Venerdì, 13 Settembre 2019 12:44

Cialente e Lolli, lettera aperta al Governo: "Dovere morale mettere in sicurezza il Paese"

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Una lettera aperta, inviata al presidente del Consiglio Giuseppe Conte, al Ministro dei Trasporti ed infrastrutture Paola de Micheli, al Ministro dell’ Interno Luciana Lamorgese, al Ministro dell’Economia Roberto Domenico Gualtieri e al Presidente ANCI Antonio De Caro; a firmarla Massimo Cialente, già sindaco dell'Aquila, e Giovanni Lolli, già Deputato abruzzese.

"L’Italia, questo nostro meraviglioso Paese - scrivono Cialente e Lolli - ha due problemi drammatici: il rischio sismico, legato alle sue caratteristiche geologiche, e il rischio idrogeologico, spesso causato da un consumo errato del suolo. I terremoti sono eventi naturali periodici o, se preferite, ricorrenti. Oggi abbiamo informazioni sempre più precise che ci dicono non l’anno, il mese, il giorno o l’ora, ma ci segnalano che in determinate aree si alza la possibilità di una loro ricorrenza, comunque certa. In questi 10 anni, dopo il drammatico sisma dell’Aquila, il nostro Paese è stato colpito da altre tragedie simili: l’Emilia, il centro Italia nel 2016 e 2017, la Sicilia. Ogni volta lutti dolorosi, a volte decimazioni di intere comunità, sfollati con emergenze abitative drammatiche e costose, ed infine complesse, lente e dispensiosissime opere di ricostruzione. Da decenni spendiamo almeno 3 miliardi di euro l’anno per far fronte a queste calamità. Le aree colpite conoscono crisi economiche che le rallentano per decenni. Riteniamo che sia arrivato il momento di dire basta!".

Un Grande Paese quale è l’Italia - leggiamo ancora dalla lettera dell'ex sindaco dell'Aquila e dell'ex parlamentare - ha tutte le risorse, i saperi e le tecnologie per mettere in sicurezza il proprio patrimonio edilizio, "i luoghi dove viviamo le nostre vite, nei quali scorrono le vite dei nostri giovani. Il 'sisma bonus' è stato un primo passo, ma ha molte contraddizioni, non è completo e non è sufficiente. Va rivisto nelle priorità, nei meccanismi di finanziamento, di attuazione tecnica ed operativa, concentrando anzitutto le risorse lì dove sappiamo esserci maggior rischio e partendo dal patrimonio pubblico: scuole, ospedali, edilizia residenziale pubblica, uffici pubblici".

Occorre trovare il modo di coprire i crediti d’imposta con le risorse di Cassa Depositi e Prestiti o dei grandi Istituti Assicurativi Pubblici, propongono Cialente e Lolli, "si può chiedere all’Europa che queste spese di investimento per noi improcrastinabili e non più rinviabili escano dal patto di stabilità. Chiaramente è un progetto ultradecennale, da programmare nel tempo".

In Italia il settore dell’edilizia in questi 10 anni è andato incontro ad una crisi drammatica, con perdita di centinaia di migliaia di posti di lavoro e difficoltà estrema per tecnici e progettisti, artigiani. "Nelle sue dichiarazioni in Parlamento, giustamente, il Primo Ministro ha parlato della necessità di un rilancio di questa industria, volano dell’economia, e nel contempo della necessità di ridurre il consumo di suolo e puntare ad una politica di tutela dell’ambiente. Dunque, la messa in sicurezza ed il recupero del costruito, una sua moderne riconversione soprattutto energetica, sono l’unica risposta possibile a questi tre obiettivi. Solo così, tra l’altro, si assicureranno, per decenni, nuovi e soprattutto qualificati posti di lavoro: tecnici, operai, artigiani, addetti alle industrie connesse. E’ un nuovo modello di sviluppo per questa fase storica".

Un investimento necessario, non più rinviabile, "che creerebbe ricchezza e restituirebbe qualità della vita nel nostro paese, a cominciare dai borghi dell’Appennino e del nostro Meridione. Noi, che abbiamo attraversato la tragedia aquilana e viviamo quelle del 2016 e 2017, sentiamo il dovere, anche per onorare i nostri morti ed i nostri dolori, di chiederVi un grande impegno politico su questo tema. Noi sappiamo che si può fare e che, soprattutto, è giusto e necessario. Un dovere Morale. Se non ora, quando?".

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