Giovedì, 07 Novembre 2019 13:48

Consorzi di bonifica, il centrosinistra: "Riforma mina loro autonomia"

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“La riforma dei consorzi di bonifica della giunta Marsilio non solo è priva di un’impostazione organica e sistematica ma mina anche l’autonomia di questi organi e ne aumenta, a dispetto dei proclami, i costi di funzionamento”.

E’ quanto affermano i consiglieri regionali di opposizione Silvio Paolucci, Dino Pepe, Giovanni Legnini e Americo Di Benedetto a proposito della proposta di legge di riorganizzazione dei cinque consorzi di bonifica abruzzesi presentata un mese fa dall’assessore all’Agricoltura e all’Ambiente Emanuele Imprudente (Lega).

Gli esponenti del centrosinistra hanno depositato un loro progetto di legge alternativo, lanciando un appello al presidente del consiglio regionale Lorenzo Sospiri affinché venga calendarizzato il prima possibile in commissione.

 "Dopo aver discusso, a più riprese, con la maggioranza e non aver condiviso le loro proposte di legge” dichiarano i consiglieri “abbiamo deciso di presentarne una nostra che ha lo scopo di assicurare ai consorzi di bonifica d'Abruzzo un'organizzazione più concreta e razionale in ordine alla economicità e alla trasparenza delle loro funzioni".  

"Quella che abbiamo delineato, tenendo anche conto delle istanze che arrivano dall'intesa raggiunta dalla conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato e le regioni, è una riforma organica del settore che va incontro alle crescenti esigenze dei consorzi e soprattutto dei loro associati, una norma che fissa solidi paletti per il futuro dei consorzi e per il loro rilancio, che tiene come punti di riferimento principi cardini come le pratiche di sviluppo sostenibile e gestione delle risorse naturali e che promuove, riconosce e attua la bonifica quale attività polifunzionale e permanente di rilevanza pubblica volta alla finalità di garantire la sicurezza territoriale, ambientale e alimentare" sottolineano gli amministratori del centrosinistra abruzzese.

"La nostra proposta, rispetto a quanto sbandierato dalla riforma dei consorzi di bonifica abruzzesi imposta dalla Lega e dall'Assessore Imprudente, punta a dare maggior peso ai componenti eletti dai consorziati agricoli togliendo un membro alla politica per restituirlo a loro. In pratica, a differenza di quanto propone il centrodestra, che vuole mettere i consorzi sotto il "giogo" della politica, noi puntiamo a dare un ruolo importante in termini di coordinamento e gestione di funzioni strategiche all'Associazione Anbi Abruzzo (Associazione Nazionale Consorzi di gestione e tutela del territorio e acque irrigue) con conseguenti economie di scala" prosegue la nota diffusa in conferenza stampa. "In tale ambito l'attività di bonifica deve perseguire la sicurezza idraulica, la difesa del suolo, la manutenzione del territorio, la tutela e valorizzazione delle attività agricole la razionalizzazione, la difesa delle risorse idriche a prevalente uso irriguo, il deflusso idraulico, la salvaguardia e lo sviluppo dello spazio rurale, dell'ambiente e delle sue risorse naturali”.

“L'intento è quello di usare le competenze di tali presidi anche a sostegno di attività di monitoraggio e controllo svolte dagli enti locali, comuni in primis e soprattutto in campo ambientale e di rischio idrogeologico tramite appositi accordi di programma con lo scopo di realizzare sul territorio la più ampia collaborazione e concertazione tra i consorzi, i comuni e gli altri soggetti pubblici aventi specifica competenza istituzionale per la realizzazione di azioni di comune interesse, per la gestione di specifici servizi, e per l'esecuzione di progetti finalizzati al miglioramento ambientale e al consolidamento territoriale" ribadiscono Giovanni Legnini, Silvio Paolucci, Dino Pepe e Americo Di Benedetto.  

"Oltre quella di poter affidare ai propri consorziati lavori di esecuzione, di manutenzione e di esercizio delle attività di loro competenza, riferite ad opere destinate alla tutela e alla conservazione del suolo e alla manutenzione delle opere di bonifica. La proposta di legge è un contributo organico e tecnico che consente ai consorzi di ampliare il proprio campo di azione, anche in sinergia fra di loro, di essere più operativi e affida alle istituzioni regionali esclusivamente una funzione di controllo del loro operato e non di governo degli stessi infatti con il progetto di legge del centrosinistra i membri nominati dalla Regione non potranno in nessun modo ricoprire cariche esecutive nei consorzi (Presidente e Vice), ma esercitare funzioni di vigilanza”.

“La norma va inoltre ad abrogare la legge nel 1983 che risulta inattuabile per le continue modifiche intervenute in questi anni l'intento è stato quello di rendere più fruibile e più snella la normativa in materia di bonifica abruzzese con l'intendo di determinare un vero testo unico" ribadiscono i consiglieri regionali.

"Insomma è palese a tutti che, mentre la nostra proposta punta a migliorare la funzionalità dei cinque consorzi abruzzesi, quella presentata dal centrodestra ha il solo ed unico obiettivo di commissariare gli stessi e metterli sotto il controllo diretto della politica, proseguendo nella mera azione di "spoil system" che ha animato questi primi mesi di attività del Governo Marsilio che, invece di lavorare per gli abruzzesi, ha puntato ad occupare poltrone, sistemare amici e sodali e mettere le bandierine nei vari enti: questa cosa non gli consentiremo di farla anche con i consorzi di bonifica abruzzese causando gravi danni ad un settore strategico per la nostra economia" chiosano i gruppi di centrosinistra.

I risparmi annunciati da Imprudente” dicono gli esponenti dell’opposizione “non ci saranno perché  è vero che si diminuisce il numero dei componenti dei cda ma si prevedono dei compensi, oltre che per i presidenti, anche per i vice, cosa mai avvenuta fino ad ora. Anche la parificazione dei compensi è sbagliata: non è giusto che il presidente del consorzio di bonifica di Chieti-Pescara che ha 80 dipendenti prenda la stessa cifra di quello del consorzio di Pratola Peligna, nel quale lavorano solo 8 persone”.

“La riforma di Imprudente e del centrodestra indebolisce l’autonomia dei consorzi riducendo il numero dei consiglieri di amministrazione eletti dagli agricoltori, che passano da 8 a 7 sui 10 totali. Inoltre, nelle more dell’entrata in vigore del nuovo regime, si prevedono, di fatto, dei commissariamenti sine die con i quali ci sarà una pesante ingerenza della Regione nel governo di questi enti che invece sono e devono rimanere organi di autogoverno”. 

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