Sul piano di riordino della rete ospedaliera regionale si mobilita il Consiglio comunale dell'Aquila.
L'assise civica, riunita stamane, ha approvato all'unanimità una mozione, primo firmatario Giorgio De Matteis (capogruppo Forza Italia), con la quale si impegna il sindaco, anche in qualità di presidente del Comitato ristretto dei sindaci della Asl della provincia dell'Aquila, "a convocare un tavolo istituzionale per chiedere all'assessore regionale alla Sanità una celere individuazione della funzionalizzazione tra i presidi ospedalieri di Teramo e L'Aquila che segua, in sincronia, quella già effettuata per gli ospedali di Pescara e Chieti".
La mozione è stata emendata, primo firmatario il consigliere Paolo Romano (capogruppo Il passo possibile), con la richiesta, al presidente del Consiglio comunale, di un Consiglio straordinario sulla sanità, alla presenza del presidente della Regione Abruzzo Marco Marsilio e dell'assessore regionale alla Sanità Nicoletta Verì.
Ad ore dovebbe arrivare l'attesa nomina del nuovo manager della Asl 1 Avezzano-L'Aquila-Sulmona e, dunque, il consiglio comunale si è mosso dando una indicazione politica chiara al prossimo direttore generale. "Sono momenti concitati", ha tenuto a sottolineare De Matteis; "va benissimo l'assetto funzionale Chieti-Pescara, ma se non dovesse andare di pari passo con quello L'Aquila-Teramo il nostro sistema sanitario verrebbe schiantato. La commissione regionale dedicata a valutarne la fattibilità, dunque, si sbrighi a concludere questa fase per permettere ai due Dea di procedere all'unisono, superando le ridicole remore su tempi e spazi del disgraziato periodo Paolucci-D'Alfonso".
D'altra parte, la commissione incaricata di studiare la possibilità della funzionalizzazione degli ospedali di L'Aquila e Teramo, costituita a maggio del 2017, da allora si è riunita soltanto una volta.
Il sindaco Pierluigi Biondi ha ribadito di aver chiesto l'ultima versione del piano di riordino per farne oggetto di un confronto con gli interlocutori della provincia aquilana deputati ad assolvere alle funzioni propositive, consultive e valutative rispetto alla programmazione sanitaria affinché diventi "una battaglia di territorio", le sue parole; "la necessità di un Dea di secondo livello L'Aquila-Teramo - ha aggiunto il primo cittadino - è confermata dai numeri relativi alla mobilità attiva e passiva. Proviene dal Lazio oltre la metà dei pazienti ricoverati da fuori regione, mentre gli abruzzesi optano per le Marche per le cure al di fuori del territorio regionale. Cifre che testimoniano come già oggi le strutture sanitarie delle aree interne siano un punto di riferimento per una terra in cui vivono 5.8 milioni di persone".
Sul punto, in queste ore, si è registrata la presa di posizione forte dell'Università degli Studi dell'Aquila che ha espresso "dissenso e preoccupazione" rispetto all'ipotesi di una possibile difformità di trattamento nell'iter programmatico ed istitutito dei Dei di secondo livello. L'Ateneo aquilano, che eroga numerosi corsi di studio di area sanitaria, triennale, specialistica e a ciclo unico, come Medicina e Chirurgia, Odontoiatria, Infermieristica "da sempre concorre in termini quantitativi e qualitativi alla gestione della sanità abruzzese ed ha, negli anni, investito una quota rilevante di risorse proprie sia per il reclutamento di nuovi ed eccellenti operatori della sanità che per la progressione in carriera di professionisti con elevato profilo già presenti in ruolo", hanno voluto sottolineare la Rettrice Paola Inverardi e il rettore eletto Edoardo Alesse; "tutto ciò a vantaggio dell'assistenza nelle aree interne che gravitano nelle due ASL, ASL 1 Avezzano-Sulmona-L'Aquila e ASL 4 Teramo con le quali l'Università dell'Aquila opera in regime di convenzione. Questo importante impegno economico dell'Ateneo, volto a migliorare le performance assistenziali, oltre che quelle di didattica e ricerca, potrebbe essere fortemente penalizzato da scelte della governance regionale non ponderate e condivise con i principali attori territoriali".