Poco più di un mese fa, era il 23 dicembre scorso, in Consiglio comunale veniva certificata la crisi della maggioranza di centrodestra che, se il gruppo consiliare del Passo Possibile non avesse deciso di restare in aula garantendo il numero legale, non avrebbe potuto approvare il provvedimento più importante per una amministrazione attiva, il bilancio di previsione, stante la diserzione della Lega che aveva deciso di non partecipare ai lavori sancendo, di fatto, lo strappo col sindaco Pierluigi Biondi; a dire il vero, anche altri consiglieri comunali di maggioranza, quella mattina, erano rimasti fuori dall'aula, con l'intenzione di far saltare i lavori e portare il Consiglio in seconda convocazione, al 30 dicembre, così da permettere alle forze di centrodestra all'Emiciclo di trovare prima una quadra sul bilancio della Regione, in aula all'Emiciclo il 27 dicembre, vista la spaccatura tra Lega e Fratelli d'Italia.
E' passato poco più di un mese, da allora; di fatto, l'azione amministrativa è rimasta congelata per una ventina di giorni, almeno fino a quando non si è trovato un accordo di facciata tra le forze di maggioranza - la famosa intesa programmatica su 20 punti, di cui la città ha saputo 'per sentito dire' - imposto dalle contingenze politiche regionali e nazionali, più che da una ritrovata coesione; non è un mistero, infatti, che Biondi fosse pronto a ritirare le deleghe agli assessori della Lega, ed è altrettanto noto, d'altra parte, che sia stato 'fermato' dai vertici regionali e nazionali del suo stesso partito, Fratelli d'Italia, preoccupati che la vicenda aquilana potesse far implodere la Giunta regionale a guida Marco Marsilio.
Sta di fatto che al primo Consiglio comunale dell'anno nuovo è mancato di nuovo il numero legale; per l'ennesima volta, la maggioranza non ha avuto i numeri per garantire i lavori dell'assise, sebbene, all'ordine del giorno, vi fossero questioni importanti, di straordinaria rilevanza: tra le altre, l'approvazione del bando per l'affidamento del complesso sportivo di Santa Barbara, con le procedure che, a questo punto, subiranno ulteriori ritardi; il via libera alla modifica della delibera consiliare di recepimento della legge regionale 49 che, se approvata, consentirebbe di chiedere il cambio di destinazione d'uso verso il commerciale e l'artigiane di edifici locati nei centri storici dell'Aquila e delle frazioni così da dare risposta alle esigenze di rilancio delle frazioni, in particolare; la mozione per il riconoscimento della cittadinanza onoraria a Liliana Segre; la delibera per l'acquisizione a patrimonio dei terreni occupati illegittimamente quasi trent'anni fa per realizzarvi Piazza Italia e il parco della Beata Antonia.
Si è riusciti ad approvare soltanto il primo punto all'ordine del giorno, col parere favorevole al provvedimento regionale di autorizzazione per il mutamento di destinazione d'uso e concessione di alcuni terreni, appartenenti al demanio collettivo di Aragno, alla società Terna, in relazione alla servitù di un elettrodotto, con l'assise che ha preso atto, altresì, della stima relativa al canone di concessione annuo, effettuata dall'Amministrazione separata dei beni di uso civico di Aragno, pari a 7mila 250 euro e della valutazione delle pregresse somme dovute in 85mila euro. Poi, è calato il silenzio.
Una vergogna, se è vero che, da oltre un anno, oramai, i Consiglio comunali ad un certo punto saltano, per un motivo o per l'altro, per l'incapacità della maggioranza di garantire il numero legale. Tra l'altro, stavolta alla maggioranza non è arrivato il sostegno del Passo Possibile: al contrario di quanto accaduto il 23 dicembre scorso, infatti, i consiglieri presenti - Elia Serpetti, Paolo Romano e Antonio Nardantonio - hanno abbandonato l'aula con i colleghi d'opposizione; a dire che il fronte di centrosinistra, almeno stamane, si è ricompattato.
E' chiaro che, a questo punto, è inutile girarci intorno: il centrodestra non ha più i numeri per governare e non si può più far finta di nulla. Ed i motivi sono squisitamente politici, peggio di 'posizionamento' politico; stamane, erano assenti i quattro consiglieri di Insieme per L'Aquila - Giancarlo Della Pelle, Leonardo Scimia, Vito Colonna e Ferdinando Colantoni - gruppo che fa riferimento al consigliere regionale Guido Quintino Liris, che in piena crisi avevano annunciato l'adesione al gruppo di Fratelli d'Italia: a quanto si è potuto apprendere, l'assenza è stata dettata dalla mancata notifica di accettazione nel gruppo di Ersilia Lancia, capogruppo dei meloniani, che aveva già manifestato dei mal di pancia, lo ricorderete, per il modo in cui l'adesione era stata annunciata alla stampa.
