La Asl dell’Aquila va commissariata.
Ad affermarlo è il Partito democratico, che questa mattina ha tenuto una conferenza stampa davanti la sede amministrativa dell’azienda sanitaria, in via Saragat (nel nucleo industriale di Pile). Un edificio che, dicono i democrat, in questi giorni, avrebbe dovuto pullulare di attività e invece “è chiuso come se nulla fosse, simbolo della colpevole inerzia con cui il management dell’azienda e la Regione stanno gestendo questa emergenza”.
Quello chiesto dal Pd, a dire il vero, non è un vero e proprio commissariamento. Non prevede il siluramento dell’attuale direttore generale Roberto Testa ma, come spiega il consigliere regionale Pierpaolo Pietrucci, “un suo affiancamento con un supporto in grado di fornire quel know how tecnico necessario a gestire, in un momento critico come quello che stiamo vivendo, risorse umane e sanitarie. C’è bisogno di un rinforzo perché così non si può andare avanti”.
Come dieci giorni fa, il Pd punta il dito contro Testa, giunta Marsilio e sindaco Biondi, “colpevoli” di avere ignorato i segnali che già da mesi annunciavano una seconda, virulenta ondata del virus, di non aver preso decisioni e misure efficaci e tempestive per contrastarla e di aver ignorato gli allarmi e le proposte che lo stesso Pd aveva avanzato su tamponi, vaccini, rafforzamento delle strutture sanitarie e assunzione di nuovo personale.
“Tutto è fermo” afferma la deputata Stefania Pezzopane “mentre la curva dei contagi corre veloce, talmente veloce che dall’8 ottobre abbiamo raggiunto indici di contagio che ci mettono in relazione con le zone più colpite a marzo. Non è possibile che il sabato e la domenica gli uffici della Asl siano chiusi. Ma il punto debole della gestione di questa emergenza non è solo la Asl. Anche Marsilio, in qualità di presidente della Regione e commissario, e Biondi, come presidente del comitato ristretto dei sindaci, devono assumersi le loro responsabilità. Marsilio ha passato l’estate a fare conferenze stampa sul ritiro del Napoli a Castel Di Sangro e oggi si scaglia contro chi gli fa presente che ormai la curva di contagio ci porterà a superare presto i mille casi e che la città è asserragliata. L’ospedale è al collasso, ci sono persone che rimangono dentro le ambulanze perché non possono essere curate, ogni giorno riceviamo decine di richieste e telefonate di aiuto. Queste cose non sono normali, vuol dire che non sta funzionando nulla, a iniziare dal tracciamento. I dipendenti del Sed mandati a dare una mano ai cinque dipendenti del dipartimento di prevenzione dell’ospedale sono un pannicello caldo. Perché non si è pensato di convenzionarsi con uno dei call center che ci sono in città, anche considerando che ci sono centinaia di lavoratori in cassa integrazione? Il sindaco non può limitarsi a scendere in piazza con i ristoratori, nei confronti dei quali va tutta la nostra comprensione e solidarietà, né può pensare solo a difendere Marsilio e Testa. Dica cosa vuole fare. Avevamo presentato un pacchetto di proposte, che giacciono ancora inascoltate”.
“Chi è al governo” osserva il capogruppo del Pd in consiglio comunale Stefano Palumbo “ci accusa di voler fare polemica. Ma il nostro intento è quello di dare voce al disagio che vivono migliaia di cittadini per la difficoltà che hanno nel fare tamponi, nel mettersi in contatto con la Asl, nell'essere curati. Quando ho chiesto al sindaco di svestire i panni del dirigente politico, l’ho fatto perché è necessario pretendere dalla Asl un’attenzione particolare sull’Aquila. Sui tamponi siamo messi peggio di dieci giorni fa, perché il laboratorio del S. Salvatore non li sta più facendo per mancanza di reagenti e Dante Labs sta effettuando solo quelli per gli enti convenzionati. Ho chiesto che Marsilio sia presente al consiglio comunale straordinario di mercoledì prossimo, deve spiegarci se i problemi della Asl dipendono da mancati trasferimenti oppure se i fondi ci sono ma non vengono spesi. Non vogliamo puntare il dito ma individuare i nodi critici e scioglierli, per sbloccare una situazione che si fa ogni giorno più critica. Non vogliamo che si ripetano scenari come quelli che abbiamo visto in nord Italia durante la prima ondata”.
