Martedì, 29 Aprile 2014 17:32

5 Stelle, Revolution Tour a L'Aquila. Marcozzi e Di Battista: "Vinciamo noi"

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Il tendone di Piazza Duomo, a L'Aquila, era strapieno. Come erano piene le piazze di Pescara, Avezzano, Chieti, Vasto, Montesilvano. Ovunque abbia fatto tappa, il Revolution Tour del Movimento 5 Stelle è stato accolto da centinaia di persone. Probabilmente, è merito di Alessandro Di Battista - se ci pensate, l'unico a cui Beppe Grillo ha lasciato visibilità mediatica - che ha attraversato l'Abruzzo per sostenere la candidatura alla presidenza della Regione di Sara Marcozzi, 36 anni, avvocata chietina, scelta dalla rete con 346 preferenze su 1126 votanti registrati al sito pentastellato. E - parallelamente - per dare enfasi alla campagna elettorale che il movimento sta conducendo, in tutta Italia, in vista delle europee. Il grande obiettivo dei 5 stelle, che puntano ad ottenere il pieno di voti per poi "rovesciare" il governo Renzi.

La spinta propulsiva delle europee potrebbe giocare a favore di Sara Marcozzi, regalando ai 'cittadini' pentastellati un risultato al di là delle aspettative. A raccontarlo, le piazze piene di questi giorni. Ieri sera, a L'Aquila, insieme alla candidata presidente e ad Alessandro Di Battista c'erano la senatrice aquilana Enza Blundo, i candidati consiglieri in provincia Giuseppe Gandolfo ed Emanuela Papola, oltre al parlamentare Daniele Del Grosso e ad alcuni candidati del movimento alle europee.

Non si è parlato affatto - o quasi - di programmi di governo: piuttosto, sono risuonate nel tendone frasi e slogan tipici dell'eloquio grillino. In sostanza: tutti a casa, a calci nel sedere. Un linguaggio di facile presa che cavalca la rabbia dei tanti delusi dai - così definiti - partiti tradizionali. "Quello che dobbiamo capire, una volta per tutte, è che ci stanno mettendo gli uni contro gli altri", ha incalzato la Marcozzi. "Poliziotti contro società civile, lavoratori contro imprenditori, pazienti contro medici che lavorano negli ospedali, come se non fossimo tutti cittadini. E' un atteggiamento figlio della politica dell'emergenza che ci vuole sempre e comunque dipendenti da un favore che dobbiamo pietire al politico di turno. Dobbiamo invece abituarci a cambiare mentalità e a fare comunità: siamo tutti uguali, siamo tutti sulla stessa barca, siamo tutti contro i partiti che non ci rappresentano e che non hanno mai fatto i nostri interessi".

L'Aquila - ha sottolineato la candidata governatrice - "è la città simbolo della nostra regione: anche l'Abruzzo è in piena decadenza, va ricostruito e riprogrammato. Il capoluogo ne è l'immagine più drammatica. Dobbiamo recuperare un nuovo senso di comunità, ribellarci, fare una rivoluzione per mandare tutti i casa: dobbiamo riprenderci i nostri diritti, uno per uno, quando andremo a governare questa regione. E ci andremo".

Marcozzi è convinta di vincere le elezioni: "L'anno scorso, i furbi, hanno modificato la legge elettorale regionale penalizzando così, di fatto, il terzo classificato: si sono fatti male i conti, però, perché credo che non arriveremo affatto terzi. Andremo al Governo di questa regione". Nessuna ricetta per la ricostruzione del capoluogo, però. Almeno, non per ora: "Quello che pensiamo di fare è una stima complessiva dei costi, non procedere ancora per step ma stimare qual è il costo complessivo della ricostruzione, controllando come sono stati spesi i soldi fino ad ora e tentando di capire il motivo dei ritardi. Abbiamo già chiesto una commissione d'inchiesta in Parlamento, la formeremo quando andremo al governo della Regione. Dobbiamo innanzitutto ricostruire il tessuto sociale: non basta ricostruire la città, qui i cittadini sono disillusi e si sentono abbandonati. Come in tutto l'Abruzzo, del resto".

