Mercoledì, 29 Gennaio 2020 10:00

Salvate il soldato Fabrizi, assessore 'tecnico' sfiduciato dal partito del sindaco

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Dieci mesi fa, era il 26 marzo 2019, il sindaco dell'Aquila Pierluigi Biondi ritirava le dimissioni e presentava alla città la nuova Giunta, affidandosi, anche, a profili tecnici di riconosciuto spessore.

A fare da garante al cambio di passo promesso dal primo cittadino Vittorio Fabrizi, uomo forte del rinnovato esecutivo comunale, il dirigente comunale che aveva avuto in mano le mazze della ricostruzione privata, uomo di fiducia dell'ex assessore Pietro Di Stefano e dell'allora sindaco Massimo Cialente. "E' il decano di questa Giunta, come conoscenza ed esperienza", le parole di Biondi al momento del conferimento dell'incarico. "Ho fatto a Fabrizi una corte spietata in questi mesi", aveva svelato il primo cittadino; "prima, gli ho chiesto di restare al suo posto, di 'rimandare' la pensione; poi, ho provato a proporgli di mettere in campo le sue competenze per l'Ufficio speciale prospettandogli anche la possibilità di fare il direttore tecnico per la Gran Sasso Acqua. E sempre mi ha ribadito la volontà di andare in pensione. L'altro giorno, quando ci siamo sentiti e mi sono accorto che traballava, mi sono subito infilato nella crepa che mi aveva fatto intravedere e sono riuscito ad affondare il colpo".

In pochi ci avrebbero scommesso: eppure, Fabrizi ha accettato la sfida; all'ex dirigente, il sindaco Biondi ha affidato deleghe pesantissime, la ricostruzione privata oltre alle opere pubbliche e allo sport. Su di lui ha scommesso il primo cittadino per mettersi al riparto dalle tensioni tra i partiti sulla spartizione di poltrone e deleghe. E qualche giorno dopo, il gruppo di Insieme per L'Aquila - che fa riferimento all'assessore regionale di Fratelli d'Italia Guido Quintino Liris - ha dato il suo benestare, rivendicando di aver ritenuto necessario "avvalerci di figure tecniche di alto profilo come Vittorio Fabrizi e Fausta Bergamotto. La scelta è ricaduta sui due dopo una concertazione tra noi e il Sindaco; a maggioranza il gruppo ha fatto una scelta tecnica e non politica con la consapevolezza che questa era la decisione migliore per la città".

Così, è arrivata anche una precisa investitura politica.

Eppure, dieci mesi dopo Fabrizi è diventato una spina nel fianco per il primo cittadino.

Come confermato a newstown da autorevoli esponenti di Fratelli d'Italia, che hanno inteso negare con forza divisioni interne al partito che, tuttavia, sono esplicite e manifeste, ieri i consiglieri comunali di Insieme per L'Aquila, confluiti formalmente in FdI non senza polemiche, hanno disertato i lavori dell'assise, facendo mancare il numero legale, per la mancata condivisione della delibera d'acquisizione a patrimonio dei terreni illegittimamante occupati dal Comune una trentina d'anni fa per realizzarvi Piazza Italia e il Parco della Beata Antonia portata in Consiglio proprio da Fabrizi.

Anche il capogruppo del misto Roberto Jr Silveri ha abbandonato l'aula al momento di discutere il provvedimento, lanciando l'ennesimo segnale di insofferenza per l'attività amministrativa messa in campo dall'assessore. D'altra parte, a quanto si è capito i consiglieri della Lega avrebbero lasciato i loro scranni allorquando si sarebbe dovuta votare un'altra delibera istruita da Fabrizi, quella per il bando d'affidamento del complesso sportivo di Santa Barbara.

Un vero e proprio atto di sfiducia della maggioranza.

Un problema di difficile gestione per il sindaco Biondi: a margine della riunione tra le forze di centrodestra per ricomporre la crisi che si era aperta con la diserzione della Lega sul bilancio di previsione, non più tardi di venti giorni fa, la 'quadra' si è trovata mettendo nero su bianco un accordo che prevede tre assessori riconducibili a Fratelli d'Italia/Insieme per L'Aquila, e cioé Carla Mannetti, Fausta Bergamotto e Vittorio Fabrizi, appunto.  Qualche giorno dopo, però, lo stesso gruppo ha sfiduciato Fabrizi.

Il motivo è presto detto: tutelare l'assessore alla ricostruzione e alle opere pubbliche è stata una richiesta esplicita del sindaco Pierluigi Biondi, mal digerita da Insieme per L'Aquila che, con quattro consiglieri, avrebbe voluto un altro assessore in Giunta, se è vero che Carla Mannetti non è in alcun modo riconducibile al gruppo Liris. A Fabrizi viene 'rimproverato' un approccio troppo tecnico e poco politico, di vestire ancora i panni del dirigente, in sostanza, e non dell'assessore. Di qui, la decisione di ieri di abbandonare l'aula, con un atto di sfiducia che 'apre' una questione politica nient'affatto banale.

A farla breve, l'assessore comunale espressione del sindaco dell'Aquila, coordinatore provinciale di Fratelli d'Italia, è stato sfiduciato dal suo stesso partito - o meglio da un'ala del suo partito riconducibile all'assessore regionale Guido Quintino Liris, se è vero che ieri Ersilia Lancia è rimasta seduta al suo posto - a dire che oltre le reazioni 'muscolari' di FdI, che continua a negare divisioni interne, i meloniani sono attraversati da tensioni malcelate, che si sono manifestate sin dalle elezioni regionali con la forzatura di Biondi che ha spinto per la candidatura di Liris da indipendente in Fratelli d'Italia sebbene la base del partito sostenesse Luca Ricciuti, e la rottura che è maturata in seno al gruppo con la fuoriuscita di Giorgio De Matteis, Marcello Dundee e Berardino Morelli, e con l'ingresso di Insieme per L'Aquila nel gruppo consiliare di FdI, annunciato a mezzo stampa, con un atteggiamento stigmatizzato duramente dalla capogruppo Lancia.

Tra l'altro, i vertici di Fratelli d'Italia hanno affermato che il passaggio è stato formalizzato ieri mattina, poco prima del Consiglio comunale: non è stato ancora chiarito, però, chi sarà il capogruppo e, a quanto è dato sapere, Lancia sarebbe stata 'scalzata', uno dei motivi che ha reso l'adesione nient'affatto indolore. 

Ora si è aperto un altro fronte, col gruppo Liris che, di fatto, ha messo all'angolo Biondi: a farne le spese Vittorio Fabrizi che, davvero, per la sua 'storia' di dirigente non meritava un trattamento simile. Chi la spunterà? E se il sindaco dovesse 'cedere' chiedendo un passo indietro al 'suo' assessore tecnico, che reazione potrebbero avere gli altri partiti di maggioranza? Staremo a vedere.

Stando ai bene informati, il primo cittadino ha convocato i consiglieri di Fratelli d'Italia a mezzogiorno, a Palazzo Fibbioni. 

Ultima modifica il Giovedì, 30 Gennaio 2020 11:34

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