“La discriminazione nell’erogazione degli aiuti per l’emergenza da parte dell’amministrazione comunale è ingiusta e in contrasto con le vigenti norme di legge. I buoni spesa devono essere rivolti a tutti coloro che hanno subito gli effetti dell’emergenza, indipendentemente dalla nazionalità, dal titolo di soggiorno, dalla durata della permanenza precedente sul territorio. L’amministrazione comunale ha invece deliberato l’esclusione dagli aiuti degli stranieri non titolari di un permesso di soggiorno a tempo indeterminato”.
Ad affermarlo, in una nota, sono i consiglieri comunali di Italia viva dell’Aquila Edlira Banushaj, Elisabetta Vicini e Paolo Romano (capogruppo).
“Questi sono interventi straordinari destinati alla sussistenza della popolazione con fragilità provocate dall’emergenza. In quanto tali, devono essere rivolti a tutti coloro che appartengono a una comunità territoriale e hanno subito gli effetti di tale situazione”.
“In particolare, per quanto riguarda i titoli di soggiorno, va ricordato che gli artt. 2, 41 e 43 del Testo Unico dell’ immigrazione, oltre a varie direttive dell’Unione Europea, garantiscono la parità di trattamento con gli italiani nell’accesso alle prestazioni di assistenza sociale a tutti gli stranieri regolarmente soggiornanti, anche se titolari di un permesso di soggiorno per famiglia, lavoro o protezione internazionale; pertanto non è consentito ai Comuni operare distinzioni”.
“Quanto agli stranieri privi di titolo di soggiorno, va tenuto conto che in questa particolare situazione essi non hanno alcuna possibilità di lasciare il nostro paese stante il blocco della mobilità internazionale e l’indisponibilità dei paesi di origine a riammetterli nel territorio. Si tratta dunque di persone “irregolari”, ma di fatto costrette a restare e di persone che, a causa dell’emergenza, hanno dovuto abbandonare i loro lavori seppur in nero (come ad esempio quello di badante) subendo le conseguenze più immediate e pesanti del blocco. Non vi è dunque alcun motivo per escluderli dall’aiuto assegnato a titolo di “solidarietà alimentare””.
“Infine, quanto al requisito della residenza nel Comune, lo stesso non deve essere considerato (né per gli italiani, né per gli stranieri) come residenza anagrafica, pena l’esclusione dei soggetti senza fissa dimora che sono anch’essi in condizione di particolare bisogno o dei richiedenti asilo che, in conseguenza dell’entrata in vigore del primo decreto sicurezza, non vengono iscritti all’anagrafe dalla maggior parte dei Comuni, pur avendo comunque diritto, ai sensi dell’art. 13 D.L. 113 convertito in l. 132/2018, ad accedere ai servizi erogati sul territorio”.
“Per questi motivi chiediamo che i criteri di ripartizione dei contributi per l’emergenza Covid tengano conto dei seguenti criteri: includere in ogni caso tutti i cittadini stranieri regolarmente soggiornanti, anche se titolari di un permesso di soggiorno breve, per non incorrere in violazioni delle norme di legge in materia provocando, oltre che una palese ingiustizia, un inevitabile contenzioso giudiziario; includere in ogni caso gli stranieri nella fase di rinnovo del permesso di soggiorno, tenendo conto che tutti i permessi in corso sono prorogati fino al 15.6.2020 (art. 103 DL 18/2020); includere anche gli stranieri privi di titolo di soggiorno, facendo riferimento al domicilio nell’ambito comunale sulla base delle informazioni reperibili anche tramite i servizi sociali; includere coloro che (italiani o stranieri) risultino privi di iscrizione all’anagrafe pur essendo effettivamente domiciliati nel Comune”.
“Il virus non conosce confini e steccati: non bisogna ricrearli all’interno della nostra comunità locale; bisogna invece valorizzare il patrimonio di solidarietà e di coesione sociale che abbiamo sperimentato in queste settimane”.
Sinistra Italiana: "Una prova indecente di un razzismo senza limiti"
"Il Circolo di Sinistra Italiana L'Aquila denuncia inaccettabili discriminazioni da parte dell'Amministrazione comunale nell'erogazione dei buoni spesa, in favore delle famiglie bisognose. La Giunta ha deliberato ammettendo al beneficio solo gli stranieri titolari di un permesso di soggiorno a tempo indeterminato, escludendo così tutte quelle famiglie straniere che hanno un permesso di soggiorno a durata".
