Mercoledì, 17 Aprile 2013 17:05

Elezione Presidente della Repubblica: nessun quorum in seconda votazione

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Aggiornamento delle 19:16 Terminato lo scrutinio della seconda votazione per l'elezione del presidente della Repubblica: 230 Rodotà, 90 Chiamparino, 38 D'Alema, 15 Marini, 15 Mussolini, 13 Prodi, 10 Bonino. 418 le schede bianche. Terza votazione questa mattina, alle 10.

 Si cercherà l'intesa su una nuova candidatura, anche se Marini sembra non avere intenzione di mollare.

Aggiornamento delle 18:46 Come annunciato niente quorum in seconda votazione, appuntamento a domani. Lo spoglio è ancora in corso: 226 voti per Rodotà, 87 per Chiamparino, 36 per D'Alema, 14 per Marini, 139 altri e 414 schede bianche. 

Aggiornamento delle 18:03 Si è appena conclusa la seconda votazione per l’elezione del presidente della Repubblica. Gli uffici di presidenza dei gruppi parlamentari di Pd e Pdl hanno deciso di votare scheda bianca. Situazione che potrebbe riproporsi domani, in terza votazione. “Cerchiamo accordo per il quarto scrutinio”, ha detto Angelino Alfano, quando non servirà la maggioranza dei 2/3 ma quella assoluta. La soglia, insomma, si abbasserà a 504 voti. Il Pd è spaccato: una soluzione potrebbe arrivare, in serata, da Matteo Renzi che raggiungerà a Roma il segretario Pier Luigi Bersani. Sembra riprendere quota la candidatura di Romano Prodi. Anche se Marini non ha intenzione di mollare: “sono ancora in corsa - ha detto - perché il Pdl mi sostiene. Decida il Pd cosa fare”.

Aggiornamento delle 15:15 Tra quindici minuti, seconda votazione a Camere riunite per l'elezione del dodicesimo Presidente della Repubblica. Dopo il deludente risultato di Franco Marini, ben al di sotto delle aspettative, Beppe Grillo ha annunciato che se il Pd dovesse convergere sul nome di Rodotà il Movimento 5 stelle sarebbe pronto a sostenere un governo Bersani. Una provocazione? Chissà. Certo è che il Partito Democratico pare in grandissima difficoltà: molti esponendi di spicco, tra gli altri Walter Veltroni, suggeriscono di cercare soluzioni altre rispetto al nome dell'ex sindacalista di San Pio delle Camere. Tempo per riunirsi, non ce n'è: voci vicine al partito parlano sempre più insistentemente della possibilità scheda bianca in seconda votazione. E anche Malan, del Pdl, ha lasciato intendere che il partito di Berlusconi potrebbe votare scheda bianca. Intanto, la senatrice aquilana Stefania Pezzopane ha comunicato, con un tweet, di aver votato Rodotà secondo coscienza, "non potevo tradire la mia gente, stima e rispetto per Marini, necessario cambiamento vero".

Aggiornamento delle 14:01 Risultato definitivo prima votazione: Marini 524, Rodotà 241, altri 121, bianche 104. Nel pomeriggio, la seconda votazione.

Aggiornamento delle 13.55  Franco Marini non raggiunge il quorum nella prima votazione per l'elezione del Presidente della Repubblica. Attualmente i numeri dicono:  Marini 464 Rodotà 219, altri 110, schede bianche 93. Si andrà a seconda votazione.

Aggiornamento delle 13:35. Le Camere riunite in seduta comune hanno completato la prima votazione per eleggere il dodicesimo Presidente della Repubblica. Siamo allo spoglio delle schede: ad ora, 285 voti per Marini, 124 per Rodotà, 54 altri, 57 schede bianche. Dunque, su 520 schede l'ex sindacalista di San Pio delle Camere ha ottenuto poco più della metà dei voti. Se dovessero reggere questi numeri, Franco Marini non sarà eletto in prima votazione. Ricordiamo che i grandi elettori sono 1007, e che c'è bisogno dei 2/3 dei voti. 

