Non c'è alcun intento discriminatorio nel modo in cui la giunta comunale ha stabilito i criteri di accesso al contributo di solidarietà dei buoni spesa alimentari.
Ad affermarlo sono i capigruppo e i consiglieri di maggioranza di centrodestra Luca Rocci (L’Aquila Futura), Ersilia Lancia (Fratelli d’Italia), Giorgio De Matteis (Forza Italia), Francesco De Santis (Lega), Luciano Bontempo (Udc) che, in una nota congiunta, difendono l'operato dell'amministrazione e accusano la sinistra di "buttarla irresponsabilmente in caciara".
La nota completa
Il pasticcio del Governo nazionale si ripercuote a livello locale e, mentre nei fatti è chiaro che ci troviamo tutti a fare i conti con le conseguenze degli ‘spritz’ e degli hashtag "abbraccia il cinese", la sinistra aquilana, tutta, prosegue irresponsabilmente a buttarla in caciara, un giorno sì e l'altro pure, arrivando a stigmatizzare in via strumentale la scelta compiuta da questa amministrazione circa l'individuazione dei beneficiari dei buoni spesa, questa volta forte di una pronuncia del Tar, con la quale pure, si intende, dovremo confrontarci.
Tuttavia siamo convinti della bontà delle nostre scelte. La Giunta infatti ha inteso individuare criteri di buon senso che continuiamo a ritenere validi nell'ottica di offrire un aiuto concreto alle famiglie in difficoltà in questo delicato e straordinario momento storico.
L'assenza di disposizioni su criteri e modalità di erogazione delle misure giustifica la discrezionalità dell'amministrazione che, richiamando il criterio della residenza, lungi dal voler applicare alcun "prima gli Aquilani", in una chiara situazione di emergenza, ha dovuto piuttosto ancorare la propria azione amministrativa a criteri certi e immediati, cercando pure di intercettare nuove povertà inedite e sconosciute.
Del resto, analoghe scelte sono state compiute anche da comuni come Firenze e Milano, che certamente non possono definirsi amministrazioni di destra. L’amministrazione Biondi, per tramite delle associazioni e del reggimento Alpini, ha distribuito, prima dell'operatività del bando e al riparo di qualsivoglia criterio di status, razza, religione, circa 6 quintali di derrate alimentari.
Dov’è l’intento discriminatorio nella nostra azione?
La verità è che, accanto a un governo che ha avuto da subito poche e confuse idee, dicendo tutto, il contrario di tutto e poi niente, che ha riempito l'Italia di decreti e autocertificazioni, s'accosta ora, inesorabile, pure la burocrazia della giustizia amministrativa che di fatto ritarda un intervento che avrebbe potuto essere immediato.
Ma la sinistra di questo intimamente si compiace perché, si sa, più che le famiglie, ha sempre avuto a cuore le battaglie ideologiche.