Un bel segnale, un respiro d'aria buona, pulita, che la città prende in un momento particolare, soffocata da un clima inquinato da prese di posizione anti democratiche e, per questo, assai preoccupanti.
Il Consiglio comunale dell'Aquila ha approvato all'unanimità la mozione, primo firmatario Paolo Romano (Italia Viva), che impegna l'esecutivo comunale al riconoscimento della cittadinanza onoraria alla senatrice Liliana Segre, sopravvissuta ai campi di sterminio nazista di Auschwitz e recentemente finita, suo malgrado, sotto scorta a causa delle minacce ricevute per l'istituzione di una commissione parlamentare contro la recrudescenza dei sentimenti di odio che pervadono il Paese.
Ad illustrare la mozione, in aula, la consigliera straniera Edlira Banushaj, commossa nel ripercorrere le vicende che hanno segnato la vita di Liliana Segre.
"L'Aquila non ha mai avuto paura di condannare la Storia - aveva sottolineato Romano, al momento di depositare la mozione - prove concrete le abbiamo avute già con la riapposizione della prima pietra d'inciampo abruzzese, saggiamente conservata durante i lavori di ricostruzione post sisma dell'edificio antistante, dedicata a Giulio Della Pergola, cittadino aquilano morto ad Aushwitz, o con la ridenominazione del chiassetto della Pinciara in chiassetto degli Ebrei, a testimonianza della comunità ebraica presente in città fin dalla sua fondazione".
Romano aveva confidato che il dibattito in aula consegnasse agli aquilani una discussione franca e condivisa da tutte le forze politiche presenti. Per fortuna così è andata, sebbene vi siano stati momenti di contrapposizione di parte; dunque, la senatrice Segre potrà avere la cittadinanza onoraria di una città che si è già dichiarata contraria all'odio e alle discriminazioni razziali sotto tutte le sue forme.
E davvero se ne sentiva il bisogno, con l'augurio che il voto unanime espresso dal Consiglio stamane, da sinistra a destra, possa scrivere la parola fine su quanto sta accadendo in città negli ultimi giorni.
La mozione prevedeva, altresì, l'istituzione di una Commissione speciale d'inchiesta "per vigilare su fenomeni di odio e intolleranza": su proposta del consigliere di maggioranza Leonardo Scimia (FdI), la questione è stata invece demandata alla terza commissione consiliare 'Politiche sociali'.
Gilda Panella e Stefania Pezzopane: "Benvenuta Liliana"
L'approvazione della mozione per "il conferimento della cittadinanza onoraria a Liliana Segre, che le democratiche hanno proposto al Comune dell'Aquila e che in tanti, al di là delle appartenenze, hanno accolto e fatto propria, ci riempie di gioia e di orgoglio, ci commuove".
A scriverlo, in una nota, sono l'onorevole Stefania Pezzopane e Gilda Panella, del gruppo Democratiche della provincia dell'Aquila.
"Una donna eccezionale entrerà a far parte della nostra comunità, divenendo cittadina della città capoluogo di regione, arricchendo L'Aquila di civiltà e onore. Liliana Segre oggi ha 89 anni, nasce il 10 settembre 1930, ed è senatrice a vita della Repubblica Italiana, ma aveva solo era solo una ragazzina, aveva tredici anni, quando, il 30 gennaio 1944, fu caricata su un vagone bestiame al Binario 21 della Stazione Centrale di Milano. Tra il 1943 e il 1945, per le persecuzioni nazifasciste, da quel binario dell'orrore, partirono migliaia di ebrei destinati ai campi di sterminio. Furono 776 i bambini italiani di età inferiore ai 14 anni ad essere deportati nei campi di concentramento, solo 25 sopravvissero, tra loro una ragazzina di nome Liliana".
"La ferocia di uomini indegni ha prodotto violenze inenarrabili: doveva mettersi in fila, nuda, la piccola Liliana, per la selezione, per la baracca alla quale era destinata, e poi il marchio che la rendeva solo un numero, una non persona, il freddo, i pidocchi, il terrore quotidiano di quell'inferno che durò fino alla metà di gennaio del 1945 quando, con l'avanzare dei russi, i nazisti decisero di evacuare il campo. Iniziò così per le prigioniere e i prigionieri, fino ad allora miracolosamente sopravvissuti alla cieca ferocia nazista, una marcia di settimane fino al campo di Malchow, in Germania. Nel campo di concentramento tedesco, Liliana Segre restò fino all'aprile del 1945; la liberazione arrivò il 1° maggio e Liliana, sopravvissuta all'inferno dell'odio, potè, dopo un po', fare ritorno in Italia. Un altro viaggio in treno, ma da persona libera; i vagoni aperti, i finestrini, l'aria, la luce del sole. Era estate, Liliana era viva e tornava in Italia".
"Liliana Segre ha saputo trasformare, con la forza di una donna libera, il dolore per l'odio subìto in un messaggio di civiltà, consegnando una testimonianza che è pietra miliare, che esige e merita rispetto. Il suo documento che ripudia ogni forma d'odio è espressione altissima di civiltà. La proposta limpida, netta, preziosa, universale di una donna di 89 anni. Un concetto libero dalla politica che è principio morale; un limpido desiderio di giustizia".
"Grazie, Senatrice Segre. Benvenuta a L'Aquila, Liliana".