Mercoledì, 23 Aprile 2014 22:08

L'Abruzzo dei Beni comuni per un'Altra Europa con Tsipras

di 
Interviste di A. Tettamanti

 

"L'Aquila non è una città di provincia, piuttosto è un caso nazionale, forse internazionale. Qui si è sperimentata una governance che ha basato la ricostruzione sul consumo di territorio senza alcuna pianificazione, qui si è sperimentato un sistema emergenziale che ha sospeso la democrazia militarizzando il territorio. L'Aquila, però, ha saputo sviluppare gli anticorpi alle tossine sprigionate da scelte scellerate imposte dall'alto, pur nell'assenza dei partiti organizzati".

Con queste parole, il giornalista di 'Left' Manuele Bonaccorsi ha salutato l'avvio della campagna elettorale de 'L'Altra Europa con Tsipras' a L'Aquila. Sul palco dell'Auditorium del Parco, disegnato dalla matita di Renzo Piano, l'economista e ambientalista Guido Viale, tra i promotori della lista che sosterrà la candidatura a presidente della commissione europea del giovane leader della sinistra greca, e i candidati abruzzesi: l'aquilana Anna Lucia Bonanni, e il professore di Diritto Costituzionale all'Università di Teramo Enzo Di Salvatore.

"Movimenti e comitati cittadini - ha sottolineato Bonaccorsi, che spesso ha raccontato la difficile ricostruzione dalle pagine del settimanale de L'Unità - hanno avuto la capacità di reagire ad un sistema che pareva inconstrastabile. In condizioni difficilissime, qui è stato messo un primo granello di sabbia negli ingranaggi del potere berlusconiano. Si è forse troppo presto dimenticata la capacità dei cittadini di auto-organizzarsi per dare risposte che lo Stato non ha inteso fornire. Si è dimenticata troppo in fretta la capacità che hanno mostrato, movimenti e comitati, di raccontare una storia che ha coinvolto le battaglie di altri territori, diverse eppure simili a quelle aquilane".

L'Aquila resta il paradigma delle politiche scellerate degli ultimi vent'anni, così come le sue macerie sono il simbolo delle macerie della democrazia di questo paese. Anche per questo, nel giorno del lancio della campagna elettorale nazionale a Milano, Guido Viale ha scelto il capoluogo abruzzese. Ed è soltanto un antipasto, ha confermato.

"La stragrande maggioranza dei candidati, i promotori e garanti della Lista Tsipras, saranno a L'Aquila il 6 maggio per l'unica, grande iniziativa nazionale. Questa città è un simbolo di storia, cultura e civiltà. Allo stesso modo, è un simbolo di come l'incuria - nella prevenzione e, soprattutto, nella ricostruzione - possa distruggere un patrimonio così importante. A L'Aquila è esibito un modello di gestione del territorio fondato sulla speculazione, secondo i dettami dell'Europa: profitti e investimenti aggressivi come unica ricetta alla crisi".

Questo è il credo dell'Europa, ha incalzato Viale: "Lo sfruttamento finalizzato alla spettacolarizzazione della politica che è passato come un rullo compressore su questo territorio come su altri. L'Aquila è una straordinaria occasione perduta ma - e ne siamo convinti - può ancora mostrare dove può portare una diversa concezione della cura del territorio e della persone. E siamo al cuore del nostro progetto politico che parla di giustizia sociale, di attenzione e cura del territorio, di partecipazione della popolazione".

Qui a L'Aquila il processo di ricostruzione deve essere reimpiantato dalle fondamenta così come in Europa,"dove dobbiamo ricostruire un intero continente. A partire dai luoghi dove le politiche europee hanno inciso sulla carne viva delle persone: in Grecia gli edifici sono intatti ma la popolazione ha subito la devastione del lavoro, del reddito, del welfare sociale, ha subito l'appropriazione indebita dei beni comuni. Una via diversa è possibile, impegnando le persone con i loro saperi, la loro volontà, la loro creatività, i loro bisogni. A L'Aquila non è accaduto: i cittadini hanno dimostrato di saper avere questa volontà che, però, è stata schiacciata tra pubblico e privato: i soldi erano pubblici, gli interessi privati. L'alternativa è ripensare il territorio, i servizi pubblici, finanche i monumenti come beni comuni: possono esserlo, però, solo se la gestione è condivisa dalla cittadinanza attiva".

