"Non è che si può essere un po' incinta. Se uno sta in maggioranza sta in maggioranza, altrimenti sta all’opposizione".
Ha scatenato un vespaio di polemiche la risposta del governatore Marco Marsilio alla domanda di un cronista che, a margine della conferenz stampa sul provvedimento 'Cura Italia', chiedeva conto delle ultime affermazioni della consigliera regionale Marianna Scoccia, uscita dalla maggioranza sbattendo la porta.
Una risposta accolta con una fragorosa risata dalla consigliera regionale della Lega, Sabrina Bocchino.
"Provo profonda tristezza nell’ascoltare le parole che Marco Marsilio ha rivolto nei miei confronti. Un attacco becero e sessista di cui solo un personaggio come lui poteva rendersi protagonista", la replica di Marianna Scoccia. "Per nulla preoccupato dei numerosi temi politici ed amministrativi che ho sollevato nella mia conferenza stampa, Marsilio ha preferito, con evidente superficialità, liquidare la questione attraverso una battuta di pessimo gusto".
Durissimo il commento del consigliere regionale Sandro Mariani: "Dopo un silenzio durato 12 ore, confinato in un un angolo a volte anche senza una sedia durante l'ultimo Consiglio regionale, finalmente ascoltiamo la voce del presidente Marsilio. Purtroppo le sue prime parole, dopo il mutismo consiliare, sono state proferite per ‘declamare’ una battuta sessista e di cattivo gusto nei confronti della collega Marianna Scoccia. Sono parole che qualificano la sua persona e squalificano il ruolo che ricopre".
"Visto che ama fare lo spiritoso e parla di gravidanze - ha aggiunto Mariani - anche a me verrebbe da fare una battuta: dopo un anno di Regione immobile è lui ad apparire il risultato di una inseminazione artificiale tra Lega e Fratelli d’Italia con conseguente gravidanza extrauterina finita male per gli abruzzesi".
Sulla vicenda sono intervenute anche le coordinatrici provinciali di Italia Viva, il partito che, stando alle voci di palazzo, sarebbe pronto ad accogliere la consigliera regionale eletta con l'Udc, sindaco del comune di Prezza: "Fanno rabbrividire le parole rivolte dal governatore Marsilio alla Consigliera regionale Marianna Scoccia. Ancor di più fa rabbrividire l’immagine della consigliera Bocchino che, seduta in conferenza stampa accanto al Presidente, rideva di quelle stesse parole", l'atto d'accusa di Maria Ciampaglione, Alessandra Renzetti, Maria Cristina Marroni e Marika Bolognese. "Chi riesce a concepire insulti che comprendono la maternità, svilendola, solo per colpire un competitor politico donna, non è un degno rappresentante istituzionale. E lo è per due ragioni: prima di tutto la carica che riveste il Presidente Marsilio avrebbe bisogno di tutt’altro spessore culturale e in secondo luogo passare il proprio tempo a rivolgere insulti non è la ragione della sua elezione alla carica di Presidente. Probabilmente, dopo i vari anni di assenza, Marsilio ha dimenticato che la nostra è una regione di persone “forti e gentili”, dimenticanza difficile da colmare con sparute e afasiche visite settimanali tra le quattro mura dei palazzi regionali. Il governatore dovrebbe piuttosto preoccuparsi di aver assistito, come avrebbe fatto un passante qualunque, all’approvazione del Cura Abruzzo senza neanche sentire il bisogno di dover intervenire neanche una sola volta in aula".
In difesa del governatore è sceso in campo Fratelli d'Italia, per voce del coordinatore regionale Etel Sigismondi, nello staff di Marsilio: "La Scoccia cerca visibilità ed è per questo che polemizza per un risposta di Marsilio alla domanda di un giornalista circa la collocazione politica della consigliera regionale eletta nell’Udc. La metafora utilizzata è vecchia quando il mondo, non ha mai offeso nessuno e certamente non può essere considerata sessista", le parole di Sigismondi. "Il Presidente Marsilio ha voluto ribadire che in determinate circostanze politiche non si può tenere il piede in due staffe: o si è maggioranza o si è opposizione. Spiace che nel tentativo di attaccare Marsilio, la consigliera eletta nel centrodestra ed oggi passata all'opposizione, abbia voluto coinvolgere la Consigliera Bocchino che, da sempre coerente nella sua collocazione politica, ha condiviso la risposta immediata e concisa del Presidente Marsilio perché tesa a censurare i trasformismi e le ambiguità in politica".
"Se la consigliera Scoccia fosse stata di sesso maschile, per commentare il suo posizionamento politico nell’attuale compagine consiliare in Regione Abruzzo il presidente Marsilio avrebbe usato la stessa metafora?", si chiedono però le Donne Democratiche abruzzesi. "Perché dunque usare il corpo delle donne, la loro specificità dovuta all’appartenenza di genere, per dare un parere di natura politica? In una parola perché usare proprio quella locuzione per esprimere un concetto semplice come quello di ‘tenere il piede in due staffe’? Non solo quella di Marsilio è stata una uscita sessista, e quindi discriminatoria, ma anche allusiva: tipico di una cultura becera che vede nelle donne esseri inferiori, funzionali a soddisfare i bisogni e le necessità degli uomini (della patria, della specie), non meritevoli comunque di rispetto riguardo la loro persona e i loro ruoli, professionali e politici".
È evidente quindi come ancora una volta il governatore Marsilio si sia rivelato totalmente inadeguato al ruolo che ricopre, "scoprendosi per quello che è: l’interprete di un potere machista e clientelare. Così come inadeguata sembra la risata della consigliera Bocchino, incapace di ogni tipo di solidarietà femminile (visto che le discriminazioni sessuali molto spesso non hanno colore politico e lei per prima siamo certe avrà avuto modo di sperimentarlo da sé) tanto più dal momento che proprio lei è stata prima firmataria di una proposta di legge per il combattere il bullismo e il cyberbullismo, che altro non è che l’uso dei social e della tecnologia spesso proprio contro le donne e le ragazze, sempre più vittime di violenti attacchi di revenge porn e odio in rete. Per questo la solidarietà che intendiamo esprimere ha un carattere fortemente improntato al rispetto dell’autodeterminazione e dell’integrità personale di tutte quelle donne che decidono, con grande senso di responsabilità, di prendere parte alla vita politica del loro paese e dei propri territori. La discriminazione in base al sesso è un atteggiamento grave, lesivo della dignità, insultante e impensabile all’interno di un luogo istituzionale come quello dell’assise regionale. Indica un difetto che se non riguarda tutti gli uomini, di certo attiene ad alcuni di loro, ancora troppi – secondo noi".