96 ore dopo, passate le festività natalizie, la politica aquilana si risveglia alla ricerca di nuovi equilibri; d’altra parte, il Consiglio comunale del 23 dicembre scorso, con l’approvazione del bilancio di previsione, ha segnato un momento di non ritorno.
Di fatto, la Lega si può considerare fuori dalla maggioranza. Il Carroccio aveva chiesto una verifica politica, forte del gruppo più numeroso dell’assise civica con cinque consiglieri che, stante gli accordi raggiunti a valle del rimpasto di marzo, assicuravano il diritto ad esprimere tre assessori – Daniele Ferella, Fabrizio Taranta, Fabrizia Aquilio – due presidenti di Commissione e due amministratori di società municipalizzate. E' noto che per far quadrare i conti il centrodestra, fino ad oggi, ha utilizzato il vecchio manuale Cencelli. Con le dimissioni di Elisabetta De Blasis da presidente della Commissione Politiche sociali, e il tentativo riuscito di Fratelli d’Italia e Forza Italia di mettersi di traverso eleggendo un successore di diverso ‘colore’, si è aperta la crisi che ha portato alla decisione dei consiglieri del Carroccio di non partecipare alle sedute della Commissione bilancio e di disertare il Consiglio comunale.
L’intento era chiaro: far mancare il numero legale per andare ad approvazione del bilancio di previsione in seconda convocazione, il 30 dicembre; così, la Lega intendeva mostrare i muscoli per strappare un rinnovato accordo di legislatura che doveva intrecciarsi, inevitabilmente, con gli accadimenti del Consiglio regionale, chiamato in giornata all’approvazione del bilancio nel pieno del braccio di ferro tra il Carroccio e il governatore Marco Marsilio.
Sebbene altri consiglieri di maggioranza non avessero risposto qqall’appello - i rappresentanti dell’Aquila futura, in particolare, vicini alla Lega, oltre al malpancista Roberto Jr Silveri - il piano del Carroccio è però saltato per l’inattesa decisione del gruppo d’opposizione del Passo Possibile di rispondere alla seconda chiamata, quella per gli assenti, garantendo il numero legale.
E’ così che si è resa manifesta la ‘terza via’ all’aquilana, centrista e moderata, di cui si parla da tempo, nelle stanze della politica, e che segnerà la vita consiliare fino alle prossime elezioni, tra due anni e mezzo se il Governo non dovesse cadere prima.
Ma andiamo con ordine.
La Lega è finita in un vicolo cieco: non solo il bilancio di previsione è stato approvato, ma il Carroccio ha perso un ‘pezzo’, la consigliera Tiziana Del Beato, transitata al gruppo Misto ma data in rotta verso Fratelli d’Italia, il partito del sindaco Biondi; fossero confermate le voci di dissidi tra Elisabetta De Blasis e la segreteria leghista, il gruppo consiliare potrebbe ritrovarsi, di colpo, quasi dimezzato. Stante le cose, la Lega si presenterà alla verifica di maggioranza, che proprio il capogruppo Francesco De Santis aveva chiesto pochi giorni fa, in una posizione di forte debolezza.
Non è un caso che i consiglieri di Insieme per L’Aquila abbiano formalmente aderito a Fratelli d’Italia: Biondi si è blindato con un gruppo politico di cinque consiglieri – Vito Colonna, Leonardo Scimia, Giancarlo Della Pelle, Ferdinando Colantoni ed Ersilia Lancia – cui vanno aggiunti Daniele D’Angelo, che pur restando capougruppo di Benvenuto presente è esponente di FdI e vicinissimo al sindaco, e Tiziana Del Beato: un fronte solido, egemone in maggioranza, anche per ridurre l'influenza di Forza Italia che con i suoi cinque consiglieri (Giorgio De Matteis, Chiara Mancinelli, Marcello Dundee, Berardino Morelli oltre al presidente del Consiglio Roberto Tinari) è stato, in queste settimane, ago della bilancia del centrodestra.
