Domenica, 09 Marzo 2014 10:52

Regionali, primarie centrosinistra: D'Alfonso trionfa con il 76%

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Luciano D'Alfonso è, ufficialmente, il candidato del centrosinistra alla presidenza della Regione Abruzzo. Primarie davvero senza storia (si è votato ieri dalle 8 alle 20): su 42293 votanti D'Alfonso ha ottenuto il 76,2% dei consensi (pari a 31460 preferenze), contro il 13,6% di Franco Caramanico (5615 preferenze) e il 10,2% di Alfonso Mascitelli (4211 preferenze).

L'affluenza, come detto, è stata di oltre 42 mila votanti, un dato in linea con le aspettative della vigilia. Va registrato, in questo quadro, il flop totale nel Comune dell'Aquila, dove, a votare, sono andate poco più di mille persone. A nulla sono servite, a quanto pare, le due visite che D'Alfonso ha compiuto nel capoluogo nel giro di una settimana. Almeno lui è venuto: Caramanico e Mascitelli non si sono proprio visti. Ecco i risultati finali relativi all'Aquila: Luciano D'Alfonso 75.35%; Franco Caramanico 17.61%; Alfonso Mascitelli 7.02%

A Pescara, l'affluenza è stata superiore alle 8 mila persone, ma va detto che lì si votava anche per le primarie per la scelta del candidato sindaco (ha vinto Marco Alessandrini con il 35% delle preferenze; secondo, Antonio Blasioli, con il 30%).

Con un'affluenza così scarsa, sarà difficile, a questo punto, che il Pd aquilano decida di convocare altre primarie per la scelta dei candidati consiglieri, come i vertici del partito, nei giorni scorsi, avevano detto più volte di voler fare.

"Ha vinto la forte volontà degli abruzzesi di tornare a decidere sul futuro di questa grande comunità regionale", il commento di Luciano D'Alfonso a risultato acquisito. "E' un voto che dimostra che ha avuto ragione Silvio Paolucci ad aver voluto caparbiamente che si svolgessero le primarie per dare signoria alla scelta dei cittadini. Sono entusiasta di questa investitura voluta da moltitudini di persone, piuttosto che concessa da qualche decina di individui convocatisi casualmente".

Poi, stamane, la conferenza stampa a Pescara. "Comincia il secondo tempo di questa mobilitazione democratica e lo useremo per entrare nel dettaglio della impostazione programmatica", ha sottolineato l'ex sindaco di Pescara, per cui nel giorno del voto "si saprà chi e cosa si vota e perché". 

D'Alfonso ha promesso che sarà "ancora in giro", dopo aver percorso in queste settimane "diecimila chilometri di democrazia", aver "incontrato 300 collettivita'" ed essersi "confrontato con portatori di progetti, di dolore e di interessi legittimi", riempiendo "cento pagine di appunti" e rilevando "circa cento nominativi di persone" disposte ad accompagnarlo".

In campagna elettorale - ha incalzato - "dichiareremo guerra ai problemi dell'Abruzzo", stando "sul pezzo delle questioni non affrontate in questi anni, come il dissesto idrogeologico o la qualità delle acque dei fiumi, che sono i grandi abbandonati". Tra le questioni di cui occuparsi "le incompiute, come gli edifici per la formazione e l'attività universitaria e scolastica, il trasporto su ferro, la specializzazione dell'aeroporto rispetto alle rotte e alle funzioni, e l'insediamento di una authority portuale, il collegamento del sistema della gomma con gli altri sistemi di mobilità, l'infrastrutturazione del territorio".

Per la sanità il candidato governatore pensa alla necessità di un "aumento della capacita di organizzazione" e sostiene che "deve essere liberata dalla signoria della politica". Sta già preparando, inoltre, "un incontro con i presidenti delle Regioni vicine, vale a dire Marche, Molise, Lazio e Umbria, per ragionare in termini di alleanza territoriale" e punta a portare qui il presidente della Croazia.

