“Oggi sono all’Aquila, girerò tutti i territori italiani: l’anno scolastico inizierà con una scuola migliore, più nuova rispetto a quella cui siamo abituati e per cui ringraziamo il personale scolastico. Abbiamo il dovere non solo di sognare ma di realizzare ambienti d’apprendimento che portino a forme di innovazione didattica. E poi dobbiamo cercare assolutamente altri spazi”.
Lo ha detto la ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina che, nel primo pomeriggio, è arrivata all’Aquila per partecipare al tavolo regionale per l’avvio dell’anno scolastico nei locali dell'Usr laddove, a conclusione del vertice, incontrerà per un breve saluto l'associazione Oltre il Musp, la Commissione Scuole Sicure e le Mamme per L'Aquila. Prima, Azzolina ha voluto visitare la stele posta in ricordo degli studenti e del personale scolastico deceduti nel corso del sisma 2009, a Collesapone, recandosi poi al cantiere della nuova scuola ‘Mariele Ventre’ di Pettino, il primo edificio scolastico che verrà restituito alla città.
“Sono qui per collaborare con tutti”, ha ribadito la Ministra dell’Istruzione: “l’obiettivo ripartenza scuola a settembre è l’obiettivo del paese tutto, le famiglie possono stare tranquille. Riporteremo studenti e studentesse in aula, in presenza: il 1° settembre coloro che dovranno recuperare gli apprendimenti o potenziarli, il 14 settembre gli altri così come stabilito con le Regioni che, comunque, potranno organizzarsi come meglio credono”.
Sulla situazione della città dell’Aquila, con la maggior parte delle scuole ancora nei Musp che rendono ancor più difficile assicurare il distanziamento sociale previsto, Azzolina ha riconosciuto che “siamo alla ricerca di spazi: è evidente che li dobbiamo trovare. Sono qui per questo, per collaborare con gli Enti locali e dare una mano. I soldi li abbiamo messi, abbiamo delle norme migliorative che hanno semplificato gli iter burocratici, tra le altre il provvedimento che riconosce poteri commissariali ai sindaci che abbiamo inserito nel Decreto scuola. Adesso vi chiedo soltanto una cosa: lasciateci lavorare, non vogliamo fare altro”.
Infine, una battuta sulle così dette ‘classi pollaio’: “sono davvero felice che, finalmente, se ne parli; per due anni ne ho parlato soltanto io, inascoltata. Adesso non sono più sola”.