Venerdì, 05 Giugno 2020 14:28

Consiglio dei Ministri impugna la legge 'Cura Abruzzo 1'. Osservata anche la riforma dell'affidamento dei pascoli. Le reazioni

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Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro per gli affari regionali e le autonomie Francesco Boccia, ha deliberato di impugnare la legge della Regione Abruzzo n. 9 del 06/04/2020, recante “Misure straordinarie ed urgenti per l’economia e l’occupazione connesse all’emergenza epidemiologica da COVID 19”, in quanto alcune norme, omettendo di prevedere la copertura finanziaria, viola l’art. 81, terzo comma, della Costituzione.

Si tratta del così detto 'Cura Abruzzo 1', che ha stanziato, tra l'altro, 5 milioni per le famiglie svantaggiate tagliate fuori dagli altri sussidi statali, 6 per le piccole e medie imprese e gli autonomi.

"Tanto tuonò che piovve: per settimane abbiamo avvertito e denunciato in tutti i modi che il 'Cura Abruzzo' aveva coperture incerte o non le aveva affatto, che l'articolo della norma sul condono tombale che avrebbe permesso transazioni da ben 162 milioni di euro di cui oltre 100 milioni dalla sanità privata era in contrasto con le leggi, oltre che col buon senso: e così oggi dal Consiglio dei Ministri arriva l'impugnativa di una legge regionale spacciata agli abruzzesi come salvifica e che invece evidenzia mancanza di visione, strategia, qualche incompetenza e spregiudicatezza di troppo, specie quella di rinunciare ai crediti", l'affondo durissimo del capogruppo del Pd in Consiglio regionale Silvio Paolucci.

D'altra parte, il parere dell'organo tecnico del Ministero dell'Economia e delle Finanze non lascia spazio ad interpretazioni: "Una legge senza coperture che mette a rischio anche l'erogazione dei Livelli Essenziali di Assistenza, oltre agli equilibri di bilancio. Approssimazione e superficialità sono il marchio di fabbrica di questa Giunta regionale, impegnata esclusivamente alla rincorsa di roboanti titoloni in prima pagina piuttosto che a risolvere i problemi veri di cittadini e imprese".

Stando a quanto sottolineato dal MEF, la Legge 9/2020 presenta coperture finanziarie non puntualmente indicate, nuovi e maggiori oneri a carico del bilancio non quantificati, a fronte dei quali non è indicata la fonte di finanziamento. Il Ministero inoltre segnala che la legge, così come formulata, potrebbe intaccare finanche le risorse del perimetro sanitario, compromettendo l'erogazione dei Livelli essenziali di assistenza (Lea). Particolare attenzione è stata posta anche sulla cosiddetta 'pace legale' (prevista dall’articolo 7 della legge regionale 9/2020) che - a detta del MEF - 'potrebbe comportare oneri non quantificati e non coperti, oltre che non dovuti, per gli enti del Servizio sanitario della Regione Abruzzo che, peraltro, è una regione sottoposta al Piano di rientro e ancora oggi fa registrare un disavanzo di Gestione', "a dimostrazione di quanto abbiamo ampliamente denunciato in questi giorni, restando ignorati, circa i debiti cumulati nel 2019 in un solo anno dei gestione del centrodestra", aggiunge Paolucci.

La Ragioneria generale dello Stato, invece, è andata a fondo del testo "e sottolinea che avevamo visto giusto anche sulle transazioni: 'la Regione Abruzzo ha una notevole mole di note di credito non ricevute per contestazioni e/o inadempienze e per extra budget anche molto datati (2013 e precedenti). A tal proposito, la Regione ha iscritto un accantonamento di circa 28 milioni di euro nell'anno 2017, per contenere il rischio delle note di credito da ricevere, che però non può determinare alcuna pretesa da parte delle strutture private accreditate [...]'. Sono ben 8 le pagine di osservazioni ministeriali, che avevamo preannunciato fino ad adire persino la Procura della Corte dei Conti nelle scorse settimane, in cui si fa preciso riferimento al fatto che 'la composizione bonaria determinerebbe possibili ulteriori oneri sui bilanci degli enti del settore sanitario non quantificati e non coperti, oltre che privi di qualsiasi valutazione in merito ad una possibile soccombenza in giudizio da parte della competente avvocatura regionale'. Ma il passaggio più duro - aggiunge Paolucci - che non lascia spazio ad alcuna interpretazione è quello che sottolinea come 'la disposizione in esame si pone in contrasto con il Piano di Rientro e con l'articolo 81 della Costituzione'".

