vengano private di questa infrastruttura. Le conseguenze sarebbero disastrose”.

 

Ultima modifica il Giovedì, 02 Maggio 2019 23:39

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