Sebbene le forze di maggioranza, al termine del vertice di ieri all'Emiciclo, abbiano parlato di "concordia e armonia" nella scelta delle migliori professionalità che dovranno assumere la guida degli Enti della Regione Abruzzo, e sebbene il governatore Marco Marsilio abbia ribadito come fossero stati individuati i manager delle Asl di L'Aquila e Chieti, "dobbiamo soltanto definire gli ultimi passaggi amministrativi, la prossima settimana verranno formalizzate le delibere", in realtà il centrodestra alla guida della Regione si sta incartando sulle nomine e, in particolare, per ciò che attiene la guida delle Asl provinciali.
Tant'è vero che l'ex direttore generale della Asl di Chieti, Francesco Nicola Zavattaro, designato con decreto dal governatore per tornare alla guida dell'azienda, si è tirato indietro, sbattendo la porta. "Non ho più novità da giorni, direi anche da settimane, cioé da quando ho avuto i primi contatti con la Regione Abruzzo. Avrei dovuto avere un riscontro certo e definitivo rispetto alle richieste da me formulate in ordine ad alcune condizioni che potessero rendere fattibile un incarico in un’azienda in grande difficoltà. Ma questo non è accaduto e il discorso è chiuso".
Più chiaro di così.
I dubbi di Zavattaro hanno, di fatto, bloccato la procedura per la nomina di Roberto Testa, il manager indicato per la Asl dell'Aquila, una scelta che era stata duramente contestata dalla Lega che avrebbe favorito Ferdinando Romano; l'ex manager della Asl chietina aveva chiesto precise garanzie politiche ed istituzionali da inserire, tra cui la 'promessa' di un aumento di compenso considerando che quello abruzzese non è concorrenziale a livello nazionale e una indicazione sul project financing dell’ospedale Santa Annunziata di Chieti, non sicuro sismicamente a staticamente, presentato dall’Ati Nocivelli-Maltauro.
Sollecitato dall’Ansa dopo la riunione della maggioranza di centrodestra di ieri all’Aquila, che avrebbe dovuto affrontate anche il nodo manager Asl, Zavattaro ha chiarito di aver saputo dai media "del summit di maggioranza di cui non conosco né motivazioni, né contenuti, né esito, quindi per me il contatto è chiuso definitivamente. Sottolineo – ha aggiunto - che la mancanza di un riscontro non è comunque degli ultimi giorni ma risale alle passate settimane e quindi la partita in cuor mio è chiusa da tempo. Anche perché non mi sono mai deconcentrato nel portare avanti la complessa attività di riforma nella regione Friuli, dove con soddisfaazione e gratificazione professionale continuerò con grande impegno ad operare".
Una tegola per la Giunta di centrodestra che, a questo punto, dovrà individuare un altro profilo; tra l'altro, va risolta anche la controversia con il manager della Asl di Pescara, Armando Mancini, cui è stato contestato il mancato raggiungimento degli obiettivi, e va istruito il bando per sostituire il manager dell'azienda teramana Roberto Fagnano, indicato come direttore di Dipartimento.
A sette mesi dall'insediamento, insomma, l'esecutivo guidato da Marco Marsilio si ritrova, di fatto, con le aziende sanitarie prive di guida.