Una ricostruzione, però, smentita con forza dal partito regionale [vedi la reazione di FdI, in calce all'articolo] che ha negato vi siano divisioni interne tra gli esponenti storici che fanno riferimento al segretario regionale Etel Sigismondi, Biondi e Liris che sarebbero invece diventati 'egemonici' in provincia dell'Aquila.
Assente anche Roberto Jr Silveri, da tempo in rotta col primo cittadino, federato col gruppo consiliare della Lega che si è posto in decisa contrapposizione all'assessore alle Opere pubbliche Vittorio Fabrizi chiedendone la 'testa' - i maligni sussurrano che abbia tentato invano la scalata all'assessorato - e che, per questo, è uscito al momento della discussione sul primo punto all'odg, la delibera sull'acquisizione dei terreni di Piazza Italia e del parco della Beata Antonia portata in aula proprio da Fabrizi.
Stante le assenze 'giustificate' di Berardino Morelli e Elisabetta De Blasis, il centrodestra, al momento del voto sulla delibera illustrata dall'assessore alle Opere pubbliche, in aula c'erano soltanto 12 consiglieri di maggioranza; e non finisce qui: stando ai ben informati, infatti, al momento della discussione sul bando per l'affidamento del complesso sportivo di Santa Barbara sarebbero usciti dall'aula consiliare anche i consiglieri della Lega.
A dire del clima che si respira in maggioranza.
Ne scrivevamo qualche giorno fa, raccontando delle tensioni che aveva attraversato i lavori delle Commissioni: viene da chiedersi come intenda la maggioranza andare avanti se è vero che, nei prossimi mesi, a partire dal Gran Sasso, andranno prese delle decisioni fondamentali per il futuro della città.
D'altra parte, le tensioni del centrodestra potrebbero minare anche la candidatura dell'Aquila a capitale italiana della cultura 2021; l'evidenza si è avuta stamane: il sindaco Pierluigi Biondi, infatti, aveva portato in Consiglio, fuori sacco, una mozione per l'adesione formale dell'assise al progetto di candidatura che, entro il prossimo 2 marzo, dovrà sostanziarsi in un dossier.
Ebbene, dopo un'ora e mezza di discussione sulle giuste modalità di coivolgimento dell'assise, con alcuni consiglieri di opposizione che chiedevano la convocazione di un Consiglio ad hoc alla presenza del coordinatore della candidatura, Pierluigi Sacco, e sulle modalità di inserimento della mozione stessa all'ordine del giorno, dopo la sospesione dei lavori con la conferenza dei capigruppo riunita che, infine, avevano deciso di approvare il provvedimento impegnando il presidente Roberto Tinari a convocare un'assise aperta in seduta straordinaria entro 10 giorni, lasciando la definita approvazione della mozione all'ultimo punto all'ordine del giorno del Consiglio, il venir meno del numero legale ha reso la discussione assolutamente inutile. Col risultato che, ad oggi, l'assise civica non ha ancora aderito formalmente al percorso di candidatura.
Sconfortate, sia detto senza mezzi termini. E preoccupante.
Fratelli d'Italia nega spaccature interne: nel mirino c'è Fabrizi
I vertici regionali di Fratelli d'Italia negano con forza spaccature interne al partito.
A quanto confermato alla redazione di newstown, giusto stamane si sarebbe formalizzato il passaggio dei consiglieri di Insieme per L'Aquila nel gruppo di FdI.
Piuttosto, la decisione dei consiglieri che fanno riferimento a Liris di non partecipare ai lavori andrebbe ricondotta alla mancata condivisione della delibera per l'acquisizione dei terreni occupati illegittimamente per realizzarvi Piazza Italia e il parco della Beata Antonia, portata in Consiglio dall'assessore Vittorio Fabrizi che sarebbe finito nel mirino dei meloniani, o meglio degli ex componenti di Insieme per L'Aquila se è vero che Ersilia Lancia, invece, è rimasta regolarmente in aula.
Va detto che la crisi di maggioranza si era risolta con la decisione di Fratelli d'Italia/Insieme per L'Aquila di 'assumere' come assessori di riferimento, oltre a Carla Mannetti, anche i tecnici Fausta Bergamotto e Vittorio Fabrizi, appunto; ora, gli accadimenti delle ultime ore stanno a dimostrare che, evidentemente, Fabrizi è stato imposto dal sindaco Pierluigi Biondi che, da primo cittadino e coordinatore provinciale di FdI, dovrà ora gestire l'ennesimo caso, e cioé la sfiducia, di fatto, del gruppo consiliare del suo partito ad un assessore tecnico che è una sua diretta espressione.
Considerato che anche Silveri ha dichiarato guerra a Fabrizi, e che la Lega sarebbe stata pronta ad uscire sull'altro provvedimento portato dall'assessore alle Opere pubbliche, inerente il bando per l'affidamento del complesso sportivo di Verdeaqua, è chiaro che la posizione dell'ex dirigente comunale si fa sempre più scomoda.