La lista per le regionali, ha sottolineato Marcozzi, "l'abbiamo presentata il 25 aprile, un giorno simbolico, la liberazione, perché siamo ancora in attesa di una nuova liberazione. Siamo stati i primi in Corte d'Appello e in tutte le varie circoscrizioni. Me la spiego così: eravamo solo in 29, tutti incensurati, nessuno aveva carichi pendenti, gli altri erano talmente tanti che dovevano aspettare di far salire sul camion un pò di indagati, pregiudicati e riciclati. Pensare che D'Ambrosio si è candidato e D'Alfonso neanche lo sapeva. Ci credo: con 280 candidati, come può controllare tutto? Succedono cose allucinati".

La candidata presidente del Movimento 5 Stelle non risparmia neanche Gianni Chiodi. E cita una dichiarazione del candidato presidente di centrodestra: "Il presidente uscente che si è sempre battuto contro le lobby - ironizza - ha dichiarato (legge da un taccuino, ndr) che 'se mi scorta la Digos, è per i no che ho detto alle lobbies di interessi che premono per indirizzare strategie d'azione del governo regionale'. Conosciamo tutti le lobby contro cui si è battuto il presidente uscente Chiodi, no? La Medoil, la Forest Oil, i consigli d'amministrazione che dovrebbero essere aboliti o ridotti, e penso alle società dei trasporti con la duplicazione dei manager. Assistiamo a cose inenarrabili, ci raccontano sempre e soltanto bugie. Voi siete la prova, però, che questa cosa sta finendo: vedo gente fiera di portare la nostra spilletta, non vedo - invece - esponenti del Pd o del Pdl portare spillette dei loro partiti. Si vergognano perché lo sanno che fanno schifo".

Poi, ancora un affondo: "Ultimamente sono diventati tutti ambientalisti, non so se l'avete notato. Ci copiano il programma, ci copiano il tema dell'ambiente, hanno scoperto settimana scorsa che dalla bonifica dei territori possono nascere posti di lavoro e occupazione - meno male, è un successo -, hanno scoperto che portando la raccolta differenziata al 90% in Regione Abruzzo si possono creare delle opportunità di lavoro, stanno dicendo che si batteranno contro le petrolizzazioni e poi, però, non fanno nulla. Vedi Ombrina Mare: qui vengono a raccontarci che si batteranno contro il progetto, poi in Parlamento votano tutt'altro. Ci raccontano che non ci sono i soldi. Guardiamo alla sanità: il presidente uscente Chiodi si vanta di aver risanato il bilancio sanitario, poi leggiamo sulla Gazzetta Ufficiale che la Corte costituzionale ha giudicato illegittima la legge finanziaria del 2012 perché la Giunta di centrodestra ha preso i soldi della sanità e li ha dirottati sui trasporti. Questo è Chiodi. Sono riusciti finalmente a fare una centrale unica di acquisto per i farmaci, con un risparmio del 60%, ma non sono riusciti ancora a farla per i dispositivi medici e i servizi: il bilancio regionale è fatto per l'80% dalla spesa sanitaria, se risparmiassimo per ogni singola voce il 40% i soldi ci sarebbero. Eccome. E ancora, parliamo della bonifica del territorio: il presidente uscente, cosa ha fatto contro le lobby del trattamento dei rifiuti? I soldi per le bonifiche si ottengono in due modi: con i fondi europei o con quelli regionali. I fondi regionali vengono incrementati, anche, con gli accantonamenti che le società di gestione dei rifiuti, a livello comunale, dovrebbero garantire. Cosa che puntualmente non fanno. I soldi non ci sono per bonificare il nostro territorio ma ci sono per fare i regali ai potenti di turno".

