Assegni di natalità, incentivi per i nuovi residenti e contributi per le attività imprenditoriali.
Sono le misure contenute in una proposta di legge regionale presentata dal centrodestra per tentare di arginare il fenomeno dello spopolamento dei borghi montani.
A illustrare il provvedimento è stato lo stesso presidente Marco Marsilio, insieme all’assessore regionale con delega alle Aree interne Guido Quintino Liris e ai capigruppo di Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia, rispettivamente Pietro Quaresimale, Guerino Testa e Daniele D’Amario.
L’abbandono e il calo demografico che rischia di condannare a morte i piccoli comuni di montagna è un fatto nazionale ma in Abruzzo ha assunto dimensioni particolarmente preoccupanti, perché inserito all’interno di un quadro generale di denatalità peggiore rispetto a quello di altre regioni.
I numeri
Secondo i dati Istat richiamati anche da Marsilio, negli ultimi cinque anni, in Abruzzo, si è registrato un drastico calo della popolazione residente, passata da 1.331.574 abitanti (dato registrato il 1/1/2015) a 1.305.770 (1/1/2020).
Complessivamente, nell'arco dell'ultimo quinquennio, la variazione in termini percentuali evidenzia per l'Abruzzo una diminuzione pari all'1,94%, maggiore del valore nazionale (-0,91%). Tra le province, L'Aquila è quella ad aver subito il maggiore decremento percentuale (-8.393 residenti), seguita da Chieti (-9.574), Pescara (-4.081) e Teramo (-3.756).
Nei comuni montani al di sopra dei 600 metri di altitudine con popolazione inferiore ai 3.000 abitanti (116 comuni abruzzesi su 305) il calo demografico è ancora più accentuato (-6,59% pari a -6.488 abitanti) [SCARICA LA TABELLA].
Per quanto riguarda le nascite, i nati vivi nei piccoli comuni di montagna registrano una costante diminuzione: 502 nel 2019, rispetto ai 610 del 2015 e ai 648 del 2013.
La proposta di legge
La proposta di legge regionale, che vede come primi firmatari i capigruppo di maggioranza, interviene su duefronti: da una parte punta a favorire la natalità delle famiglie già residenti nei comuni montani e, dall'altra, intende incentivare altri nuclei a trasferirsi in maniera stabile nei borghi di montagna.
Assegno di natalità
E’ previsto un assegno di natalità corrisposto per 12 mensilità fino a un massimo di 2.500 euro annui in favore dei nuclei familiari al momento della nascita di un figlio e fino al compimento del terzo anno di vita, o dell’ingresso in famiglia di un minore in adozione o in affido fino tre anni di età.
I beneficiari di tali misura saranno le famiglie residenti in un piccolo comune montano oppure, in subordine, a quelli che si impegnino a trasferire la propria residenza e a mantenerla per almeno tre anni.
Le famiglie beneficiarie dovranno avere una situazione economica equivalente (Isee) non superiore a 25.000 euro annui.
Il testo di legge stabilisce anche una serie di criteri di priorità: per esempio, l’assegno sarà erogato prima ai nuclei già residenti. Inoltre, potranno richiederlo anche le famiglie residenti nelle frazioni montane appartenenti a comuni al di sotto dei 600 metri di altitudine e con popolazione inferiore a 5mila abitanti.
L’assegno sarà cumulabile con altri contributi affini.
Incentivi per i nuovi residenti
“Per un triennio” recita la proposta di legge “è riconosciuto un contributo economico, pari a 2.500,00 euro annui, in favore dei nuclei familiari che, entro novanta giorni dall’accoglimento della domanda, si impegnano a trasferire la propria residenza in un piccolo comune montano e a mantenerla per almeno tre anni, pena la decadenza dal contributo e la restituzione delle somme percepite”.
“Ai fini del conseguimento del contributo” si legge ancora nel testo del provvedimento “è necessario, altresì, che il nucleo familiare richiedente dichiari e dimostri che l’immobile ubicato nel comune di nuova residenza, sia esso di proprietà o derivante da un contratto di locazione, di comodato o altro titolo equivalente, sia destinato a dimora abituale per tutto il periodo di godimento del beneficio”.
L’importo del contributo è raddoppiato qualora i nuclei familiari richiedenti avviino nel comune montano di nuova residenza un’attività imprenditoriale, anche attraverso il recupero di beni immobili del patrimonio storico-artistico.
Copertura finanziaria
A copertura finanziaria della legge, la Regione ha previsto 1,5 milioni di euro.