Giornata intensa, quella di ieri. Il Partito Democratico ha deciso di percorrere la strada delle ampie intese, di convergere insomma su un nome gradito a Pdl e Scelta Civica. E si è arrivati ad un accordo: è Franco Marini, aquilano di San Pio delle Camere, la scelta condivisa. A Matteo Renzi, però, il senatore non piace affatto e il partito rischia seriamente di spaccarsi. In serata, al Teatro Capranica, c'è stata una sofferta riunione dei grandi elettori di centro sinistra: 222 i si alla candidatura, 90 i no, 36 astenuti e 86 assenti. Solo un terzo, dunque, ha condiviso la scelta del segretario.Giornata intensa, di incontri, trattative e telefonate. Il Partito Democratico ha deciso di percorrere la strada delle ampie intese, di convergere insomma su un nome gradito a Pdl e Scelta Civica. E si è arrivati ad un accordo: è Franco Marini, aquilano di San Pio delle Camere, la scelta condivisa. A Matteo Renzi, però, il senatore non piace affatto e il partito rischia seriamente di spaccarsi. In serata, al Teatro Capranica, sofferta riunione dei grandi elettori di centro sinistra: 222 i si alla candidatura, 90 i no, 36 astenuti e 86 assenti. Solo un terzo, dunque, ha condiviso la scelta del segretario."Se le intese, gli accordi e i dialoghi in corso in queste ore sul futuro Presidente sono la prova d’orchestra di un governissimo", aveva detto Nichi Vendola, "esprimiamo la nostra radicale contrarietà". E infatti, il leader di Sel ha annunciato, in serata, che il suo partito voterà Stefano Rodotà, candidato del Movimento di Beppe Grillo che, dopo l’offerta di ieri ai democratici, ha voluto rompere definitivamente con il partito di Bersani e ha lanciato un messaggio durissimo dalle pagine del suo blog: "Ognuno si prenda le sue responsabilità. Bersani ha ignorato i nomi proposti dal MoVimento 5 Stelle per un semplice motivo. Gargamella ha già deciso. Ha fatto le Berlusconarie. Finora questo signore ci ha chiesto solo il voto per un governo Bersani per farsi i cazzi suoi", accusa Grillo, "Berlusconi vuole un garante per i suoi processi. Dopo l'occupazione del Tribunale di Milano da parte dei suoi parlamentari, vorrebbe occupare anche il Quirinale".

In molti, in queste ore, hanno provato a convincere deputati e senatori di centro sinistra ad aprire alla possibilità di eleggere Stefano Rodotà, già in quarta votazione. "Il momento è tragicomico", ha scritto Alessandro Gilioli nella rubrica Piovono Rane, su L’espresso. "C’è un giurista di grande prestigio, di grande moralità e di indubbia cultura istituzionale e costituzionale, ex parlamentare Ds, che una forza esterna al Pd è pronta a votare per il Quirinale. C’è un’occasione storica per far voltare pagina al Paese, partendo dal Colle più alto, dal Capo dello Stato. Ci sarebbero – se i vertici del Pd volessero – i numeri in abbondanza per eleggerlo già dopodomani. C’è insomma – cito Andrea Scanzi – un rigore da tirare senza portiere. E ci sono i vertici del Pd che stanno studiando come sbagliarlo lo stesso".

Un appello rilanciato in rete e che, in pochi minuti, ha creato un largo e trasversale consenso intorno alla candidatura di Rodotà. Inutile, evidentemente, se è vero che Bersani ha proposto a Berlusconi una rosa di nomi che comprendeva Giuliano Amato, Franco Marini e Sergio Mattarella, più volte ministro della Repubblica e giudice costituzionale dal 2011, l'asso nella manica che era stato annunciato, in mattinata, da Alessandra Moretti. Il nome su cui scommettere, il vero elemento di novità nei pensieri del segretario Pd.

Il leader del Pdl si è preso qualche ora per rifletterci e ha poi rilanciato, accettando il nome di Franco Marini: “una persona che viene dal popolo, positiva e seria", ha detto Berlusconi, "Marini non è persona di centrodestra, ma ha sempre dimostrato di essere sopra le parti. Per noi non è una sconfitta".

Intesa trovata, dunque, sulla base del criterio, enunciato dal Bersani, della "più ampia condivisione". Quindi uno schieramento più largo del semplice accordo Pd-Pdl, allargato anche a Scelta Civica che con Andrea Olivero ha benedetto la candidatura: "E' un uomo che conosce le sofferenze dei lavoratori e in questi tempi di crisi rappresenterebbe un segnale di apertura della politica".

La scelta di Marini, però, rischia di provocare crepe insanabili nel Pd. Matteo Renzi ha minacciato la rottura: "quella di Marini - ha detto - è la scelta peggiore. Non siamo franchi tiratori ma ci opponiamo a questa scelta alla luce del sole". Bene ricordarlo, i senatori e deputati vicini al sindaco di Firenze sono una cinquantina. Voti che potrebbero risultare decisivi.E anche i "giovani turchi", la nuova generazione della sinistra dem, non nascondono la loro delusione. Il leader di Sel, come detto, ha dichiarato che non voterà l'ex sindacalista di San Pio delle Camere. La Lega, con tutta probabilità, sceglierà Emanuela Dal Lago, anche se c'è uno spiraglio su eventuali convergenze.

Insomma, Franco Marini è decisamente il favorito e potrebbe essere eletto già domani, in prima o seconda votazione. Non è così scontato, però. La riunione dei grandi elettori di centro sinistra, nella serata di ieri al Teatro Capranica, è stata tesissima. Sono volati gli stracci, i dirigenti sono stati costretti ad uscire da una porta secondaria. L'assemblea ha approvato la candidatura di Franco Marini, ma con solo 1/3 dei voti: 222 si, 30 astenuti, 90 contrari e 86 assenti. Se nelle prime tre votazioni dovessero arrivare solo 222 voti, non si raggiungerebbe la prescritta maggioranza dei 2/3, nonostante il voto di montiani e centro destra. 

C'è la possibilità, dunque, che si arrivi al quarto scrutinio, quando non servirà più la maggioranza dei due terzi ma basterà la maggioranza assoluta. E allora davvero tutto potrebbe accadere. 

 

Come si elegge il Presidente della Repubblica?

 

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Ultima modifica il Venerdì, 19 Aprile 2013 02:12

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