Provvedimenti illegittimi, in altre parole. "L’incompetenza amministrativa della Giunta lenta si ripete ancora e rischia di riproporsi anche per il 'Cura Abruzzo 2', legge nata senza coperture e con la spada di Damocle dell’approvazione del consuntivo: fino a che il consuntivo non sarà approvato, il provvedimento non sortirà effetti e non elargirà i sostegni promessi agli abruzzesi. La cosa grave è che tutto questo poteva essere evitato, perché avevo messo in guardia tutte le forze politiche della coalizione che sostiene Marsilio della pericolosità di questa disposizione e lo faccio ancora: rinnovo alla Lega l’appello fatto per cancellare la disposizione normativa. E’ necessario sopprimere questa parte della norma così indifendibile, nata, forse, con ben altre e incondivisibili intenzioni, che durante la gestazione qualche fantasiosa ha messo in pratica stravolgendone radicalmente le finalità. Nel frattempo spiace constatare che dopo l'aumento di stipendi a manager e direttori con arretrati compresi, dopo il ripristino dei rimborsi di Giunta, dopo il disastro della gestione della prima fase tra lungaggini enormi per i tamponi e mancanza dei DPI, l'impugnativa per la legge che veniva sbandierata come la norma per dare risposte urgenti agli abruzzesi, finisca alla gogna per tali ragioni, e si faccia strada come norma concepita per favorire transazioni in grado di mettere a rischio la sottrazione alle prestazioni sanitarie oltre 100 milioni di euro. Una vergogna".

Tra l'altro, l'impugnativa del Governo fa riferimento, anche, ad altre norme norme della legge, riguardanti gli usi civici, che violano gli articoli 2, 3 e 117, secondo comma, lettera l, della Costituzione in materia di ordinamento civile. 

Si tratta dell'articolo 9, riguardante l'affidamento dei terreni di pascoli in Abruzzo. In sostanza, la norma - voluta dal vice presidente della Giunta regionale, Emanuele Imprudente - prevede che le terre ad uso civico siano conferite, prioritariamente, a persone o società residenti nel comune (o nei comuni confinanti) in cui insistono i terreni; soltanto in un secondo momento, in caso di terreni eccedenti rispetto alle richieste, verrebbero assegnati appezzamenti ai residenti dei comuni della provincia e della regione. Infine, si aprirebbe l'eventuale assegnazione con gara pubblica nazionale.

Un provvedimento che, di fatto, aveva l'intenzione di rispondere alle richieste dei pastori e di provare a porre un argine al fenomeno definito 'mafia dei pascoli'; un provvedimento che, però, viola apertamente la riforma sugli usi civici, i principi del demanio collettivo e quelli sulla concorrenza dell’Unione Europea. Così come osservato, puntualmente, dal Governo.

"Quanto sta accadendo intorno alla questione dei pascoli è semplicemente imbarazzante per i tanti allevatori che, per decenni, hanno contribuito alla salvaguardia del territorio montano e all’economia abruzzese delle zone svantaggiate", la denuncia di Coldiretti Abruzzo che punta il dito contro il Governo. "Una situazione assurda che suscita imbarazzo etico e morale per i tanti allevatori che da anni chiedevano di essere ascoltati; la norma, che prevede semplicemente la priorità di assegnazione dei pascoli alle aziende residenti, nasce con l’obiettivo di tutelare una tradizione antica e consolidata messa a dura prova da fenomeni speculativi quali l’accaparramento dei terreni a prezzi fuori mercato perché 'drogati' dagli aiuti comunitari. I pastori abruzzesi – ribadisce Coldiretti Abruzzo - vogliono una cosa semplice: poter pascolare mandrie e greggi sui propri territori, come per secoli è stato. Ribadiamo la nostra ferma convinzione che si tratta di una legge giusta, con un fortissimo risvolto etico e nata per fronteggiare meccanismi contorti e pericolosi che finora hanno penalizzato lo sviluppo della pastorizia abruzzese relegandola ad un ruolo marginale e minoritario come dimostra la progressiva diminuzione delle imprese zootecniche locali".

Marsilio: "Impugnati aspetti marginali e già risolti"

"Quello che il Governo ha impugnato della Legge 9 sono in gran parte aspetti marginali e già risolti: le coperture per il microcredito sono state assicurate riprogrammando con delibera di Giunta i Fondi europei, le norme per i comuni (in particolare quelli delle zone rosse) sono state superate e assorbite nella Legge 10 di recente approvazione".

Questa la dichiarazione del Presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio in merito all’impugnazione della Legge 9 da parte del Governo.