Con L’Aquila futura che, pur vicina alla Lega, ha deciso di partecipare ai lavori del Consiglio votando il bilancio, dando così un segnale piuttosto chiaro sulla volontà di sostenere l’amministrazione comunale, il Carroccio, con i suoi quattro esponenti che potrebbero ridursi addirittura a tre, non ha più la forza per pretendere ulteriori posizioni di potere; anzi, stante le cose è lecito credere che il sindaco Biondi – in rotta di collisione con il coordinatore regionale del Carroccio Luigi D’Eramo – possa addirittura forzare la mano chiedendo un passo indietro ad uno degli assessori leghisti, e in queste ore si è fatto insistentemente il nome di Fabrizia Aquilio: in questo senso, la decisione di indicare Vito Colonna come capogruppo di Fratelli d’Italia, al posto di Ersilia Lancia, potrebbe anche significare che la consigliera, meloniana della prima ora, sia in procinto di entrare in Giunta. Di certo, Biondi non verrà incontro alle pretese della Lega: al punto di rottura, il Carroccio dovrà fare un passo indietro – col rischio di perdere la faccia – o sarà di fatto costretto a rompere con la coalizione.
A meno che gli equilibri non vengano ristabiliti in Consiglio regionale, all’atto di approvazione del bilancio, se le richieste dei salviniani verranno accolte.
Pure si dovesse arrivare ad una traumatica rottura, va esclusa la possibilità che il Passo Possibile entri in maggioranza. La rotta l’ha indicata il leader del movimento civico Americo Di Benedetto: “Il numero legale lo garantiscono i consiglieri comunali. La maggioranza la garantisce chi ha vinto le elezioni. Una differenza sostanziale che non si vuol comprendere”, le parole del consigliere comunale e regionale. Significa che seppure il centrodestra dovesse ritrovarsi davvero con 15 consiglieri (più il sindaco), fuori i leghisti e Roberto Jr Silveri che ha rotto con la maggioranza dopo l’affondo durissimo in occasione della votazione sul bilancio – il consigliere ha parlato di “consociativismo”, dando del Badoglio al sindaco dell’Aquila – si andrebbe avanti così, col Passo Possibile ‘pronto’ a garantire il numero legale, se necessario, e ad offrire un'interlocuzione alla maggioranza sui singoli provvedimenti. C’è chi si dice convinto, comunque, che Biondi, in caso di rimpasto, potrebbe indicare personalità del mondo civico non invise al movimento di Di Benedetto.
La ‘terza via’, appunto.
Non è un mistero che il sindaco dell’Aquila stia lavorando per una candidatura in Parlamento: stante la possibilità, nient’affatto remota, che si torni al voto per le politiche prima della fine della legislatura comunale, è evidente che Biondi potrebbe non essere disponibile a ricandidarsi per un secondo mandato. A quel punto, la Lega – se il vento nazionale dovesse continuare a spirare verso destra – pretenderebbe per sé l’indicazione del candidato sindaco di coalizione. Così fosse, i moderati potrebbero lavorare ad una ampia coalizione centrista dai confini ‘larghi’, da Forza Italia al Passo Possibile passando dai renziani fino a frange democratiche, per intenderci.
Una possibilità che ha iniziato a manifestarsi in Consiglio comunale.
Potreste domandarvi: Biondi lo permetterebbe? In un accordo politico più ampio - che potrebbe addirittura allargarsi a storici esponenti della sinistra cittadina in rotta con il Pd - è lecito pensare che il sindaco dell’Aquila sarebbe più incline ad una candidatura moderata piuttosto che a lasciare ‘campo libero’ alla Lega, e al coordinatore regionale D’Eramo con cui i rapporti sono oramai più che logori, e per ragioni che vengono da lontano. D'altra parte, Di Benedetto non ha mai fatto mistero che, per lui, la coalizione civico progressista si è dissolta all'indomani della sconfitta elettorale che ha imputato, anche, a franchi tiratori, e di certo non intende guardare a sinistra per una futura coalizione elettorale.
Gli accadimenti delle ultime ore stanno lì a dimostrarlo: oltre le dichiarazioni di facciata e i richiami al “senso di responsabilità”, c’è un disegno politico che pare disvelarsi e che potrebbe segnare le prossime consultazioni comunali.
Una larga coalizione di “responsabili”, per contrapporsi alle spinte leghiste, da destra, e ad una candidatura di sinistra che potrebbe maturare in seno al percorso politico di Costituente L’Aquila, appena abbozzato in queste settimane. A leggerli così, i fatti del Consiglio comunale del 23 dicembre scorso non fanno altro che disvelare ciò che potrebbe accadere oltre le vecchie appartenenze politiche, chiarendo che i confini cui siamo abituati andranno chiusi in un cassetto.