Lunedì, 22 Aprile 2013 18:17

Il giuramento di Napolitano: attacco alla politica che tornerà a governare

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Il vecchio – nuovo capo dello stato, Giorgio Napolitano, primo presidente della storia repubblicana al secondo mandato, ha appena fatto giuramento di fedeltà e rispetto della Costituzione. Scrosciante l’applauso dei parlamentari riuniti in seduta comune, hanno fatto eccezione i grillini, che poco dopo hanno subito, però, il duro rimbrotto del presidente.

Napolitano ha ringraziato pur ammettendo che la prova è difficile da sostenere: “non prevedevo la rielezione – ha detto commosso – è un fatto legittimo ma eccezionale. Bisognava offrire al mondo un’immagine di fiducia e di coesione nazionale. Per questo non potevo declinare, ero preoccupato per le sorti del Paese".

Poi l’affondo: "troppe le omissioni, i guasti e le irresponsabilità tra le forze politiche". Non si è trovata "nessuna soluzione sulle riforme istituzionali. Il vostro applauso non induca a nessuna autoindulgenza. Convenienze, tatticismi e strumentalismi hanno condannato alla sterilità o ad esiti minimalistici i confronti tra le forze politiche e i dibattiti in Parlamento”.

Durissimo, insomma: "imperdonabile resta la mancata riforma della legge elettorale, la mancata revisione di quella legge ha prodotto una gara accanita per la conquista, sul filo del rasoio, di quell'abnorme premio, il cui vincitore ha finito per non riuscire a governare".

In chiusura di discorso, la minaccia neanche troppo velata: "se mi troverò di nuovo dinanzi a sordità come quelle contro cui ho cozzato nel passato, non esiterò a trarne le conseguenze dinanzi al Paese". Il rieletto presidente della Repubblica si è rivolto anche ai parlamentari del Movimento 5 Stelle, parsi completamente isolati, a cui ha indicato la via di una "feconda, anche se aspra, dialettica democratica e non quella, avventurosa e deviante, della contrapposizione tra piazza, rete e Parlamento". Lo chiede il Paese, stremato dalla crisi e dalla "angosciosa" disoccupazione, condizioni che favoriscono l'affermarsi di "nuove pulsioni criminali ed eversive e fenomeni di tensione e disordine nei rapporti tra diversi poteri dello Stato".

E’ una vera e propria bocciatura del sistema politico italiano, insomma. Che, da domani, tornerà a governare. Commissariato dal presidente, che ha lasciato intendere che non c’è partito o coalizione capace di governare da sola. Dunque, via libera ad un nuovo esecutivo di larghe coalizioni. Il governo del presidente. E si fanno già i nomi dei possibili ministri: voci vorrebbero la conferma di molti dei ministri del governo Monti, bocciato dagli italiani alle ultime elezioni, con il professore che avrebbe il dicastero dell’economia o degli esteri (è in corsa anche Massimo D’Alema).

E' un commissariamento anche degli elettori, quindi. Giorgio Napolitano ha strigliato i parlamentari come un papà con dei bambini indisciplinati. Comportatevi bene, ha urlato. La minaccia, altrimenti, è di far tramontare un sistema politico mai parso tanto lontano dall’elettorato. Da domani, comunque, tutto tornerà come prima.

 

Qui potete leggere il discorso integrale di Giorgio Napolitano.

Ultima modifica il Martedì, 23 Aprile 2013 00:15

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