Lettera aperta del gruppo consiliare di Italia Viva al sindaco dell'Aquila Pierluigi Biondi: denunciando "la mancanza di una informazione chiara e dettagliata che riporti principalmente i dati del contagio in città e l'indice rt", e ribadendo che "non ci sarà ripresa se non si conosce la situazione per affrontarla, ognuno per il proprio ruolo" e se non si ricostruirà "fiducia tra le persone", il gruppo consiliare ha inteso offrire al primo cittadino il proprio contributo chiedendo che venga inserito nell'unità di crisi comunale il nome di Massimo Cialente, "non solo perché quello dell’ex Sindaco è un profilo tecnico di indiscussa professionalità, ma anche perché rappresenta una figura di ricucitura sociale e politica in grado di consegnare concretamente il senso di unità cittadina di cui c’è bisogno".
Nei giorni scorsi, il Partito democratico dell'Aquila aveva già indicato il nome di Cialente, in una rosa di 4 che comprendeva anche Vito Albano, Marisa D'Andrea e Patrizia Masciovecchio: il sindaco Biondi, però, pur avendo 'aperto' alla collaborazione dem in seno all'unità di crisi, aveva inserito soltanto D'Andrea e Masciovecchio, bocciando di fatto Albano e Cialente.
Ora, il nome dell'ex sindaco torna sul tavolo su proposta di Italia Viva. E chissà come risponderà Biondi.
Di seguito, la lettera aperta firmata dal capogruppo di Iv Paolo Romano e dalle consigliere Elisabetta Vicini ed Edlira Banushaj
Sig. sindaco, sulla stampa odierna nazionale apprendiamo che l’Abruzzo si appresta a diventare zona arancione, che Marsilio, deviando dalle proprie responsabilità, preconizza uno scenario regionale drammatico baloccandosi al contempo con l’ironia dei colori, mentre D’Amario, direttore del dipartimento regionale della Salute, usa, dalle pagine della stampa locale, parole rassicuranti sulla situazione.
La mancanza di una informazione chiara e dettagliata che riporti principalmente i dati del contagio in città (almeno per fasce di età) e l’indice rt, cioè il potenziale di trasmissibilità del virus, è il motivo del panico latente che si respira.
I cittadini si dividono tra quelli che sono confinati in casa in attesa di poter effettuare un tampone o dell’esito dello stesso e quelli che vorrebbero continuare a svolgere le loro attività ma che sono terrorizzati dal contagio.
Non ci sarà ripresa se non si conosce la situazione per affrontarla ognuno per il proprio ruolo e non ci sarà ripresa se prima non si ricostruisce il legame di fiducia tra le persone. Bisogna fermare quest’onda di disinformazione, preoccupazione e sfiducia certamente con la collaborazione interistituzionale, ma anche con la decisa presa di posizione di chiarezza e dunque interventismo, da parte di tutte le istituzioni.
La seduta straordinaria di Consiglio comunale avvenuta su impulso del consigliere Di Benedetto, ha evidenziato criticità che è bene fossero comunicate per essere affrontate, alcune evidenti come l’insufficienza del personale sanitario del San Salvatore e delle Usca territoriali, altre meno, come la problematica sorta sul processamento dei tamponi a L’Aquila che al momento sono inviati a Pescara e Teramo con una dilatazione delle tempistiche di risultato in ben tre capoluoghi. Il macchinario acquistato dal nosocomio aquilano infatti, a differenza di altri, da quel che si sa, entra in funzione solo con un tipo di reagente (non con tutti i tipi presenti sul mercato) e quindi si ferma quando questo non si trova nelle disponibilità del riacquisto: una situazione che conferisce il colpo di grazia al lavoro dei già pochi tracciatori presenti presso il Servizio di prevenzione, alla quale va trovata in fretta una soluzione.
L’aver saputo in maniera dettagliata i numeri dei contagiati tra il personale ospedaliero e quelli, ben più preoccupanti, tra il personale Usca che entra nelle case degli aquilani, diventa una spia d’allarme per capire quanto la situazione sia già fuori controllo, ma si tratta di dati che non possono essere ritenuti sufficienti senza l’indice di trasmissibilità del virus; il collasso del nosocomio marsicano poi, rischia di travolgere anche quello aquilano e la classificazione temporanea in zona gialla non tranquillizza più chi non riesce a ottenere informazioni dalla catena di comando, se poi il tam tam cittadino riferisce di contagi che crescono e della difficoltà di questi ultimi a essere persino inseriti nel tracciamento; la situazione delle scuole ne è solo un esempio.
In questo momento l’Unità di crisi comunale è un riferimento utile di sanità e protezione civile sul territorio poiché l’unico collettore di queste informazioni e dunque unico luogo dove è possibile mettersi a disposizione per la città. Le chiediamo pertanto di prendere in considerazione le nostre riflessioni e parimenti la nostra offerta di contributo per superare questa situazione di acclarato allarme sanitario e sociale: al di là dei profili già scelti nella squadra costituita dell’unità di crisi, è oggi opportuno fare una nuova, necessaria, valutazione del nome di Massimo Cialente. Non solo perché quello dell’ex Sindaco è un profilo tecnico di indiscussa professionalità, ma anche perché rappresenta una figura di ricucitura sociale e politica in grado di consegnare concretamente il senso di unità cittadina di cui c’è bisogno.
In attesa di un suo riscontro, le auguriamo buon lavoro.