Quanto alla norma sulla cosiddetta ‘pace legale’ - aggiunge il governatore - "è ora di finirla con le relazioni e le bugie: nessuno intende ‘regalare’ alcunché, tantomeno intende farlo alla sanità privata. La norma contiene precise ed esplicite clausole a salvaguardia dell'interesse pubblico e degli equilibri di bilancio. Le transazioni che eventualmente verranno accolte devono ‘convenire’ anche alla Regione oltre che al proponente, e possono essere erogate solo rispettando l'equilibrio di bilancio. Non ci obbliga nessuno ad accogliere le proposte pervenute, né a pagare centinaia di milioni senza battere ciglio per il solo fatto che qualcuno provi a chiederlo. Peraltro, sono i Dipartimenti e l'Avvocatura a fare l'istruttoria e a sottoporre alla Giunta una motivata risposta alle richieste, non i partiti o la politica. E nell’accogliere le proposte devono spiegare e dimostrare il beneficio per la Regione, che può consistere ad esempio nell'evitare di coltivare cause con precedenti casi di soccombenza e aggravio di costi per spese legali e interessi".

"Ritengo invece grave - ha proseguito Marsilio - aver impugnato una norma coraggiosa e innovativa come quella approvata per combattere la cosiddetta ‘mafia dei pascoli’: su questo tema non solo non indietreggeremo ma porteremo il caso a livello nazionale ed europeo. Il Governo dica quali interessi vuole difendere, invece di aiutare le Regioni a respingere queste pratiche perverse. Per finire, non posso non lamentare il fatto che il Governo invia le osservazioni del Mef solo la sera del giorno 1, mettendoci in condizione di conoscerle solo il 3, per poi replicare con nuovi e ulteriori argomenti la sera del 4 pretendendo risposte per il 5 mattina, quando ‘puntualmente’ il Consiglio dei Ministri impugna la legge. Non è esattamente quel che si dice una ‘leale collaborazione istituzionale’". 

Marcozzi (M5S): "Avevamo segnalato i problemi del testo, centrodestra non ci ha dato ascolto"

"Il Consiglio dei Ministri ha impugnato la legge 'Cura Abruzzo 1', quella che il centrodestra ha approvato nel Consiglio regionale di aprile in piena emergenza Coronavirus, perché in violazione con quanto previsto dalla Costituzione. Una notizia che non ci stupisce affatto, e che anzi va a confermare ciò che abbiamo ripetuto sia nel corso della seduta consiliare che durante le Commissioni competenti: alcune norme non avevano nessun tipo di copertura economica, e questo non è accettabile. Di fronte ai nostri moniti però, la maggioranza Lega-FDI-FI ha preferito voltarsi dall'altra parte, portando un avanti a testa bassa un testo che aveva vizi di forma chiari a chiunque".

Ad affermarlo è il Capogruppo M5S in Regione Abruzzo Sara Marcozzi.

"Per tutto l'iter di approvazione della legge, il MoVimento 5 Stelle ha tenuto un comportamento leale e collaborativo, evitando ogni forma di ostruzionismo per portare sostegno economico agli abruzzesi il prima possibile e prepararsi ad affrontare le conseguenze delle chiusure per il Coronavirus. Proprio all'interno delle discussioni di merito, avevamo portato all'attenzione del centrodestra le falle clamorose presenti nella norma. Sarebbe bastato ascoltarci e lavorare con maggiore attenzione per evitare l'ennesima pessima figura istituzionale a cui la Giunta Marsilio costringe l'Abruzzo. Evidentemente, le modalità con cui si sviluppa la propaganda, con l'affanno di comunicare sui media e sui social il prima possibile cosa succede in Consiglio, non seguono quelle delle Istituzioni e delle norme. Oltretutto, molte delle iniziative presenti nel testo non sono ancora state rese effettive dal centrodestra, veloce con gli annunci e lento con i fatti".

L'impugnazione da parte del Consiglio dei Ministri era la logica conseguenza dell'approssimazione con cui questa Giunta lavora ogni giorno. "Mi auguro, ma temo che sia una speranza vana, che almeno ci venga risparmiato il solito ritornello di attacchi nei confronti del Governo, perché se c'è qualcuno con cui il Presidente Marsilio, i suoi Assessori e tutta la maggioranza dovrebbero prendersela, sono proprio loro stessi. Non è la prima volta che il Consiglio dei Ministri impugna un testo che hanno scritto, e credo che sia arrivato il momento di lasciare da parte i comunicati e concentrarsi sull'approfondimento dei testi che producono. Se mettessero in questo lo stesso impegno che ogni giorno spendono per attaccare il Presidente Conte, forse adesso l'Abruzzo avrebbe strumenti più efficaci per affrontare la crisi economica conseguente a quella sanitaria. Si assumano una buona volta le loro responsabilità e risolvano i problemi che loro stessi hanno creato. Ci sono tanti abruzzesi che stanno ancora aspettando, invano, qualche risultato da questa Giunta, ma finora sono arrivate soprattutto tante chiacchiere e tanta propaganda".

