Cinque candidati alla carica di sindaco ad Avezzano, forse sei; a Chieti, dovrebbero essere sei i profili in campo.
E’ lo scenario che va profilandosi a due mesi e mezzo dalle amministrative del 20 settembre prossimo; una realtà che rappresenta, da un lato, dello sfaldamento delle coalizioni tradizionali e che profila, dall’altro, ciò che potrebbe accadere in futuro, una politica liquida che rifugge le cornici partitiche per presentarsi sotto simboli civici che, tuttavia, di realmente civico raccontano davvero poco, piuttosto l’ambizione di gruppi di potere di continuare ad avere rappresentanza.
C’è un altro dato, interessante: la volontà dei moderati di ricostruire un campo largo capace di accogliere i liberali che avversano la destra sovranista e che non si riconoscono nel Pd.
In questo senso, sta svolgendo un ruolo importante Italia Viva: le elezioni di settembre segneranno un primo banco di prova per le ambizioni di Matteo Renzi.
Bisognerebbe chiedersi se esiste ancora un ‘voto moderato’, in un'epoca che racconta di contrapposizioni radicali: guardando fuori dai confini italiani, verrebbe da rispondere di no; tuttavia, laddove non si è in grado di costruire una proposta politica di sinistra, socialista e ambientalista – ed in particolare in un paese come l’Italia – è evidente possano ‘aprirsi’ spazi capaci di accogliere un elettorato insoddisfatto dalle proposte in campo.
Va tenuto in considerazione, guardando alle elezioni che verranno da qui al 2022 allorquando si voterà anche all’Aquila.
Ad Avezzano, si diceva, vanno profilandosi cinque candidature a sindaco, forse sei: Tiziano Genovesi, espressione della Lega, ha già avviato la campagna elettorale con l’inaugurazione della sede elettorale; Fratelli d’Italia dovrebbe sostenerlo, è emerso nel corso del vertice della coalizione di centrodestra all’Aquila, ma il condizionale è ancora d’obbligo. Forza Italia, invece, ha dato uno scossone annunciando la discesa in campo della presidente di Aciam Anna Maria Taccone che, martedì prossimo, ufficializzerà la sua candidatura.
Potrebbe trattarsi di una ‘mossa’ per spingere la Lega a trovare una sintesi su un altro profilo – il sindaco uscente Gabriele De Angelis? – ma è difficile a credersi che il Carroccio, dopo l’investitura ufficiale arrivata da Matteo Salvini, possa fare passi indietro.
Si va verso una spaccatura, insomma; giovedì prossimo è fissato un altro vertice di coalizione, all’Aquila: attorno al tavolo i referenti regionali e provinciali di Lega, Fratelli d'Italia, Forza Italia e Udc che tenteranno di trovare un accordo.
Nei prossimi giorni, tra l’altro, potrebbe arrivare l’annuncio della candidatura di Giovanni Di Pangrazio, già sindaco di Avezzano, a capo di un cartello di liste civiche che ha l’ambizione, dichiarata, di parlare al mondo moderato, di centrodestra e centrosinistra. E chissà che le strade di Taccone e Di Pangrazio non possano incrociarsi.
A quel voto, moderato e liberale, guarda anche Mario Babbo, già consigliere di maggioranza all’epoca di Di Pangrazio e di opposizione nei mesi di governo De Angelis. Babbo è partito con ampio anticipo, ha costruito un campo civico largo e trovato il sostegno di Italia Viva. Nei giorni scorsi si era sussurrato di un possibile accordo con i centristi di Forza Italia: c’è da guardare con attenzione a cosa potrebbe accadere nei prossimi giorni, con tre candidati – Taccone, Di Pangrazio e Babbo – che provano a giocarsi la stessa partita.
A meno che il Partito Democratico non decida di fare un passo indietro e convergere sulla coalizione Babbo; i dem hanno lanciato la candidatura di Roberto Verdecchia e stanno provando a costruire, non senza difficoltà, una coalizione di centrosinistra. A sinistra, intanto, si ragiona di una proposta alternativa ai democratici. Resta l’incognita Movimento 5 Stelle: si va verso un accordo giallo-rosso sul modello di Governo?
La spaccatura nel centrodestra è stata già sancita, invece, a Chieti: la coalizione si ritroverà intorno al nome del candidato della Lega Fabrizio Di Stefano; tuttavia, l’ala di Forza Italia che fa riferimento all’assessore regionale Mauro Febbo – di fatto, la gran maggioranza degli azzurri chietini – correrà sotto il simbolo civico di ‘Forza Chieti’ a sostegno di Bruno Di Iorio che ha trovato l’accordo con Italia Viva. E torniamo alla costruzione di un campo moderato e liberale; emblematiche, in questo senso, le parole del deputato Camillo D’Alessandro, referente regionale dei renziani, ai microfoni del Messaggero: “Italia Viva sarà presente nelle competizioni di Chieti e Avezzano all'interno di coalizioni civiche alternative al centrodestra e al centrosinistra”, ha spiegato D’Alessandro. “La nostra regola è il territorio: decidono i rappresentanti di Italia Viva nei rispettivi Comuni. Italia Viva costruisce sul territorio intese con le liste civiche e le forze riformiste: alleanze che non si esauriscono alle elezioni comunali. Credo ci saranno delle belle sorprese, destinate a spazzare via certi equivoci tra sondaggi e realtà. Lo stesso metodo ci guiderà alle elezioni di primavera”.
Il centrosinistra dovrebbe rispondere con la candidatura del consigliere comunale uscente Diego Ferrara: tuttavia, è evidente come a Chieti – e così ad Avezzano – manchi una proposta forte, identitaria, capace di parlare all’elettorato progressista.
Non è un caso che a Chieti potrebbero essere in campo tre candidature ‘civiche’: Paolo De Cesare, Camillo Carapelle e Luca Amicone col sostegno del Movimento 5 Stelle.