Guardando al nuovo governo Renzi dall'Aquila, la prima cosa a saltare all'occhio è l'assenza del ministero per la Coesione territoriale, quello che, negli ultimi 2 anni (prima con Fabrizio Barca e poi con Carlo Trigilia), ha avuto una speciale delega per la ricostruzione della città.
Per il momento non si sa ancora in capo a chi - a quale ministero o dipartimento - andrà questa funzione: bisognerà aspettare quantomeno il voto di fiducia delle due Camere, previsto per l'inizio della prossima settimana (lunedì il Senato e martedì la Camera dei deputati), e la conclusione della partita della nomina dei sottosegretari.
A confermarlo è anche la senatrice Stefania Pezzopane, che, contattata da NewsTown al telefono, ha detto: "Il ministero per la Coesione territoriale faceva capo al ministero dell'Economia, perché era quello il portafoglio. Con il nuovo Governo si sono riviste un po' di cose, sostanzialmente si sono eliminati quasi del tutto tutti i ministeri senza portafoglio: una decisione che mi sembra molto razionale".
La Pezzopane vorrebbe che a prendere la delega sull'Aquila fosse Giovanni Legnini (anche lui abruzzese e anche lui del Pd), in odore di riconferma dopo essere stato, nel governo Letta, sottosegretario alla presidenza del Consiglio (poltrona che Renzi ha dato a Del Rio): "Abbiamo chiesto al Pd nazionale" ha affermato la senatrice "e in questi giorni lo abbiamo ribadito, che, se Legnini venisse riconfermato, come speriamo, al Governo, sarebbe bene che la delega l'avesse lui. Vorremmo comunque che la delega andasse o al ministero dell'Economia o direttamente alla presidenza del Consiglio. Basta con i ministeri senza portafoglio".
"Lunedì al Senato si voterà la fiducia" ha aggiunto la Pezzopane "avrò modo di parlare direttamente con le persone con le quali mi sto sentendo telefonicamente in questi giorni, soprattutto Del Rio e Guerini, il portavoce di Renzi. Il mio sforzo sarà quello di migliorare le cose, perché con Trigilia ci sono stati problemi e defaillance".
Il giuramento
Matteo Renzi e i ministri del suo governo, di cui la metà donne, hanno giurato questa mattina alle 11.30 nel Salone delle feste del Quirinale davanti al Capo dello Stato Giorgio Napolitano. A sottoscrivere il rituale giuramento alla Costituzione sono stati, però, solo 15 ministri su 16: il nuovo responsabile dell'Economia, Pier Carlo Padoan, infatti, non ha fatto in tempo a tornare da Sydney, dove è stato impegnato, nei giorni scorsi, con i lavori del G20. Padoan giurerà nei prossimi giorni
Il nuovo governo
16 ministri (contro i 21 del governo Letta), di cui 8 donne. Matteo Renzi ha scelto la squadra che, almeno stando alle sue stesse dichiarazioni, dovrebbe accompagnarlo fino al 2018, termine naturale della legislatura.
Le novità portate dal Renzi I sono tante. Sarà, anzitutto, il governo con il premier più giovane della storia dell'Italia repubblicana, quello con il maggior numero di ministri esordienti e con la maggior presenza femminile. E non sarà solo una presenza numerica: alle donne vanno dicasteri importanti, come gli Esteri, la Salute, l'Istruzione e, soprattutto, la Difesa (prima volta nella storia).
Anche se, osservano alcuni giornalisti, il tasso di novità si ridimensiona se si vanno a guardare i nomi andati a occupare le varie caselle: dietro alcuni di loro, apparentemente nuovi, si intravedono in controluce le sagome di vecchi politici e di vecchi apparati di potere. Altro che cambiare verso all'Italia, come recitava lo slogan renziano delle primarie: il nuovo governo sarebbe solo l'ennesimo compromesso tra spinta innovatrice e riti dell'ancièn regime dei palazzi romani.
"Ci sono davvero tutti" scrive ad esempio Alessandro Gilioli dell'Espresso "dalle cooperative rosse (Poletti) a Confindustria (Guidi); da Comunione e Liberazione (Lupi) alla Banca Mondiale (Padoan); dall’antimafia (Lanzetta) alla non-certo-antimafia (Alfano). E poi: dalla quota Udc (Galletti) a quella Monti (Giannini), dall’area perdente del Pd (Orlando) ovviamente a quella vincente (Renzi-Del Rio-Boschi), passando per quella dei voltagabbana più recenti (Franceschini-Madia-Mogherini). Assai furbesca anche la captatio benevolentiae verso la corrente Civati, sempre con la nomina di Lanzetta che di quella componente era considerata parte".
Le consultazioni sono avvenute in tempi piuttosto celeri, considerando l'eterogeneità degli interessi e delle richieste tra cui bisognava mediare. Alla fine Renzi è riuscito a ricucire anche con Alfano, al quale ha promesso sostanzialmente uno slittamento della riforma elettorale (l'Italicum), che non potrà essere approvata se non insieme alle riforme costituzionali (abolizione del Senato e riforma del Titolo V), proprio come chiedeva il Nuovo Centrodestra.
Tolte le concessioni ad Alfano e al Ncd, per il resto il programma del nuovo governo, almeno per ora, ha pochi punti fermi: il cosiddetto job act, la riforma della burocrazia e quella della scuola. Ma non sono questi i temi che costituiranno il primo, vero banco di prova per Renzi e la sua squadra, bensì le nomine dei nuovi consigli di amministrazione di Eni, Enel, Finmeccanica, Terna e Poste che il governo dovrà fare entro aprile.
Ecco tutti i nomi del nuovo esecutivo:
Presidente del Consiglio: Matteo Renzi, 39 anni.
Sottosegretario: Graziano Del Rio, 54 anni.
Ministeri con portafoglio:
Esteri: Federica Mogherini, 40 anni.
Interno: Angelino Alfano, 44 anni.
Giustizia: Andrea Orlando, 45 anni.
Difesa: Roberta Pinotti, 53 anni.
Economia: Pier Carlo Padoan, 64 anni
Sviluppo Economico: Federica Guidi, 44 anni
Politiche Agricole: Maurizio Martina, 36 anni.
Ambiente: Gianluca Galletti, 53 anni.
Infrastrutture e trasporti: Maurizio Lupi, 54 anni.
Lavoro e politiche sociali: Giuliano Poletti, 62 anni.
Istruzione: Stefania Giannini, 54 anni.
Cultura: Dario Franceschini, 56 anni.
Salute: Beatrice Lorenzin, 42 anni.
Ministeri senza portafoglio:
Riforme e Rapporti con Parlamento: Maria Elena Boschi, 33 anni.
Semplificazione e Pubblica amministrazione: Marianna Madia, 33 anni.
Affari Regionali: Maria Carmela Lanzetta, 58 anni.