A scriverlo, in una nota, sono Gamal Bouchaib (Responsabile Sociale e Immigrazione Circolo Sinistra Italiana L'Aquila) e Pierluigi Iannarelli (Segretario Circolo Sinistra Italiana L'Aquila).
"Simili esclusioni sono illogiche, ingiuste e in contrasto con le vigenti norme di legge".
"Sono interventi che devono essere rivolti a tutti coloro che appartengono a una comunità territoriale e hanno subito gli effetti di tale particolare situazione, indipendentemente dalla nazionalità, dal titolo di soggiorno, dalla durata della permanenza precedente sul territorio".
"In particolare, per quanto riguarda i titoli di soggiorno, va ricordato che numerose norme (artt. 2, 41 e 43 TU immigrazione, oltre a varie direttive UE) garantiscono la parità di trattamento con gli italiani nell'accesso alle prestazioni di assistenza sociale a tutti gli stranieri regolarmente soggiornanti, anche se titolari di un permesso di soggiorno per famiglia, lavoro o protezione internazionale; pertanto non è consentito ai Comuni operare distinzioni a seconda del titolo di soggiorno".
"Quanto agli stranieri privi di titolo di soggiorno, va tenuto conto – senza voler considerare qui la evidente opportunità di un provvedimento di regolarizzazione – che in questa particolare situazione essi non hanno alcuna possibilità di lasciare il nostro paese stante il blocco della mobilità internazionale e l'indisponibilità dei paesi di origine a riammetterli nel territorio. Si tratta dunque di persone "irregolari", ma di fatto costrette a restare nel nostro paese; e di persone che, a causa dell'emergenza, hanno dovuto abbandonare i loro precari lavori (rider, badante ecc.) subendo le conseguenze più immediate e pesanti del blocco: non vi è dunque alcun motivo per escluderli dall'aiuto assegnato a titolo di "solidarietà alimentare" (come infatti dispone l'Ordinanza n. 658 del 29.03.2020 pubblicata in Gazzetta Ufficiale il 30.03.2020)".
"Infine, quanto al requisito della residenza nel Comune, lo stesso non deve essere considerato (né per gli italiani, né per gli stranieri) come residenza anagrafica, pena l'esclusione dei soggetti senza fissa dimora che sono anch'essi in condizione di particolare bisogno o dei richiedenti asilo che, in conseguenza dell'entrata in vigore del primo decreto sicurezza, non vengono iscritti all'anagrafe dalla maggior parte dei Comuni, pur avendo comunque diritto, ai sensi dell'art. 13 d.l. 113 convertito in l. 132/2018, ad accedere ai servizi erogati sul territorio".
"Per questi motivi, chiediamo con forza l'immediata eliminazione di ogni disposizione comunale che ponga criteri di accesso o priorità alle misure per garantire generi di prima necessità a chi è duramente colpito dalla crisi, a esclusione di quelli legati alla condizione di bisogno del nucleo familiare. E' una responsabilità delle istituzioni, in tutte le sue articolazioni, occuparsi di chi è più in difficoltà e in questo momento rischia di essere lasciato solo. Devono quindi essere eliminati i requisiti di cittadinanza e/o residenza in quanto oltre a essere al di là di ogni limite di decenza, sono anche privi di ogni fondamento costituzionale".
"Ci permettiamo infine di evidenziare i capisaldi per una equa ripartizione degli aiuti:
- Includere in ogni caso tutti i cittadini stranieri regolarmente soggiornanti, anche se titolari di un permesso di soggiorno breve, per non incorrere in violazioni delle norme di legge in materia provocando, oltre che una palese ingiustizia, un inevitabile contenzioso giudiziario.
- Includere in ogni caso gli stranieri nella fase di rinnovo del permesso di soggiorno, tenendo conto che tutti i permessi in corso sono prorogati fino al 15.6.2020 (art. 103 DL 18/2020).
- Includere anche gli stranieri privi di titolo di soggiorno, facendo riferimento al domicilio nell'ambito comunale sulla base delle informazioni reperibili anche tramite i servizi sociali.
- Includere coloro che (italiani o stranieri) risultino privi di iscrizione all'anagrafe pur essendo effettivamente domiciliati nel comune.
"La maggior parte delle Città italiane, anche quelle a guida leghista, si sono rese conto di questi fabbisogni, proprio al fine di non creare sacche di povertà difficilmente gestibili".
"E' criminale e miope questo atteggiamento ultra ideologico della destra aquilana, il teatrino peggiore che si poteva vedere in un momento di emergenza storica che ci dovrebbe far riflettere sul senso comune. Il virus non conosce ne confini ne nazionalità, non creiamoli all'interno della nostra comunità".