“Apprendiamo dagli organi di informazione che il sindaco Pierluigi Biondi, a causa dell’opposizione di alcuni esponenti della Giunta comunale, sarebbe stato costretto a ritirare una proposta di deliberazione relativa all’Unità di crisi già costituita. In buona sostanza sembra esserci stato il tentativo di strutturare organicamente ciò che organico non è, né per legge potrebbe esserlo. La notizia, oltre a confermare la litigiosità della maggioranza (niente di meno opportuno in un’occasione come quella attuale), crea perplessità su come il Governo cittadino intende affrontare l’emergenza epidemiologica. Riteniamo, pertanto, che sia arrivato il momento di attenersi a quanto stabilito dal legislatore e riaffermare la centralità degli organi collegiali ed in particolare del Consiglio comunale.”
A dichiararlo sono Elia Serpetti, Emanuela Iorio, Antonio Nardantonio e Americo Di Benedetto (Gruppo consiliare il Passo Possibile) nonché Fabrizio Ciccarelli (presidente dell’associazione il Passo Possibile).
“Dall’inizio di questa emergenza sono state emanate diverse disposizioni. Tra queste molte riguardano i comuni che sono chiamati a svolgere un ruolo importante nel difficile momento che stiamo vivendo. I comuni, infatti, sono da sempre le istituzioni più vicine ai cittadini, quelle che conoscono meglio di altre i problemi e il modo per risolverli".
"Quanto appena affermato, però - precisano gli esponenti del Passo Possibile - risulta vero nella misura in cui tutte le esigenze e le sensibilità di una comunità hanno voce o meglio hanno la possibilità di essere rappresentate negli organi dell’ente locale. Ebbene, oggi il nostro timore è che questo aspetto fondamentale possa venir meno. Riscontriamo infatti che il sindaco dell’Aquila sia ad attivarsi su tutti i fronti pur di non coinvolgere nella gestione dell’emergenza tutti quelli che non fanno parte del suo ristretto gruppo di lavoro".
"Noi la pensiamo diversamente e, quindi, come abbiamo fatto in altre occasioni, continuiamo a dire che in questa fase più che in altre serve l’aiuto di tutti, a partire dalle forze politiche presenti in Consiglio comunale. Ciò al fine di evitare ingerenze nella programmazione e nella realizzazione di interventi tipicamente e normativamente (anche in emergenza) di competenza del massimo Collegio istituzionale, ancor più se riguardanti l’economia ed il futuro del tessuto produttivo del nostro territorio. Siamo consapevoli di quanto sia complicato garantire la partecipazione in questo particolare momento, ma le semplificazioni sulle modalità di riunione introdotte dall’articolo 73 del Decreto Cura Italia o, meglio ancora, la disponibilità di alcuni enti pubblici – Consiglio regionale – all’uopo meglio organizzati, possono farci superare qualsiasi impedimento".
"Chiediamo, dunque, al presidente del Consiglio comunale ed al sindaco, per l’opportuna sollecitazione, di convocare senza indugio un Consiglio straordinario per trovare insieme le soluzioni migliori non per una parte, bensì per l’intera città.”