Le parole di Sara Marcozzi vengono accompagnate dagli applausi convinti della piazza: "I nostri ragazzi in Parlamento stanno facendo informazione, siamo capillari, arriviamo ovunque, in tutte le piazze. Ci dicono che siamo sempre nascosti dietro al computer, che siamo degli hacker, e invece siamo l'unico movimento che riempie le piazze. Altro che Digos per proteggersi dalle lobby, secondo me il presidente uscente ha bisogno di difendersi dai cittadini che se lo incontrano per strada, lo distruggono".

Tra gli applausi, la candidata pentastellata torna sulla data simbolica del 25 aprile: "A parer mio, il 25 aprile non dovremmo tanto festeggiarlo. Io non mi sento così libera: voi vi sentite liberi?". I cittadini nel tendone gridano convintamente di no. "La libertà possiamo riconquistarla il 25 maggio, con una matita. Ci riprendiamo tutti i comuni abruzzesi dove si vota, andiamo al governo di questa regione, vinciamo le elezioni europee e facciamo la rivoluzione. Questa gente la mandiamo a casa".

Seduto a terra, tra la gente, applaude anche Alessandro Di Battista: "Riempiamo le piazze da un anno, da quando siamo in Parlamento. E non certo per fare campagna elettorale. Stiamo sostenendo una battaglia di civiltà contro un sistema becero. Non ero mai stato a L'Aquila, né prima né dopo il terremoto: una città fantasma. Questo è Berlusconi, questa è la falsa sinistra che ha fatto falsa opposizione. D'altra parte, Berlusconi ha detto di rivedersi in Renzi, ha detto che il premier potrebbe stare in Forza Italia. Questa è la melassa, la massa di delinquenti che ci hanno rovinato la vita: i cittadini devono prendere una decisione definitiva: da che parte stanno? Se scelgono di nuovo queste persone non si lamentassero più di nulla".

Vinciamo noi, incalza Di Battista: "Sono entrato in parlamento con 144 euro spesi in campagna elettorale, quando mai si è visto nella storia delle repubbliche occidentali che parlamentari sono entrati nei palazzi senza il sostegno delle mafie, delle massonerie, dei gruppi di potere, di gruppi industriali ed economici. Dicevano che eravamo inesperti, oggi riempiamo le piazze ovunque, in televisione siamo temutissimi dal sistema e il sistema si è coalizzato: Pd, Pdl, Sciolta Civica (chiama il partito proprio così, ndr), partiti inesistenti, tutti insieme contro di noi. Ovvio che vinciamo, abbiamo già vinto. Ora, però, dobbiamo stravincere le europee per andare al Governo". E' la vittoria della rete, sottolinea Di Battista, e siamo solo all'inizio: "Per esempio, la rete ha tirato fuori il nome di Rodotà e io stesso ho scritto Stefano Rodotà sulla scheda per eleggere il Presidente della Repubblica. Al contrario, si è scelto di andare contro quello che volevano i 30mila cittadini iscritti al sito e si è rivotato un presidente indecente politicamente come Giorgio Napolitano. Facesse presto le valigie e raggiungesse l'ospizio dove Silvio Berlusconi farà i servizi sociali così si incontreranno più facilmente".

Un ultimo attacco a Renzi, alla domanda sulle scelte economiche del governo: "Quali scelte economiche? Qualcuno mi sa dire quali sono le idee economiche di Renzi? Io non posso rispondere sul nulla. Quali sono le idee economiche di questo governo? Svendere Poste, Alitalia, Finmeccanica, Eni, Enel per raccimolare quattro spiccioli e restare in vita altri 3 o 4 mesi in attesa di uno tsunami che li spazzerà via? Metà si dovranno trovare un lavoro, l'altra metà andrà in galera. Non riesco a commentare il nulla perché Renzi è il nulla con una camicia intorno".

Ultima modifica il Martedì, 29 Aprile 2014 18:14

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