"Nessun trionfalismo, piuttosto un richiamo alla responsabilità: il primo e il secondo turno delle comunali ci restituiscono uno spaccato significativo di insoddisfazione rispetto al governo regionale. C’è bisogno di costruire un’alternativa".
Parole del segretario del Partito Democratico abruzzese, Michele Fina, che stamane, in conferenza stampa, ha commentato gli esiti dei ballottaggi a Chieti e Avezzano.
Una occasione 'utile' per lanciare il progetto “Prossima Generazione Abruzzo”, un percorso, ha detto Fina, "che proporrò alla nostra Assemblea regionale e che durerà qualche mese, nel corso del quale definiremo assieme alle altre forze politiche (Movimento 5 Stelle? ndc), ma anche ai movimenti, una piattaforma progettuale fatta di proposte, calate naturalmente nel momento storico attuale e quindi con l’obiettivo prioritario di intercettare e valorizzare le risorse e le opportunità che scaturiscono per l’Abruzzo dal Recovery Plan. Il primo della serie di appuntamenti della Conferenza programmatica sarà alla presenza del ministro delle Politiche europee Enzo Amendola, che assieme al presidente del Consiglio coordina il Ciae, il comitato che sta definendo i progetti da proporre all’Unione europea per intercettare le risorse".
Sui risultati dei ballottaggi, Fina ha voluto sottolineare come il centrodestra sia stato battuto, sia al primo che al secondo turno, in città tradizionalmente conservatrici: "la Lega è stato abbandonata e tradita dai propri alleati, ennesima puntata di una guerra interna che rappresenta la cifra principale dell’attività di governo regionale. E questo i cittadini lo hanno capito". D'altra parte, non ha pagato la scelta di "candidati calati dall’alto dalle segreterie nazionali e regionali. Se la candidatura dell'extraterrestre Marco Marsilio era stata premiata da un vento nazionale favorevole al centrodestra, l’effetto ora si è spento. Al contrario, le coalizioni civiche hanno saputo interpretare le esigenze dei cittadini, e in questo contesto è stato decisivo il ruolo di cucitura del Pd. La vittoria è stata dei territori, dei cittadini che hanno scelto proposte amministrative radicate nelle città, percepite come credibili e concrete".
In questo senso, Fina ha elogiato il lavoro dei gruppi dirigenti del partito nelle due città in cui si è votato. "A Chieti, c'è stata la capacità di individuare la forza del candidato Diego Ferrara, di vincere alleandosi con le forze della città, dal civico Paolo De Cesare fino all'endorsement del Movimento 5 Stelle che ha un significato politico che va 'oltre' Chieti". Una collaborazione - ha aggiunto Fina - che in Abruzzo va avanti da un anno, con i parlamentari eletti e col gruppo consiliare in Regione, e discende da quella al governo del Paese". Ad Avezzano la storia è stata diversa, con la canididatura civica e trasversale di Gianni Di Pangrazio che, al secondo turno, "ha cercato il sostegno di Mauro Babbo e della coalizione di centrosinistra, restituendo centralità ai partiti di centrosinistra, il Pd e anche Italia Viva, determinanti per la vittoria finale".
Su Chieti, in particolare, è tornato il capogruppo del Pd in Consiglio regionale Silvio Paolucci sottolineando la bocciatura, da parte degli elettori, dei dieci anni di amministrazione del centrodestra e delle modalità attraverso cui è stata imposta dall’alto la candidatura di Di Stefano, a fronte della scelta giusta di Ferrara e della sua capacità di allargare e ottenere consensi anche superiori alle liste che l’hanno sostenuto. Per Paolucci "perde Marsilio, e da questo risultato comincia la sfida per la Regione. Occorrerà costruirla con umiltà, passo dopo passo, territorio dopo territorio. Dovremo rendere protagonisti i cittadini abruzzesi", non commettendo l'errore "di imporre candidature: per anni ho svolto un ruolo da 'mediano', chi mi conosce lo sa, e capisco bene che non si possono costruire coalizioni allargate ai partiti di centrosinistra, a movimenti e associazioni, se si parte imponendo un nome".
Un metodo, quello del Pd che si pone a servizio di coalizioni allargate, nel suo ruolo di "cucitore" d'alleanze, che Fina ha rivendicato in contrapposizione alla stagione della presunta autosufficienza dem e che sarà la bussola da seguire per i prossimi appuntamenti elettorali, da Sulmona all'Aquila.