"In seguito alle proteste scatenate dal collocamento di migranti presso una struttura (risultata poi inidonea) di Paterno ad Avezzano, la Prefettura ha deciso di spostarne una parte presso la frazione aquilana di Sant'Elia, in un ex albergo in via Collevernesco; un ricollocamento, dopo quello fatto a Pettino e da noi già denunciato, che sembra proprio una beffa nei confronti del capoluogo".
Si legge in una nota diffusa, nel primo pomeriggio, dalla Lega dell'Aquila che, stamane, si è riunita per un "rapido flash mob" nei pressi dell'ex albergo di Sant'Elia manifestando contro "la scellerata scelta d'inserire nel nostro territorio nuovi clandestini, con il rischio di positivi al Covid-19, che vagano indisturbati (come segnalano i residenti) nelle zone circostanti la struttura che li ospita".
Hanno aggiunto gli esponenti leghisti: "Continueremo a ribadire che l'Abruzzo tutto, con i problemi e le sventure degli ultimi anni, non è terra che ha bisogno di altre situazioni emergenziali alle quali far fronte. Il Governo si assuma le proprie responsabilità e chiuda le frontiere".
Ora, provando a sorvolare sul linguaggio utilizzato nel comunicato stampa - "collocamento", "inserimento", "nuovi clandestini" che vagano (addirittura) "indisturbati" e via dicendo, quasi non si trattasse di esseri umani - la notizia è che in quella struttura, a Sant'Elia, non sarebbe stato trasferito alcun nuovo migrante dalla Prefettura, ed il centro che lì opera non registrerebbe nuovi arrivi da almeno sei mesi. Insomma, non sarebbe affatto vero che lì siano arrivati alcuni tra i cittadini sbarcati a Lampedusa e inizialmente indirizzati ad Avezzano, e non sarebbe affatto vero, dunque, che ci sia il rischio concreto di ospiti positivi al Covid-19. Potrebbero ammalarsi anche loro, certo, ma come ciascun cittadino aquilano.
Almeno, questo affermano i referenti della struttura d'accoglienza 'La Rondine', attiva dal 2015, e non ci sono motivi per non credergli: "I migranti ospitati in via Collervernesco 57, a Sant’Elia, provengono, in realtà, da un'altra struttura comunale, sita a Roio, in via Palitti 8/a", spiegano a newstown. "Il trasferimento è avvenuto il 17 agosto scorso. L'edificio è idoneo, e abbiamo tutte le autorizzazioni delle autorità competenti, dalla Asl al Comune dell'Aquila". Aggiunge la direzione: "La struttura 'La Rondine' non ha accolto nessun nuovo migrante in questi mesi, né da Paterno né da altre località: ci siamo limitati alla normale gestione degli utenti già ospitati da tempo. L'ultimo ingresso in struttura, autorizzato dalla Prefettura, risale al 4 marzo scorso, più di 6 mesi fa, come da atti ufficiali a nostra disposizione".
'La Rondine' ospita, ad oggi, 32 migranti provenienti da Afghanistan, Pakistan, Libia, Somalia, Iraq, con diversa posizione giuridica, perfettamente integrati e avviati alle attività previste. Se negli ultimi giorni sono stati visti "vagare indisturbati" per la frazione di Sant'Elia è per fare una passeggiata o prendere l'autobus.
A quanto si apprende, la struttura d'accoglienza si sarebbe rivolta ad alcuni legali per valutare una denuncia contro gli organizzatori del sit-in di stamane: d'altra parte, c'è un evidente danno d'immagine per il centro 'La Rondine' oltre che un procurato allarme, immotivato, per gli abitanti di Sant'Elia, con le conseguenze che si possono facilmente immaginare, anche e soprattutto per i migranti ospitati. Tra l'altro, i referenti hanno inteso sottolineare come gli attivisti del Carroccio, una decina a dire il vero, avrebbero sostato davanti alla struttura senza rispettare il distanziamento sociale e indossando la mascherina solo per la foto di rito diffusa col comunicato stampa.
Staremo a vedere.
Viene da chiedersi, però, come sia possibile che un gruppo politico, guidato, tra l'altro, dal capogruppo in Consiglio comunale, tra selfie, comunicati stampa e video, non si sia prima accertato della veridicità della notizia ricevuta, considerato che parliamo di uno dei partiti al governo della città. Si sarebbero potuti rivolgere al Prefetto o al Sindaco per avere informazioni circa la situazione del centro 'La Rondine'. Viene da chiedersi se si siano valutate attentamente le conseguenze di simili manifestazioni di protesta, che finiscono per alimentare un clima di sospetto e paura, negli abitanti della frazione e tra gli ospiti del centro: un atteggiamento ancor più censurabile, se viene da una forza di governo che ha la piena responsabilità dell'ordine pubblico. Viene da chiedersi fin dove possa spingersi la propaganda.
Se si rivelasse vero ciò che sostengono i referenti della struttura 'La Rondine', e teniamo a sottolineare di non aver alcun motivo per dubitare, considerato che ci è stato ribadito che ci sono le carte a confermarlo, si tratterebbe di una azione molto grave con ripercussioni politiche serie.