Doveva essere una Commissione tecnica, per fare il punto sullo stato di salute del Centro turistico del Gran Sasso; al contrario, ha avuto rilevanti riflessi politici, mettendo in luce, una volta di più, le spaccature in seno alla maggioranza e, in particolare, le tensioni che attraversano la Giunta comunale.
Ma andiamo con ordine.
La buona notizia è che il Ctgs ha chiuso il bilancio 2018 in positivo, aumentando finalmente i ricavi; il merito è di alcune scelte oculate dell'amministratore unico Dino Pignatelli che, di certo, non difetta di competenze. La società, però, non è ancora risanata: in bilancio, infatti, vi sono ancora notevoli poste di debito, ed in particolare quasi 3 milioni verso il Comune dell'Aquila.
In questo senso, i consiglieri d'opposizione Giustino Masciocco (Articolo 1) e Paolo Romano (Il Passo Possibile) hanno messo in luce come il piano di risanamento triennale, approvato dal Consiglio comunale nel 2016 a fronte del trasferimento di 2.4 milioni di euro garantiti per estinguere i mutui ancora in essere per la realizzazione delle Fontari, prevedesse, e l'ha messo nero su bianco la sezione controllo della Corte dei Conti, l'8 novembre scorso, una verifica puntuale dello stato d'attuazione da parte dell'amministratore unico e la predisposizione di un nuovo piano industriale, con l'adozione delle necessarie misure integrative, al fine di garantire l'equilibrio dei conti della partecipata.
Una richiesta che era stata ribadita a giugno scorso da Romano con un emendamento al Documento unico di programmazione 2019/2021 approvato dall'assise consiliare.
Tuttavia, manca un mese all'analisi dell'assetto delle partecipate che, da previsione del decreto Madia, va predisposto entro dicembre, e non c'è ancora traccia della verifica imposta dalle norme.
Le criticità di gestione non si esauriscono qui. Anzi.
Ciò che è emerso stamane è una preoccupante approssimazione nella guida della società: si pensi che il 7 novembre prossimo è previsto l'avvio della gara d'aggiudicazione per i lavori di restauro dell'Hotel Cristallo e, insistendo la struttura su una porzione di terreno d'uso civico, si sarebbe dovuto mettere per iscritto un accordo con i Beni separati che, ad oggi, non è stato ancora istruito. Stizzito, l'amministatore Pignatelli ha assicurato che si sta lavorando: "se non dovessimo chiudere l'accordo, la gara verrà rinviata" ha aggiunto. Vale lo stesso per l'albergo di Campo Imperatore, in parte ricadente su una porzione di terreno d'uso civico; in questo caso, però, la procedura è ancora in alto mare: sebbene il progetto esecutivo sia stato presentato ad ottobre 2018, ad oggi non si conoscono i tempi per l'avvio della gara d'aggiudicazione dei lavori e, anzi, il Ctgs vorrebbe subentrare al Provveditorato alle Opere pubbliche nella gestione dell'iter burocratico.
La situazione più grave, però, attiene alla gestione dei lavoratori. In sostanza, il Ctgs - dall'ottobre 2017 - ha acconsentito alla richiesta di dislocare due lavoratori all'infopoint della Fontana Luminosa; ebbene, non è mai stata sottoscritta alcuna convenzione tra la società e il Comune dell'Aquila: a farla semplice, il Ctgs - sebbene sia in condizioni finanziarie critiche - paga due lavoratori per svolgere funzioni che non attengono al core business dell'azienda, senza avere alcun rimborso dal Comune e senza che vi sia alcuna convenzione a sanare la situazione, con la conseguenza che, da un lato, l'amministratore unico sta generando un danno patrimoniale all'azienda e, dall'altro, si sta mettendo in una situazione nient'affatto rassicurante: cosa accadrebbe se uno dei lavoratori del Ctgs dislocati all'infopoint dovesse avere un infortunio sul posto di lavoro?