Poi, un messaggio agli avversari. "Non mi sono mai cimentato dei miei avversari, e mi auguro che si stabiliscano in condizione di competizione attiva. Non ho preso un appunto su chi sia il mio avversario. Io inseguo le questioni che non vanno in Abruzzo e non so quanto queste questioni siano oggetto di inseguimento altrui".

D'Alfonso si sofferma anche sulla possibile squadra di governo che lo affiancherà qualora venisse eletto. "Non saremo un incubatore di esterofilia. Sarà una squadra che pescherà nel mondo di chi ha già prodotto risultati ma prima devo vedere l'esito elettorale. Non perderemo un solo giorno".

L'ex sindaco di Pescara non manca di far riferimento alla questione morale: "In Abruzzo c'é una questione morale, riferita alla condotta di alcuni. Come amministratore devo prevedere dei meccanismi che evitano il ripetersi di quanto accaduto, ad esempio per i rimborsi spese".

"Nei miei confronti", ricorda, "fino ad oggi, ci sono state 53 assoluzioni, e sono certo che il mio operato sarà validato anche dagli ulteriori gradi di giudizio. Ho collezionato solo assoluzioni e per questo non saprei che fare, mentre per i pronunciamenti di secondo grado è questione di tempo. Non esiste un diritto di prevalenza di un cittadino che si candida, altrimenti sarebbe una giustizia a due velocità".

Infine, un'analisi del lavoro svolto sino ad ora: "Sono contento della qualità e quantità del lavoro di queste settimane" anche se "ci sono delle realtà dove deve riprendere l'intensità di iniziativa". Chiaro il riferimento alla città di Teramo, dove hanno votato poco più di 300 persone: "E' un luogo dove implementare l'azione politica, fuori di dubbio. Ci sono delle zone dove operiamo in discesa e altre dove fare un supplemento di lavoro e dove ci dobbiamo concentrare".

Di Pangrazio: "Una dimostrazione di democrazia"

"Una prova di democrazia e di pluralità". E' il commento del consigliere regionale del Pd Giuseppe Di Pangrazio leggendo i risultati delle primarie del centro sinistra.

"Un momento di incontro e confronto degli elettori del centro sinistra che si sono ritrovati nei 300 seggi allestiti in tutta la regione".

"41.287 concittadini, di cui 7.500 votanti solo nella provincia di L'Aquila - osserva il consigliere regionale - hanno dedicato una parte importante della loro domenica alle primarie dimostrando che gli abruzzesi hanno voglia di partecipare e di dire la loro. Il risultato di Luciano D'Alfonso era ampiamente prevedibile, il 76,2 % con oltre 31.400 voti, mentre un grande obiettivo e' stato raggiunto da Franco Caramanico (Sel) con 5.600 voti, 13,6% e Alfonso Mascitelli (IDV) con 4.200 voti e il 10,2%".

"La coalizione di centro sinistra - prosegue Di Pangrazio - è ora pronta a scendere in campo per le prossime regionali, sapendo di poter contare sulla voglia di rinnovamento dei nostri concittadini".

"Ora è tempo di politica" ha concluso il consigliere. "Luciano D'Alfonso dovrà scegliere subito i candidati migliori per le sue liste e, poi, portare il programma in tutta la regione, su tutto il territorio, nei piccoli paesi, fin dentro le case di tutte le famiglie abruzzesi per condividere e discutere con i cittadini il loro governo futuro. Il nostro compito, ora, e' di costruire le prospettive e le speranze degli abruzzesi".

Rifondazione comunista: "Candidatura D'Alfonso inopportuna, non la sosterremo"

 

"E’ tipicamente berlusconiano pensare che il voto delle primarie cancelli le questioni che rendono inopportuna la candidatura di Luciano D’Alfonso, tra cui ricordiamo quella non secondaria che un’eventuale condanna in appello riporterebbe al voto la Regione dopo pochi mesi". Lo affermano, in una nota, Marco Fars, segretario regionale di Rifondazione comunista, e Maurizio Acerbo, consigliere regionale.

