Venerdì, 12 Giugno 2020 12:42

L'Aquila, la protesta delle opposizioni: "Consiglio torni a riunirsi in presenza"

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Puntano i piedi le forze di opposizione di centrosinistra e, dopo tre mesi di Consigli comunali e Commissioni svolti per via telematica, stamane hanno inscenato una forma di protesta partecipando ai lavori dell'assise nell'aula consiliare di Villa Gioia; subito dopo, i capigruppo Carla Cimoroni (Coalizione sociale), Giustino Masciocco (Articolo 1), Stefano Palumbo (Pd), Paolo Romano (Italia Viva) e Elia Serpetti (Il Passo Possibile) hanno tenuto una conferenza stampa, all'aperto, denunciando una situazione oramai "insostenibile e umiliante". 

D'altra parte, anche alcuni consiglieri di maggioranza - ed in particolare Francesco De Santis (Lega) e Giorgio De Matteis (Forza Italia) - non hanno mancato di manifestare il loro 'mal di pancia' per una situazione che, in piena fase di riapertura, pare davvero poco comprensibile. 

Incalzato dall'assise, il presidente Roberto Tinari ha reso noto il parere di Maurizio Ardingo, responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione della Regione, che ha "sconsigliato" di tenere sedute consiliari in presenza; un parere che ha fatto storcere il naso a molti, se è vero che la Prefettura, in una nota al Consiglio comunale di Sulmona, ha ritenuto "ammissibile organizzare le sedute in presenza, purché nel rispetto delle misure di contenimento del contagio da covid-19". Dunque, Tinari ha assicurato che dal mese di luglio l'assise si riunirà nella Sala Ipogea dell'Emiciclo, impegnandosi a fare in modo che le sedute di Commissione possano invece tenersi regolarmente a Villa Gioia.

Staremo a vedere. Ciò che è certo è che lunedì si terrà una conferenza dei capigruppo - richiesta da maggioranza e opposizione - alla presenza di Ardingo che dovrà sciogliere gli ultimi nodi.

"Fatemi ringraziare il presidente del Consiglio comunale di Sulmona, Katia Di Marzio; la città rappresenta un esempio virtuoso in provincia", le parole di Paolo Romano; "a Sulmona, le commissioni si fanno in presenza, già da diverso tempo, e stanno provvedendo a fare Consigli in presenza nell'aula consiliare, consentendo a chi, per motivi personali, non intenda presenziare di poter seguire i lavori in via telematica. Sarebbe da prendere ad esempio".

"Credo che come rappresentanti dei cittadini siamo noi a doverci assumere la responsabilità di tornare in aula - ha aggiunto Carla Cimoroni - l'Italia sta ripartendo: frequentiamo bar e ristoranti, tra poco potremo tornare persino in discoteca, ma l'assise civica non si riunisce in presenza. Eppure, tanti Consigli comunali in Italia sono tornati all'attività ordinaria, persino il Comune di Nembro, e noi siamo rimasti alla 'fase 1'. Lo ripeto: la responsabilità di intervenire è nostra. Assumiamo le dovute cautele, riprendiamo il lavoro in piena sicurezza ma il Consiglio deve tornare a riunirsi in presenza, garantendo chi, per motivi personali, preferisce seguire i lavori in differita. Mi permetto di suggerire una iniziativa assunta dall'Arta, il mio datore di lavoro: ci è stata data la possibilità di fare test sierologici. Così dovrebbe impostarsi la 'fase 3', testare-tracciare-trattare perché la risposta alla pandemia non può essere un nuovo lockdown in caso di aumento dei contagi". 

"Stiamo dando un cattivo esempio come amministratori", ha proseguito Elia Serpetti; "ogni cittadino si sta organizzando per tornare al lavoro e non credo che l'assise possa permettersi di continuare a non riunirsi".

E non si tratta di un problema soltanto formale, di un capriccio rispetto all'orientamento del presidente del Consiglio: "Con questa modalità, di fatto, il Consiglio comunale - per incapacità di gestione dello strumento, per problemi di connessione e così via - per tre mesi è stato tenuto al di fuori di qualsiasi dinamica, se non impegnato in un paio di occasioni a rincorrere i provvedimenti sbagliati dell'amministrazione comunale", l'affondo di Stefano Palumbo. "L'assise non è stata coinvolta nella gestione di una fase così delicata che, al contrario, avrebbe richiesto e richiederebbe ancora un protagonismo dei consiglieri rispetto ad una serie di problematiche connesse all'emergenza. Viene il sospetto che ci sia la volontà di tenere sopita la discussione politica. Stiamo analizzando vecchie delibere, passate in Commissione quattro o cinque mesi: pian piano, è come se si stia tornando pian piano alla normalità come se L'Aquila stia uscendo indenne dall'emergenza sebbene è chiaro ci siano delle ripercussioni pesantissime per il tessuto economico cittadino, per la cultura, il commercio e così via. Volutamente o no, il Consiglio comunale è stato tagliato fuori. E' il dato più preoccupante".

Come non bastasse, ci permettiamo - di nuovo - di aggiungere che è stata tagliata fuori anche la stampa dai lavori delle Commissioni. E questo è inaccettabile. 

Ultima modifica il Venerdì, 12 Giugno 2020 13:40

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