Eccola, spiega Guido Viale, la ragion d'essere della Lista Tsipras: "restituire una rappresentanza parlamentare ai milioni di cittadini e cittadine che non ce l'hanno. Guardiamo non solo alla sinistra, ma a milioni di elettori che non hanno rappresentanza e che - per questo - hanno scelto di non votare. Abbiamo delle proposte anche per loro e vogliamo raccogliere il maggior numero di preferenze, per esempio, tra gli elettori del Movimento 5 Stelle che si presenta alle Europee senza un programma, senza un candidato alla presidenza della commissione, senza alleanze. Con l'obiettivo di aumentare i voti per poi farli pesare a livello nazionale. Molti elettori, però, hanno capito che non si tratta di una scelta onesta. Vogliamo offrire loro una alternativa, così come vogliamo offrirla agli elettori del Partito Democratico che hanno scelto di sostenere il partito perché offriva una alternativa al ventennio berlusconiano. E invece, si sono ritrovati al governo delle larghe intese. Dunque, abbiamo orizzonti molto vasti perché l'Europa la vogliamo cambiare. E sono convinto che avremo la forza di mettere sul tavolo le nostre proposte sul debito e sull'austerity".

Guido Viale si è poi soffermato sulla piattaforma politica attorno a cui si è raccolta la lista italiana a sostegno della candidatura alla Presidenza della Commissione Europea di Alexis Tsipras. Tre le priorità politiche indicate nel programma: porre fine all’austerità e alla crisi, avviare la trasformazione ecologica della produzione, riformare le politiche europee dell’immigrazione, rifiutando il concetto di “Fortezza Europa” che alimenta forme di discriminazione. A Milano, negli stessi minuti, Barbara Spinelli diceva basta all'Europa dell'austerity "che rinfocala i populismi e dimentica lo spirito delle origini della comunità europea. Occorre tornare a quello spirito o c'è il rischio di una nuova Weimar. Questa lista è nata guardando alla Grecia... da quell'esempio si capisce quanto è malata l'Europa: il ritorno dei nazionalismi, le politiche dettate dalla finanza attaccano al cuore l'idea stessa di democrazia nel continente. Noi siamo l'unica proposta di governo dell'Europa, non siamo una proposta di testimonianza ma vogliamo andare al Parlamento Europeo per contare e per ridare dignità alla politica, intesa come quella che si occupa del benessere dei cittadini europei afflitti da disoccupazione, precarietà e nuove povertà. Noi siamo una proposta, l'unica transnazionale, che quindi unisce la comunità e non la divide come invece gli altri soggetti che scaricano sull'UE tutte le colpe quando invece sono loro ad aver compromesso il processo di unificazione per la ristrettezza delle loro visioni politiche".

"Sento la responsabilità di essere l'unica candidata aquilana alle elezioni europee", ha sottolineato Anna Lucia Bonanni. "Seppur altre forze politiche hanno spesso sottolineato come L'Aquila fosse una questione nazionale non hanno voluto o saputo trovare candidature al più alto livello istituzionale. Per portare davvero in Europa i temi della ricostruzione".

"Le battaglie che abbiamo combattuto, in questi anni, parlano all'Europa. E il riconoscimento della mia candidatura, è il riconoscimento delle lotte - condivise con tante e tanti - per una ricostruzione equa, partecipata e trasparente e contro le politiche e i diktat imposti dall’alto".

