Venerdì, 13 Novembre 2020 14:29

L'opposizione: "Abruzzo nel caos, Regione ha investito solo su Pescara"

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“Mentre Marsilio fa interviste al Corriere della Sera, a Sky, a “Un giorno da pecora”, l’Abruzzo precipita nel baratro di una pandemia su cui la Regione fa propaganda perché non la sta gestendo”.

Ad affermarlo sono i consiglieri regionali di opposizione Pierpaolo Pietrucci, Silvio Paolucci, Marianna Scoccia, Dino Pepe e Americo Di Benedetto, che questa mattina hanno tenuto una conferenza stampa sulla nuova emergenza sanitaria che sta interessando l’Abruzzo.

“Marsilio e Verì” osservano le opposizioni “a fine ottobre dicevano che l’Abruzzo non era al collasso facendoci passare per allarmisti. Gli stessi Marsilio e Verì, qualche giorno dopo, annunciavano la saturazione degli ospedali e ufficializzavano la zona arancione prima del Governo, invocando quella rossa il giorno successivo. Ma Marsilio cos’ha fatto perché l’Abruzzo restasse, invece, in una zona a basso rischio?”.

“Dalla quinta Commissione (svoltasi ieri, ndc) non sono state date risposte, scaricando su Aric e riconfermando che fra i parametri per la zona arancione c’era la questione terapie intensive. Eppure, il presidente elude i problemi, non prende nessuna decisione e non si assume nessuna responsabilità, tranne che per le variazioni delle poltrone. L’ultima riguarda Teramo, dove il direttore sanitario è stato revocato, come è successo anche nelle altre Asl, per lasciare il posto all’ex sindaco della città Maurizio Brucchi. Ma, assorbito dalla propaganda, al punto da fare locandine delle sue comparsate televisive, in una delle apparizioni, alla conferenza convocata davanti all’ospedale Covid di Pescara due giorni fa, Marsilio non sapeva nemmeno quanti posti letto restano in terapia intensiva all’Abruzzo, la regione che governa e per cui, però, ora invoca la zona rossa”.

Sono tante, a detta dei consiglieri regionali, le inadempienze e i ritardi accumulati dalla Regione.

In primis ci sono quelli riguardanti la rete territoriale Covid, che “a distanza di un mese (la delibera è stata approvata il 6 ottobre, ndc) è completamente inattuata, con il risultato che, non potenziando le cure domiciliari, il numero degli attuali positivi è ormai aumentato in modo incontrollato. Senza una corretta presa in carico da parte del sistema sanitario, sono aumentate, in proporzione la necessità di ricovero. L’Abruzzo è finito letteralmente in balia della seconda ondata. Tre persone sono morte in attesa di un ricovero, quando Marsilio minimizzava la situazione, per contraddirsi il giorno dopo e invocare persino la zona rossa. L’unico investimento fatto è quello sull’ospedale Covid di Pescara, ma sul resto del territorio, specie in provincia dell’Aquila, a Avezzano, Sulmona e all’Aquila città, è il caos”.

“È saltata anche da giorni la rete del tracciamento” attaccano i consiglieri “e da settimane quella della prevenzione, con il caos dei punti di prelievo dei tamponi e la campagna dei vaccini antinfluenzali rinviata sine die. I reparti sono al limite, tanto da pensare di coinvolgere anche i privati; nessuna iniziativa positiva per allargare la rete dei servizi territoriali, oberando medici e operatori sanitari senza sostenerli. La Regione Abruzzo è penultima nel numero dei tracciatori e sul fronte prevenzione le persone anche malate, fanno file interminabili per fare un tampone e poi attendono 7-8 giorni per avere l’esito”.

Per quanto riguarda il potenziamento e la riorganizzazione della rete assistenziale del territorio, attacca la minoranza, “il governo ha assegnato all’Abruzzo 35 milioni per le assunzioni, 28 milioni di euro a potenziamento della rete territoriale, che si aggiungono ai 29 milioni destinati agli ospedali. Ma come e dove dono stati usati?”.

“Le strutture sono al collasso. La situazione dell’ospedale dell’Aquila e quella nella provincia aquilana con enormi focolai e ora la curva cresce anche in provincia di Chieti. Poi Chieti Atri, Lanciano, Vasto, Penne, Pescina, Tagliacozzo, Atessa, nessuna struttura è uscita indenne dall’organizzazione del governo regionale di centrodestra e i sindaci sono stati lasciati soli. Una pioggia di milioni, ma che ci hanno fatto?”.

I fondi

“L’Abruzzo” affermano i consiglieri “ha ricevuto 4 milioni e 138mila euro di donazioni dalla campagna nazionale di Protezione civile che però non ha speso. Per la rete Covid, la delibera 334 è di agosto, ma a ben 8 mesi dall’inizio della pandemia, la programmazione regionale non esiste, tutto è lasciato alla buona volontà di qualcuno senza nessun indirizzo strategico; i 19 milioni destinati sono ancora sulla carta. Una lista imponente, ma in attesa: 39 sono gli interventi distribuiti nelle quattro Asl abruzzesi; 14 sono i progetti della Asl dell’Aquila (3.942.640 euro); 7 progetti per quella di Chieti (4.191.520 euro); 10 riguardanti la Asl di Pescara (3.937.240 euro); 8 per l’azienda sanitaria di Teramo (6.661.568,77 euro), stando ai dati di Marsilio. Sono più di 4 i milioni di euro destinati per a intensificare l’attività assistenziale sui pazienti che vengono dimessi dagli ospedali e quelli seguiti sul territorio, dice la Verì, ma da usare come? E cosa è previsto per il potenziamento dell'assistenza domiciliare per i Covid e i pazienti fragili e per l’attività ambulatoriale dei distretti per evitare rischi di contagio negli ospedali?”

“Anche il potenziamento delle cure primarie attraverso le Unità speciali di continuità assistenziale (Usca) prevede un incremento di 1 milione e 335 mila euro. Cosa c’è di fatto?”.

Ultima modifica il Venerdì, 13 Novembre 2020 14:36

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