"Il risultato delle primarie non modifica quindi il nostro giudizio sull'inopportunità della candidatura di Luciano D'Alfonso alla Presidenza della Regione Abruzzo semmai lo rafforza. La bassa affluenza dimostra che c’è un malessere diffuso rispetto a un PD che in Abruzzo ha collezionato negli ultimi anni più inchieste della camorra in Campania ma che non riesce a fare i conti con la questione morale.Soltanto le comunali di Pescara e di altri piccoli centri hanno risollevato un dato di affluenza che appare piuttosto gonfiato per nascondere il flop sul territorio regionale".

"Dopo il Fatto quotidiano anche La Stampa ha segnalato il caso Abruzzo e non c'è davvero bisogno di essere giustizialisti per rendersi conto che in qualsiasi paese europeo i fatti e le relazioni oggetto delle inchieste avrebbero spinto a un prudente passo indietro".

"E’ vero che le responsabilità penali sono personali e vanno accertate in sede giudiziaria, ma è invece collettiva la responsabilità politica del centrosinistra abruzzese per la sua ormai storica indifferenza verso la questione morale che viene confermata anche da questa vicenda".

"Il cambiamento in Abruzzo non può certo essere rappresentato dalla candidatura di D'Alfonso e dal caravanserraglio che ha aggregato, pieno di transfughi del centrodestra e di ras clientelari che hanno lasciato in eredità centinaia di milioni di debiti nelle società dell'acqua".

"Sarebbe stato per noi comodo garantirci il rientro in Consiglio Regionale facendo finta che tutto vada bene e mettendoci al sicuro all’ombra di una coalizione che viene data vincente ma non vogliamo aggiungerci alla schiera già affollatissima degli ignavi".

"Rifondazione Comunista non sosterrà alle regionali questo centrosinistro (la o finale non e' un errore ortografico) dato che è persino dubbio che possa essere qualificato un "meno peggio": le relazioni di D'Alfonso con le imprese ci sembrano più preoccupanti di quelle di Pagano e Chiodi con le amanti".

"Lavoreremo per costruire con l’altro Abruzzo, quello che non ne può più dei vecchi sistemi di potere e si batte per i beni comuni, una proposta alternativa, di sinistra e ambientalista".

Marco Fars, segretario regionale PRC-Sinistra Europea

Maurizio Acerbo, consigliere regionale PRC-Sinistra Europea

 


Chi è Luciano D'Alfonso

Laureato in Scienze politiche e in Filosofia, prossimo alla laurea in Giurisprudenza con una tesi già scritta sulla semplificazione della pubblica amministrazione, si occupa di programmazione e di realizzazione di infrastrutture per l’ente di proprietà del Tesoro che ha questa finalità pubblica. In precedenza ha prestato servizio nel Ministero del Lavoro e nelle piccole e medie imprese. 

Nel 1995 è stato eletto Presidente della Provincia di Pescara, all’epoca il più giovane presidente di Provincia in Italia. Cinque anni dopo, nel 2000, viene rieletto, risultando il più votato di tutti i partiti, al Consiglio regionale d’Abruzzo fra i seggi del Partito Popolare Italiano. Nel 2003 viene eletto sindaco di Pescara, riconfermato poi dal voto amministrativo per un secondo mandato.

Intanto, il 14 ottobre del 2007 viene eletto segretario regionale del Partito Democratico. L'ascesa di Luciano D'Alfonso si interrompe bruscamente il 15 dicembre del 2008, quando la magistratura mette al vaglio il suo operato. E' sempre stato assolto. Anche se alcuni processi non hanno ancora completato il loro iter giudiziario.

Ultima modifica il Lunedì, 10 Marzo 2014 21:19

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