Innanzitutto - ha ricordato - "ci siamo battuti per ottenere sostegni economici per il nostro territorio: in particolare, per la sospensione e poi per l'abbattimento della tasse. Se ci sono stati riconosciuti, è perché l'abbiamo strappati con le unghie e con i denti. Ora, a quattro anni da quelle battaglie, alcune categorie economiche rischiano di dover restituire le agevolazioni fiscali al 100%. Perché - sostiene l'Europa - si configurerebbero come aiuti di Stato e, dunque, si sarebbe così alterata la concorrenza. Vogliamo e dobbiamo lavorare per un'altra Europa: perché i territori colpiti da calamità, ora e in futuro, vengano sostenuti e non sacrificati sull'altare del neo liberismo. Non si può sacrificare la vita dei cittadini sull'altare della libera concorrenza".

A dire che una lotta che nasce per motivi particolari e territoriali, è questione profondamente europea. "Così come la richiesta di poter sforare il tetto del 3% nel rapporto tra deficit e pil per i territori colpiti da calamità nazionale", ricorda Bonanni. "Andiamo però oltre: intendiamo mettere in discussione il debito, vengono prima le persone piuttosto che le garanzie che siamo chiamati ad assicurare alle lobby e ai grandi poteri finanziari".

Poi, la ricostruzione. "Abbiamo da subito preteso una ricostruzione che fosse occasione di rinascita e sviluppo economico. Che fosse occasione per rivedere i nostri modelli di produzione, di abitazione, di vita comunitaria: un grande laboratorio, capace di sviluppare e applicare modelli nuovi e sostenibili. Come si inquadra nel programma de L'Altra Europa? Nella richiesta della riconversione ecologica della produzione".

I temi sviluppati a L'Aquila, insomma, hanno una rilevanza nazionale e meritano di essere sottoposti all'attenzione dell'Europa: "Intendo portare in Europa le politiche di messa in sicurezza del territorio dai rischi sismici e idrogeologici. La sicurezza e le vite dei cittadini e delle cittadine non debbono essere vincolate alle rigidità di bilancio e L'Altra Europa si realizza partendo proprio dalla solidarietà tra i popoli europei".

Parola poi all'altro candidato abruzzese, il professore no-triv Enzo Di Salvatore: "Credo che il filo rosso che ha tenuto insieme fin qui gli interventi sia l'emergenza democratica. Che riguarda ogni livello istituzionale: regionale, nazionale ed europeo. Livelli niente affatto disgiunti, piuttosto strettamente collegati. La riforma costituzionale presentata dal governo Renzi il 31 marzo e varata dal suo governo prevede la trasformazione del Senato in assemblea delle autonomie e la riforma del titolo V della Costituzione. Il Senato così trasformato non offre più alcuno spazio agli enti locali".

Di Salvatore ha spiegato il senso profondo della riforma Renzi: "Il nuovo Senato dovrebbe comporsi di 108 rappresentanti degli Enti locali, 21 rappresentanti delle Regioni e 21 alte personalità nominate dal Presidente della Repubblica. Così, le Regioni - titolari di una competenza legislativa - sarebbero messe all’angolo dagli Enti locali, titolari di funzioni amministrative. Se poi si pensa alla revisione del Titolo V, alcune nuove materie verrebbero ricondotte entro la competenza esclusiva dello Stato (l’energia, il turismo), e su quelle assegnate alle Regioni graverebbe in ogni tempo la minaccia della così detta 'clausola di supremazia'. In questo modo, lo Stato avrebbe l’opportunità di decidere, di volta in volta, se la competenza regionale su una data materia debba essere esercitata dal Consiglio regionale oppure direttamente dal Parlamento".

È evidente che con il suo pacchetto di riforme, Renzi vorrebbe depotenziare il ruolo che le autonomie territoriali attualmente godono entro il sistema costituzionale della Repubblica. "L'ultimo baluardo contro le politiche imposte dall'Unione Europea. E' per questo che Renzi - appena insediato - è corso dai partners europei, da Angela Merkel e Francois Hollande: per rassicurarli sulle riforme che andranno a snaturare i poteri locali".

E così arriviamo al motivo per cui scegliere l'Altra Europa con Tsipras: "L'Europa così com'è non ci piace. Pensare di uscire dall'Europa, però, significherebbe la rovina in epoca di globalizzazione. Dunque, l'unica possibilità è un'Altra Europa".

 

Ultima modifica il Venerdì, 25 Aprile 2014 03:49

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