“Quello che sta succedendo” attacca il consigliere comunale Stefano Albano “è una conseguenza dell’assenza di pianificazione. A marzo il governo aveva dato risorse ingenti alle Regioni, chiedendo a queste ultime di elaborare dei piani operativi. Marsilio ha rivendicato sprezzantemente di non averlo fatto. Durante la prima ondata si è discusso di come fosse necessario potenziare le strutture intermedie e territoriali, ma si è scelto di puntare solo sull’ospedale, saturandolo. Non sono state potenziate le Usca: quella dell’Aquila opera con 11 medici su un distretto che va da Acciano a Montereale. Avevamo chiesto che venissero coinvolti i volontari della Protezione civile per supportare il personale sanitario ma tutto è rimasto lettera morta. Non sono state fatte assunzioni: tutte le Asl stanno assumendo nuovo personale tranne quella dell’Aquila. Per non parlare dei vaccini: più volte avevamo lanciato l’allarme sui ritardi nell’approvvigionamento delle dosi e oggi la Regione dice che se tutto va bene le nuove scorte arriveranno il 15 novembre. Nel frattempo migliaia di persone, tra cui molti anziani e soggetti a rischio, non possono vaccinarsi. Biondi fa il commentatore delle decisioni del governo ma non fa proposte. Dice che è sbagliato far chiudere i bar alle 18 ma intanto le risorse stanziate dal Cura Abruzzo per imprenditori e professionisti non sono ancora arrivate e restano fermi anche i 10 milioni, poi ridotti a 5, dei fondi Restart per l’accesso al credito che avevamo suggerito di destinare alle categorie più colpite”.
“Questa recrudescenza del virus era prevedibile” dice il consigliere regionale Pierpaolo Pietrucci “Errare è umano ma oggi sale la rabbia perché a maggio e giugno avevamo previsto tutto ma nessuno ci ha ascoltato”.
Anche secondo Pietrucci le inefficienze sono responsabilità dell’assessorato alla Sanità e del management della Asl.
“Avevamo chiesto di stabilizzare i precari: non è stato fatto e oggi assistiamo a tante professionalità, dai medici ai funzionari amministrativi, che vanno via. Delle due l’una: o l’assessorato regionale alla Sanità ha trasferito i soldi alla Asl e questa non li ha spesi oppure quei soldi non sono mai arrivati. Se è vera la prima ipotesi, vogliamo capire perché Testa non sta usando quei fondi. Forse vuole ripianare i debiti con i soldi dell’emergenza, come fu fatto dopo il terremoto con i rimborsi dell’assicurazione? Non lo permetteremo. Se invece la colpa è dell’assessorato alla Sanità che non ha ancora messo quei soldi nelle casse della Asl allora il problema è politico e lo affronteremo con la Verì in Regione, se mai si degnerà di rispondere alle nostre domande”.
Pietrucci critica anche la strategia messa in campo ad aprile dalla Regione per potenziare le strutture ospedaliere: “Abbiamo contestato la scelta di realizzare un solo ospedale Covid a Pescara, dicendo che era meglio ripartire i fondi sulle 4 province. I fatti ci stanno dando ragione. Rafforzando i presidi del territorio si sarebbe potuta dare una risposta più efficace stressando di meno il personale”.
“Ormai la situazione è difficile da recuperare. Come succede a scuola, quando a un ragazzo che non riesce a seguire bene o ha problemi viene dato il sostegno, pensiamo che questo management abbia bisogno di un supporto, prima che sia troppo tardi. Chiediamo pertanto un commissariamento della Asl dell’Aquila. C’è bisogno di un rinforzo perché così non si può andare avanti”.