E mica finisce qui. Altri due lavoratori, infatti, dal settembre 2019, sono stati trasferiti alla gestione del terminal di Collemaggio.
Come noto, l'assessore Carla Mannetti ha deciso di riacquisire il mega parcheggio estromettendo la vecchia gestione: per farlo, ha affidato temporaneamente la struttura ad un gruppo di lavoratori dislocati da alcune delle società partecipate; tra loro, appunto, ve ne sono due che provengono dal Ctgs: di nuovo, però, non c'è alcuna convenzione, non c'è alcun atto formale se non una richiesta posta per iscritto dal settore Mobilità al Centro turistico.
Tra l'altro, il paradosso è che l'amministrazione comunale ha deciso di cedere al Ctgs un appartamento in centro storico, acquisito a valle di procedura equivalente, per farne la sede centrale della società, stimando un affitto di 7mila, 8mila euro l'anno: la partecipata ha proposto di stornare la somma dai compensi dovuti per i lavoratori che prestano servizio da due anni all'infopoint. Ebbene, ad oggi l'accordo non è stato ancora sottoscritto e, dunque, il Ctgs non può entrare in pieno possesso dell'appartamento sebbene, e non si capisce a che titolo, lo abbia già "parzialmente" arredato.
Amministrazione creativa, verrebbe da dire.
Resta il nodo dei lavoratori dislocati senza che vi sia alcun accordo formale: "non potete essere a disposizione dell'assessore di turno che vi chiede dipendenti senza che vi sia una convenzione che regoli il rapporto tra datore di lavoro e Comune dell'Aquila", ha sottolineato Giustino Masciocco. D'altra parte, sin dal 2017 - sotto la gestione ad interim del dirigente comunale Domenico de Nardis - vi sono due lavoratori, due figure di amministrativi, che sono stati posti in mobilità: tuttavia, la loro posizione non è stata ancora 'caricata' sulle piattaforme regionali e nazionali da cui possono attingere le pubbliche amministrazioni e, intanto, pur se in mobilità, i lavoratori sono stati impiegati, appunto, all'infopoint, pagati dal Ctgs.
La notizia, però, è un'altra: l'assessore alla Valorizzazione delle partecipate, Fausta Bergamotto, e così la dirigente del settore, Ilda Coluzzi, non sono state avvertite della richiesta del settore Mobilità di trasferimento dei lavoratori del Centro turistico alla gestione del mega parcheggio, né dal settore né dalla partecipata.
"A chi risponde la società?", si è chiesto provocatoriamente Masciocco; il riferimento, implicito, era anche alla vicenda Ama, gestita in prima persona dall'assessore Mannetti fino allo scontro, frontale con l'amministratore unico della società Gianmarco Berardi sulla contrattazione di secondo livello. Nei giorni scorsi, la Giunta comunale ha approvato la proposta di ricapitalizzazione per 1.3 milioni presentata dall'assessore Bergamotto: la collega Mannetti, però, non si è presentata. D'altra parte, nella stessa seduta è stata approvata una modifica al Peg, il piano esecutivo di gestione che, per Ama e Ctgs, passa dal settore Valorizzazione delle partecipate al settore Mobilità.
E così arriviamo ai nodi politici da cui siamo partiti: la risposta di Fausta Bergamotto in Commissione, infatti, è stata piuttosto dura.
"Mi si chiede chi è l'assessore di riferimento in merito alle società per azioni del Comune dell'Aquila: se sono seduta qui, sono io. Mi pare evidente. C'è da chiarire un punto, però; tutte le partecipate hanno un oggetto sociale che si esplica in una serie di attività e, alcune, di servizio pubblico essenziale: mi riferisco al trasporto pubblico locale e allo smaltimento dei rifiuti. Per ciò che attiene il Ctgs, in particolare, parliamo di trasporto pubblico locale e attività turistica che hanno come referenti anche altri assessorati; è chiaro che dovrebbe esserci una collaborazione o, almeno, mi pongo così: purtroppo, non sempre gli altri settori rispondono allo stesso modo. Sia chiaro: sono rispettosa, ma fino ad un certo punto. Oltre certi limiti, anche io riesco ad arrabbiarmi".
