Al Comune dell’Aquila scatta l’allarme morosi per le mense scolastiche.
Su 4769 famiglie iscritte attualmente al servizio - che riguarda le scuole materne ed elementari, con qualche classe delle medie - ben 1733, il 36% del totale, risultano non aver versato regolarmente la quota.
I dati, aggiornati al 20 febbraio 2020, sono stati forniti dall'assessore comunale alle Politiche sociali Francesco Cristiano Bignotti.
A non pagare sono soprattutto i nuclei più abbienti: 1211 casi di morosità su 1733 sono riconducibili a famiglie con Isee superiore a 35mila euro, che da tariffario dovrebbero corrispondere, per ogni pasto dei propri figli, 2,88 euro.
Questi mancati adempimenti hanno generato, nelle casse comunali, un buco da 91mila euro, che ora l’ente vuole ripianare anche per evitare di incorrere in provvedimenti della Corte dei Conti. Il servizio delle mense scolastiche, infatti, rientra fra i cosiddetti servizi pubblici a domanda individuale, quelle attività, cioè, gestite direttamente dal Comune, per le quali non vi sono obblighi istituzionali, che vengono utilizzate a richiesta dell’utente e che sono state dichiarate, per legge, non gratuite.
Dopo vari tentativi di intervento rivelatisi infruttuosi, la giunta ha deciso di adottare una linea non punitiva ma sicuramente più decisa, “un mix di delicatezza e fermezza” lo ha definito Bignotti, per mettere fine a una situazione divenuta “inaccettabile”: “Il Comune” ha osservato l'assessore “ha stanziato in bilancio per il servizio mensa delle scuole 2,5 milioni di euro. Se tutti versassero quanto devono, più della metà di questa cifra rientrerebbe nelle casse dell’ente. Chi non paga, dunque, scarica i costi sulle tasche di tutti i cittadini”.
“Grazie al sistema con il quale vengono gestiti i pagamenti” ha affermato Bignotti “riusciamo a sapere in tempo reale chi è in regola e chi no. Le famiglie morose sono state già contattate più volte: via sms, tramite raccomandata e anche via telefono. Ma visto che il problema persiste emetteremo un nuovo avviso: se entro la metà di aprile tutti coloro che hanno un debito superiore ai 30 euro (pari a 714 utenti, ndc), non salderanno le pendenze, faremo partire le raccomandate in cui annunceremo la sospensione del servizio. Contestualmente approveremo una delibera per il recupero coatto delle morosità”.
Il problema della morosità per il servizio delle mense scolastiche non è nuovo. Già l’anno scorso, a fine agosto, il Comune era dovuto intervenire con un avviso per recuperare i crediti vantati nei confronti dei debitori. L’azione aveva fatto scendere il tasso di morosità del 67% ma è bastato che l’amministrazione abbassasse un po’ la guardia per farlo lievitare di nuovo. “In soli 10 giorni, da 7 al 17 febbraio” ha osservato Bignotti “abbiamo avuto un aumento della morosità del 5%, pari a 3mila euro”. Conteggiati a parte, ci sono poi i soldi che devono al Comune le famiglie i cui figli hanno terminato le scuole primarie: si tratta di oltre 12mila euro e chissà se e quando l’ente riuscirà ad incassarli.
Attualmente il pagamento del servizio mensa scolastica è gestito dal Comune in maniera informatizzata, tramite un sistema piuttosto flessibile. Le famiglie possono decidere se pagare in una o più soluzioni, di mese in mese, settimana in settimana o anche giorno per giorno. E nel caso in cui un bambino si assenta da scuola, i genitori possono chiedere, se il pagamento è già stato effettuato, di sospenderlo. Chi non paga, pertanto, a parte i casi di fragilità sociale accertati, è perché decide deliberatamente di non farlo.
“Di questo passo, se le cose non cambieranno” ha detto Bignotti “saremo costretti ad abbandonare questo metodo e tornare al vecchio sistema dei bollettini”.
L’amministrazione ha anche dovuto sospendere le convenzioni che aveva stipulato con alcuni esercizi commerciali presso i quali era possibile effettuare i pagamenti tramite bollettino Mav (pagamento mediante avviso) perché quasi la metà di essi non aveva versato all’ente i soldi incassati. Ci sono tre attività commerciali che devono ancora al Comune 200mila euro.