"A volte si deve fare anche ciò che non si vuole fare, perché è giusto ed opportuno. Nessuno può sfuggire alle responsabilità, questi non sono momenti per fare giochi politici e propagandistici ma sono momenti in cui prendere posizione e anticipare scelte. L’Abruzzo deve essere zona rossa con chiusura scuole".
Hanno scatenato un mezzo putiferio le parole del vice presidente della Giunta regionale Emanuele Imprudente che, di fatto, ha anticipato i provvedimenti che domani verranno assunti dal governatore Marco Marsilio: come anticipato, l'Abruzzo va verso la zona rossa, in lockdown a partire da martedì.
La decisione è maturata nel corso della riunione del Comitato tecnico scientifico regionale, presieduto da Alberto Albani, che si è tenuta nel pomeriggio di oggi: verranno assunte rigide misure restrittive e, come svelato da Imprudente, dovrebbero essere chiuse tutte le scuole, di ogni ordine e grado, oltre a centri commerciali e negozi, fatta eccezione per quelli che forniscono servizi essenziali, fino al 3 dicembre.
Tuttavia, a quanto appreso da newstown la riunione sarebbe stata tesissima, con una spaccatura profonda tra 'falchi' e 'colombe', per usare una terminologia politica, tra coloro, cioé, che volevano la chiusura di tutte le scuole e altri che si sono opposti fino all'ultimo.
D'altra parte, ieri Marsilio aveva spiegato che il monitoraggio settimanale mostrava segnali di miglioramento su alcuni fronti, come l'indice Rt sceso da 1,51 a 1,34, e segnali di tendenze al peggioramento su altri, come la progressiva occupazione dei posti letti. Sia i posti di terapia intensiva che i posti letti complessivi dedicati al Covid 'ballano' intorno alla soglia di allarme: 29% di occupazione sul 30% fissato come soglia di rischio per le Terapie intesive, 41% di occupazione contro il 40% di soglia per i complessivi. Si tratta di dati sostanzialmente in linea con le tendenze nazionali, abbassamento dell'indice Rt e progressiva saturazione dei posti letto, che impongono l'adozione di misure ulteriori rispetto a quelle previste dal Governo per mezzo dei DPCM.
Per questo, il Comitato Tecnico Scientifico regionale si è riunito fornendo le proposte sulla base delle quali Marsilio emanerà le conseguenti ordinanze.
Al termine della riunione, il governatore ha riunito gli assessori per informarli dell'evolversi della situazione. E anche in sede politica, però, sono emerse evidenti spaccature, con la maggioranza di centrodestra sull'orlo di una crisi di nervi. In particolare, gli esponenti politici del pescasere vorrebbero misure calibrate sui territori, a seconda della diffusione del contagio, e non uniformi come, invece, chiedono i tecnici.
"Si chiude dove serve", l'affondo del presidente del Consiglio regionale Lorenzo Sospiri. Che ha poi ha lanciato una stilettata a Imprudente: "Bisogna saper pesare le parole nei momenti difficili".
Ha aggiunto Sospiri: "Chi non si espone e sta bello zitto mantiene la sua poltroncina ma, ahimè, io sono di un'altra pasta e visto che in questo mondo impazzito non si lascia modo di confrontarsi e si rilasciano dichiarazioni a carte non ancora firmate, allora è giusto chiarirci un punto per volta: primo, il dpcm del Governo prevede in zona rossa che le scuole materne dell’infanzia e fino alla 1a media debbono restare aperte e così deve essere. Se ci sono zone dell’Abruzzo che hanno situazioni talmente emergenziali da non poter permettere neanche questo, le scuole si chiudano lì".
Chiaro il riferimento alla provincia dell'Aquila.
A calmare gli animi ha provato l'assessore Guido Quintino Liris: "Sul tema di possibili ulteriori restrizioni in Abruzzo alcuna decisione è stata ancora assunta. È in corso un’attenta valutazione che sarà completata nella giornata di domani attraverso l’interlocuzione con sindaci, amministratori, categorie, associazioni e parti sociali. È possibile, però, che la Regione decida di operare una stretta decisa per contenere il contagio da coronavirus che oggi sta provocando grandi difficoltà a ospedali e sistema sanitario, integrando le disposizioni già previste dalle norme nazionali con altre di carattere locale".
Nel dettaglio, il Comitato tecnico scientifico regionale, a maggioranza - ha confermato Liris, e non all'unanimità dunque - "ritiene che oltre alle misure già previste dalla 'fascia rossa', si debba procedere anche a una chiusura totale dell’attività scolastica, per ogni ordine e grado. L’obiettivo della Regione è anticipare i tempi rispetto a scelte nazionali che oggi appaiono inevitabili, in modo tale da contribuire alla tutela della salute pubblica e provare a garantire una ripartenza quanto più ampia possibile, soprattutto in vista del periodo natalizio".
Ha chiarito Nicola Campitelli: "Stando ai dati scientifici di oggi saremmo andati in zona rossa venerdì per mano del governo. La nostra volontà è di anticipare la chiusura di una settimana in modo da poter riaprire prima di Natale e cercare di salvare almeno la stagione invernale dei commercianti della nostra regione. Non è una decisione facile ma la curva della pandemia è preoccupante".
Durissimo il parlamentare pentastellato Gianluca Vacca, capogruppo M5s in Commissione Cultura alla Camera: "Mi auguro che le notizie di un'imminente chiusura delle scuole in Abruzzo siano infondate. Il presidente Marsilio si attenga alle norme nazionali anche in caso di passaggio in zona rossa. L'esempio della Campania è illuminante: la chiusura delle scuole non ferma il contagio. Marsilio non comprometta il futuro dei nostri bambini e ragazzi".