"Anno nuovo, vecchie tensioni. Si ricomincia esattamente come ci si era lasciati nell'ultimo consiglio comunale del 2019, ovvero senza una maggioranza disposta a sostenere le proposte della propria giunta".
All'indomani dell'ennesimo consiglio comunale sciolto per mancanza di numero legale, i consiglieri dei gruppi di centrosinistra, a eccezione del Passo Possibile - Stefano Albano e Stefano Palumbo (Pd), Giustino Masciocco (Articolo 1), Carla Cimoroni (Coalizione sociale), Lelio De Santis (Cambiamo insieme/Italia Viva), Angelo Mancini (L'Aquila Sicurezza Lavoro), Elisabetta Vicini (Socialisti e democratici) - accusano Biondi di non avere più i numeri per governare e invitano il centrodestra a "prendere atto dle proprio fallimento e a farsi da parte".
"Dopo poco più di un'ora di discussione" si legge in una nota congiunta "tra i banchi della maggioranza, dei 20 consiglieri di cui dispone, se ne contavano solo 12. Molti altri, in aperto contrasto con l'assessore Fabrizi, hanno abbandonato l'aula al momento di discutere due sue importanti delibere, una sull'acquisizione dei terreni occupati illegittimamente per la realizzazione di Piazza Italia e l'altra relativa al bando per l'affidamento della gestione del complesso sportivo di Verde Aqua. I motivi sono ogni volta diversi, quello che è sempre uguale invece è l'esito, lo scioglimento sistematico delle sedute per mancanza del numero legale".
"Quando non più di un mese fa, in occasione del consiglio comunale sul bilancio, ci rifiutammo di garantire il numero legale che la maggioranza non era in grado di assicurare, lo facemmo nella consapevolezza che sostituirsi a loro avrebbe significato solo allungare l'agonia".
"Oggi ne abbiamo avuto la conferma. Biondi non ha più una maggioranza e continuare a far finta di nulla significherebbe solo lasciare la città in balia delle tensioni ormai insanabili tra le forze di maggioranza".
"È giunto il momento che il sindaco faccia chiarezza. Lo deve alla città che ha dato a lui e alla sua maggioranza l'onore di governarla. Glielo chiediamo noi che, seppur all'opposizione, sentiamo la responsabilità di dover dare alla città le risposte che attende, come sempre abbiamo fatto su argomenti importanti (vedi ricapitalizzazione AMA) e che anche oggi avremmo fatto, come dichiarato, sulla candidatura dell'Aquila a Capitale Italiana della Cultura".
"Chiediamo a questo punto alla maggioranza di centrodestra quanto ancora dovrà durare l'agonia cui stanno condannando la città, quanto ancora i loro litigi politici dovranno prevalere sui veri problemi dell'Aquila, alcuni dei quali tristemente non più rinviabili. Una classe dirigente con la schiena dritta dovrebbe prendere atto del proprio fallimento e farsi da parte".