All'Aquila non c'è solo la ricostruzione delle scuole inagibili ad arrancare. A procedere a passo di lumaca sono anche le verifiche di vulnerabilità sismica sugli edifici agibili, che avrebbero dovuto essere completate, coma stabiliva una legge, entro il 31 dicembre 2018.
A denunciarlo sono i consiglieri di opposizione Giustino Masciocco (Articolo 1) e Angelo Mancini (L'Aquila Sicurezza Lavoro) che, dati e tabelle alla mano, hanno mostrato lo stato dell'arte delle indagini sulla sicurezza delle scuole comunali, attaccando poi anche l'amministrazione provinciale per i tempi lunghi previsti per la ricostruzione delle scuole di sua proprietà.
"Nel programma di mandato del sindaco Biondi" afferma Angelo Mancini "si parla di un piano straordinario per la messa in sicurezza degli edifici scolastici. Addirittura si prevede l'abbattimento e la ricostruzione, con adeguamento sismico al 100%, delle scuole con indici di vulnerabilità non adeguati e la contestuale, provvisoria ricollocazione degli studenti. Nulla di tutto ciò è stato fatto".
"Sono solo tre le indagini di vulnerabilità sismica portate a termine da questa giunta" osserva Masciocco "e tra l'altro se si sono potute fare è grazie alle risorse trovate e stanziate due anni fa da Cialente".
Le verifiche a cui si riferisce Masciocco sono quelle relative alla scuola primaria di Paganica (che ha dato un indice di vulnerabilità sismica di 0,46), alla scuola di infanzia di Preturo (0,45) e alla scuola di infanzia di Coppito (0,61).
"Tra l'altro" specifica il consigliere di Articolo 1 "sono verifiche ancora incomplete perché risultano ancora in corso le indagini sui terreni e le relazioni geologiche". Complessivamente, per questo lotto di verifiche, sono stati stanziati 38mila euro per le indagini strutturali e 9mila euro per quelle geologiche.
Le altre 10 scuole sulle quali le verifiche sono state completate, precisa Masciocco, sono quelle individuate e finanziate dalla vecchia amministrazione.
Ecco l'elenco (tra parentesi, l'indice di vulnerabilità): scuola di infanzia di Pagliare di Sassa (0,33); scuola di infanzia di Pile (0,22); scuola primaria di Preturo (0,0); scuola di infanzia S. Benedetto di Bagno (0,22); scuola di infanzia di Cansatessa (0,09); scuola di infanzia di Arischia (0,0); scuola di infanzia di Paganica (0,6); scuola di infanzia di Tempera (0,61); scuola di infanzia "San Sisto" (0,6); scuola di infanzia "Collodi" (0,6).
Eccezion fatta per la primaria di Preturo e le due scuole di infanzia di Cansatessa e Arischia, che sono state chiuse, gli altri edifici, denunciano Masciocco e Mancini, continuano a essere utilizzati e frequentati, pur avendo, in alcuni casi, bassi indici di sicurezza.
All'appello, osservano due consiglieri, mancano ancora 8 scuole: la scuola di infanzia 1° maggio di Pile, la scuola primaria di Pile, la scuola primaria del Torrione, la scuola primaria S. Francesco, la scuola di infanzia Colle Capo Croce, la scuola media Patini, la scuola di infanzia Gianni da Genova e la scuola media Dante Alighieri.
Per tutti questi edifici, gli accertamenti, già assegnati e finanziati, sono ancora in corso: in alcuni casi risultano completate le indagini sui terreni e le relazioni geologiche mentre sono ancora da ultimare le indagini sulle strutture e le verifiche sismiche; in altri casi è esattamente il contrario.
Un discorso a parte merita, invece, la scuola media Carducci, per la quale le indagini e le relazioni geologiche sono terminate mentre c'è ancora da assegnare l'incarico per le verifiche sismiche e le indagini sulle strutture. L'importo a base d'asta, infatti, è di 89mila euro, il che vuol dire che bisognerà procedere a una gara d'appalto. A differenza degli altri edifici per i quali gli importi degli incarichi erano tutti sotto soglia.
Ma i ritardi denunciati da Mancini e Masciocco riguardano anche la ricostruzione e la messa in sicurezza delle scuole della Provincia.
Nel nuovo piano triennale dei lavori pubblici dell'ente, sono stati inseriti interventi - tutti finanziati con delibere Cipe - che però non partiranno prima del 2021: è il caso del Convitto nazionale Cotugno (quello ai Quattro Cantoni), per il quale ci sono 13 milioni di euro; della demolizione della palazzina inagibile e del rifacimento dei laboratori dell'Ipsiasar (7,6 milioni di euro); del recupero di Palazzo Quinzi (10,5 milioni di euro); del nuovo Istituto tecnico per geometri (7,4 milioni di euro). Per tutti questi edifici, i lavori, se tutto andrà bene, inizieranno tra due anni. "A differenza di altre scuole della provincia" attaccano Masciocco e Mancini "per le quali gli stanziamenti sono relativi già al 2019. Il che vuol dire che per quelle è stata già fatta una progettazione e si può amdare a gara".
Gli unici interventi che interessano L'Aquila incasellati nel 2019 sono i lavori di adeguamento strutturale dei corpi A-C-E della sede di via Da Vinci del Cotugno (1,4 milioni) e alcune opere di manutenzione straordinaria per l'Itis D'Aosta (800mila euro per la nuova impermeabilizzazione) e il liceo Scientifico-Artistico (400mila euro per il rifacimento dell'impianto elettrico).
"Ma i lavori al Cotugno non sono ancora partiti" amminisce Mancini "il che vuol dire che anche il prossimo anno gli studenti saranno costretti a disperdersi in più sedi. Ci chiediamo, inoltre, che senso abbia fare questi lavori se è vero, come ha detto il consigliere provinciale con delega alle Opere pubbliche Vincenzo Calvisi, che la Provincia ha intenzione di ricostruire la scuola su un altro sito con uno stanziamento di 13 milioni di euro. Soldi annunciati ma di cui si è persa ogni traccia".
"In questo quadro" osservano Mancini e Masciocco "manca anche una qualsiasi programmazione da parte dell'amministrazione comunale. Non c'è un'idea o un piano per ricollocare qualche scuola in centro. Siamo del parere che in centro storico non ci sarà vera vita fin quando non sarà riportata almeno una scuola per ogni grado".