“A bruciare non è solo il patrimonio boschivo, ma insieme ad esso anche il senso di civiltà di taluni sconsiderati che offendono la nostra terra deturpandone l’ambiente e la vegetazione. Serve un catasto delle aree percorse dal fuoco".
Così consiglieri comunali del Passo Possibile Elia Serpetti, Emanuela iorio, Antonio Nardantonio e Americo Di Benedetto e il presidente dell’associazione civico-politica Fabrizio Ciccarelli a proposito degli incendi che da ieri stanno interessando le montagne aquilane.
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“Nel condannare fermamente il gesto vile, ringraziamo innanzitutto i Vigili del fuoco, i Carabinieri forestali e i tanti uomini e mezzi della Protezione civile che, unitamente ai tanti volontari del posto, si stanno prodigando incessantemente da ormai 24 ore per contrastare gli effetti delle fiamme che hanno repentinamente aggredito una zona piuttosto impervia della montagna arischiese-pizzolana e, purtroppo, già distrutto ampie zone di bosco, per lo più conifere”.
La speranza è che l’emergenza in atto cessi al più presto, poi verrà il triste momento di contare i danni.
“E’ evidente la natura dolosa dell’incendio, ma quanto accade – già 15 anni fa circa nella stessa zona divampò un incendio di vaste proporzioni- torna a far riflettere sull’improrogabile necessità di migliorare l’efficacia dell’attività di previsione, prevenzione e lotta attiva agli incendi boschivi e dei rischi conseguenti (A.I.B., Antincendio Boschivo), con conseguente ed efficace stanziamento di quelle risorse ormai imprescindibili per garantire per lo sviluppo e la protezione delle aree forestali e sul loro effettivo utilizzo”.
“In questa direzione appare decisivo rafforzare l’immediata rimozione e la mitigazione delle situazioni di pericolo che potrebbero favorire l’innesco e la propagazione degli incendi soprattutto in prossimità delle aree antropizzate, delle infrastrutture, della rete viaria e delle aree boschive e di pregio ambientale, con particolare riferimento alla scerbatura dei margini delle strade, dei viali parafuoco, delle fasce di rispetto, delle linee elettriche e delle aree private, verificando nel contempo l’osservanza delle ordinanze sindacali già adottate in materia e sottolineando l’importanza dell’intervento sostitutivo da parte dei Comuni con esecuzione in danno dei privati nei casi di inottemperanza degli stessi, da accompagnarsi con l’irrogazione delle sanzioni di legge”- proseguono i rappresentanti de ”Il Passo Possibile”.
“Siamo vicini al nostro Capogruppo in Consiglio comunale Elia Serpetti che, come degno rappresentante politico di Arischia e del suo circondario, anche in qualità di Presidente dell’Asbuc di riferimento, è da sempre in prima linea anche per garantire la salvaguardia del paesaggio agrario e forestale come bene comune, promuovendo attività funzionali alla sistemazione e manutenzione del territorio (pulizia dei sentieri, prelevamento dei rifiuti lungo i percorsi, taglio e conservazione della vegetazione spontanea, cura delle aree verdi) e monitorandolo costantemente proprio per prevenire al meglio le emergenze ambientali come incendi, frane e dissesti idrogeologici.
In quest’ottica, già in occasione del recente incendio verificatosi nel giorno di Pasquetta a Preturo, per il tramite del nostro Consigliere e Presidente del’Aduc di Preturo Nardantonio , auspicavamo un intervento più energico da parte della Regione - che è già tra le ultime in termini di capacità di avanzamento della spesa pubblica del Programma di Sviluppo Rurale 2014-2020- e maggior attenzione soprattutto per questo crescente fenomeno degli incendi boschivi che mette a serio rischio la sicurezza della popolazione oltre che a determinare gravissime conseguenze per l’equilibrio naturale, con tempi per il riassetto dell’ecosistema forestale e ambientale molto lunghi”.
Noi de “Il Passo Possibile” lanciamo un’idea: in considerazione dei diversi incendi di origine dolosa che si sono sviluppati negli ultimi anni nelle nostre zone, il Comune potrebbe adottare, come è accaduto in altre realtà, il “Catasto delle aree percorse dal fuoco”, strumento fondamentale per censire i terreni interessati dai roghi che, recependo appieno la legge quadro sugli incendi boschivi n. 353/2000, prevede una serie di condizioni estremamente restrittive per il riutilizzo e la trasformazione dei suoli che hanno subito incendi ( come per esempio che le zone interessate dai roghi non possano avere una destinazione diversa da quella preesistente all’incendio per almeno quindici anni o che per cinque anni, sempre su quei terreni, vengano vietate le attività di rimboschimento e di ingegneria ambientale sostenute con risorse finanziarie pubbliche), adempimenti che costituirebbero un efficace deterrente per l’attuazione di azioni illecite di natura dolosa, oltre che un passo decisivo per uno sviluppo armonico del territorio e per la sua tutela paesaggistica.