Ha aggiunto Bergamotto: "l'attività del settore Partecipate si esplica nel controllo analogo che, debbo dire, viene fatto con scrupolo e attenzione; a volte, però, ci sono delle interferenze, ed in particolar modo dal settore Mobilità".
In questo senso, in relazione alla variazione di Peg - "e dunque alla gestione dei capitoli relativi al tpl" - c'è stata una richiesta esplicita: non mi sono opposta, col settore abbiamo dato il nulla osta - ha spiegato Bergamotto - la gestione dei capitoli di spesa riguardanti queste attività verrà svolta dal settore Mobilità. Ovviamente, se deve essere così dovrà esserlo per tutti: dunque, chiederò la variazione al Peg per ciò che attiene il contratto di servizio di Asm che dovrà essere gestito dal settore Ambiente e via dicendo. Non possono esserci due pesi e due misure. Mi auguro che il sindaco voglia accogliere questa ulteriore richiesta che avanzerò personalmente".
A dire del clima che si respira in Giunta.
"Per ciò che attiene il personale, è vero che non tutti siamo uguali e signori si nasce, non si diventa; tuttavia, personalmente avrei fatto almeno una telefonata alla mia collega, per spiegare le ragioni della richiesta di trasferimento dei lavoratori dall'Ama o dal Ctgs al mega parcheggio. Non ho ricevuto neanche una chiamata. Ne faccio una questione di forma e di educazione, se mi permettete: non me ne vorrà la collega, ma la prima volta può passare, anche la seconda, poi non ci sto più".
Bergamotto non le manda a dire: "In Giunta è passata una delibera di ricapitalizzazione di Ama e nessuno ha ritenuto di doverlo rendere pubblico: ci sarà un motivo? Non lo so. Personalmente, sono orgogliosa del provvedimento che viene a valle di un piano di ristrutturazione aziendale veramente importante: la prima Giunta in cui ho portato la delibera è saltata, ci siamo dovuti riunore di nuovo" ha chiarito l'assessore, e Mannetti - come detto - non si è presentata.
Dunque, Bergamotto ha inteso lanciare un messaggio preciso: "Io sono un assessore tecnico; politicamente non rispondo alle forze politiche di questa maggioranza. Su questioni importanti come la ricapitalizzazione di Ama mi si viene a dire che appartengo ad uno schieramento piuttosto che ad un altro. Non ci sto. Qui lo dico e lo ribadisco, ci siamo tutti, maggioranza e opposizione: sono un assessore tecnico e, come tale, rispondo al sindaco che mi ha chiamato e al Consiglio comunale".
Bergamotto, infine, ha avvertito i consiglieri comunali del fatto che sul Ctgs bisognerà "mettere le mani seriamente: l'Anac ha prodotto delle osservazioni sugli statuti delle società partecipate, in quanto non era esplicitato nel dettaglio il controllo analogo; con una delibera di Giunta, approvata venerdì scorso, abbiamo apportato delle modifiche agli statuti in questo senso. Per alcune partecipate, però, è stato addirittura contestato l'oggetto, ed in particolar modo per il Ctgs: l'Anac ci dice che l'attività turistica, così come definita - ristorazione, self service, agenzia turistica e via dicendo - non può essere svolta da una società in house. Dunque, abbiamo chiesto un incontro specifico per chiarire la portata della contestazione e rappresentare le nostre esigenze. In questo senso, dobbiamo prendere una decisione: che cosa facciamo con il Centro turistico? Dobbiamo chiedercelo, ed in particolare in questa fase storica in cui stiamo cercando di rilanciare il Gran Sasso.