I sindacati: "Avevamo detto che la legge era illegittima"

"Il Governo impugna la legge 'Cura Abruzzo' della Regione. Lo avevamo detto. Il 16 maggio, in un comunicato stampa dal titolo ‘La legge Cura Abruzzo è costituzionalmente illegittima: i sindacati scrivono al Governo’ avevamo segnalato all’esecutivo nazionale i punti di illegittimità del provvedimento, tra cui l’articolo 7, intitolato ‘Pace legale’, a seguito del quale la Regione avrebbe potuto elargire un regalo di oltre 160 milioni di euro alle aziende che non hanno rispettato le leggi e i contratti negoziali sottoscritti e che hanno un contenzioso in essere con gli enti regionali. Un condono in piena regola dove a pagare il conto sarebbero stati i cittadini abruzzesi con le loro tasse che invece dovrebbero servire per poter disporre di servizi pubblici di qualità".

Lo affermano i segretari generali di Cgil, Cisl, Uil e Ugl, Carmine Ranieri, Leo Malandra, Michele Lombardo e Gianna De Amicis.

"Il ministero dell'Economia e delle Finanze – sottolineano le quattro sigle – rileva tali criticità evidenziando che la norma appare indebitamente favorevole alle imprese. Ora l'auspicio è che il Consiglio regionale proceda immediatamente a disporne la revoca. Avevamo ragione – dicono i segretari - e il Governo nazionale ha condiviso le nostre argomentazioni. Avremmo voluto evitare di dover chiedere all’Esecutivo di impugnare una legge dell’Abruzzo, avremmo voluto dare il nostro contributo alla stesura della stessa, ma abbiamo trovato una maggioranza politica regionale che non ha voluto ascoltare le nostre ragioni. Come abbiamo già sostenuto, probabilmente chi ha proposto la norma immaginava la nostra contrarietà e ha di proposito evitato il confronto".

Da segnalare, tra l’altro – affermano i sindacalisti - che mentre tanti provvedimenti approvati nella legge sono stati enfatizzati dalla politica regionale, "nessuno dei consiglieri che ha proposto e votato la legge si è preso la briga di difendere la norma sulla ‘pace legale’ di fronte alle forti critiche che i sindacati hanno mosso. Chi ha proposto questa norma? Davvero il proponente non ha pensato che si sarebbe creato un danno ai cittadini abruzzesi? Non ha pensato che regalare 160 milioni di euro a poche imprese e per di più proprio a quelle che hanno attivato un contenzioso con l’istituzione che i consiglieri stessi rappresentano, avrebbe creato un danno grave alle casse regionali? Perché non hanno mai difeso pubblicamente quella norma? Domande che fanno dubitare degli interessi che vengono perseguiti e che dimostrano poca trasparenza sul metodo e sul merito di formazione delle leggi", concludono Ranieri, Malandra, Lombardo e De Amicis.

Testa (FdI): "Il Governo impugna leggi di Regioni dinamiche che suppliscono le carenze statali"

"Il Consiglio dei Ministri impugna le leggi delle Regioni dinamiche costrette e sostituirsi al Governo per tematiche su cui lo stesso non interviene, o non abbastanza, e dunque su gravi carenze statali che, soprattutto in stato di emergenza nazionale, era necessario supplire e con celerità".

E’ il commento del capogruppo di Fratelli d’Italia in Consiglio regionale, Guerino Testa, alla notizia dell’impugnativa della legge regionale 'Cura Abruzzo1'.

"Una norma, quella approvata dal Consiglio regionale il 6 aprile scorso - sottolinea il capogruppo - studiata tempestivamente per gestire i primi danni economici causati dall’esplosione della pandemia, offrendo immediato ristoro alle famiglie e alle imprese abruzzesi che, con le scarse risorse pervenute dal decreto 'Cura Italia', ben poco riuscivano ad arginare. Rapidità e dinamismo che, evidentemente, il Governo Conte tenta di osteggiare con modalità e tempi tra l’altro molto discutibili. Peccato, per chi sta tentando di opporsi alla Legge 9, che la Giunta Marsilio non si faccia certo prendere in contropiede, ma soprattutto ancora una volta agli abruzzesi, oltre al danno arriva anche la beffa. Di una cosa può essere certo il Governo giallo-rosso – conclude Testa - il dinamismo che contraddistingue l’operato del presidente Marsilio e della sua squadra, ieri durante i momenti più dolorosi dell’emergenza, oggi per la fase di ripresa, e domani per il vero rilancio socio-economico, risulterà vincente perché sarà in grado di restituire all’intera regione la dignità che stanno pesantemente minando".

Ultima modifica il Venerdì, 05 Giugno 2020 18:26

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